L'Usppi contro la lettera dei medici di Ginecologia ed Ostetricia a Vendola

Il Sindacato smentisce diverse dichiarazioni. La nota dell'Unione Sindacati Professionisti Pubblico Privato Impiego

sabato 15 gennaio 2011 11.50
Solo pochi giorni fa i cinque medici turnisti (Michele Oreste, Alessandro Mastrorilli, Francesco Lomurno, Maria Deveteris, Nadia Veloce) ed il primario del reparto di Ginecologia ed Ostetricia dell'ospedale di Altamura Marcello Losito avevano scritto una lettera aperta al presidente della Regione Puglia Nichi Vendola. Nella stessa lettera si parla di «traguardi assistenziali all'avanguardia nella Regione Puglia» raggiunti dal reparto altamurano. «Bollino rosa a livello nazionale assegnato dall'Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna (ONDA) nel 2008, il Centro di menopausa (SPAC), il parto in acqua, l'ecografia tridimensionale, la musicoterapia in travaglio di parto "Partorire Cantando", gli screening biochimici prenatali, il parto indolore». Sul contenuto della nota è intervenuta l'Usppi - Unione Sindacati Professionisti Pubblico Privato Impiego. Per il Centro di menopausa, l'Usppi dichiara che «l'attività è stata eseguita solo nel 2000». Di questa, «dopo un tiepido inizio, non risulta alcuna traccia, né vi è alcun ambulatorio dedicato a tale attività come risulta dalle prestazioni prenotabili al CUP, né tantomeno dalle attività elencate sul sito internet ufficiale della Asl». Per il parto in acqua, l'Usppi scrive che «il reparto di Ostetricia è perfettamente attrezzato fin dal 2003 a tal fine, con dispendio di grandi risorse finanziarie per le strutture e l'addestramento del personale medico e paramedico, che fu inviato in Veneto per lunghe missioni di addestramento». Secondo l'Unione Sindacati Professionisti Pubblico Privato Impiego, il parto in acqua presso il reparto di Altamura «ha prodotto in circa 10 anni dalla sua istituzione solo alcuni parti ed attualmente da numerosi anni è abbandonato. Anche questa attività manca sul sito della Asl».

«La musicoterapia in travaglio – si legge ancora nel comunicato – è pratica sconosciuta a tutte le partorienti, basta verificare fra le pazienti, nei dati clinici delle cartelle e fra le attrezzature del reparto, salvo che nella mente di alcuno, durante il travaglio, non risuoni qualche motivetto (Money dei Pink Floyd?)».

Per il «parto indolore - è riportato ancora nella nota – contro ogni regola morale e legislativa (vedi disposizioni ministeriali e quelle della Asl relative all'attività liberoprofessionale) viene eseguito solo a quelle pazienti che pagano le prestazioni accanto, nella stessa stanza, a chi subisce i dolori del parto, ogni altra considerazione è superflua. L'ecografia tridimensionale e gli screening biochimici prenatali rientrano nelle normali, indispensabili e dovute attività professionali di qualsiasi reparto degno di questo nome. Il depauperamento denunciato è in aperta contraddizione con le attività declamate».

L'Usppi interviene anche sul depauperamento delle risorse umane, «in parte credibile, ma vi è un chiarissimo ed inspiegato cattivo utilizzo di quelle presenti, vedi una unità esclusa dai turni di sala parto, operatori pomeridiani e festivi per sola decisione del primario, un'altra integralmente idonea al servizio, ma proditoriamente posizionata in ferie d'ufficio dal medesimo primario anche in questo periodo di denuncia ed un'ultima esclusa da ogni turnazione ma inspiegabilmente idonea a prestare servizio in pronta disponibliilità ed autorizzata a seguire il parto delle pazienti in deroga al divieto che vige per gli altri medici».

Per i «i trasferimenti comodi verso aree di tranquillità assistenziale (così definiscono il Consultorio), in realtà uno solo, avvenuto a dir loro "senza alcuna procedura concorsuale ma solo per accontentare gli amici" (quali? Che facciano i nomi!) è avvenuta secondo ogni regola come già sancito da una sentenza del Giudice del Lavoro cui parte degli scriventi avevano già presentato ricorso, perdendolo».