L’altamurano Pino Creanza si racconta in un’intervista

Ingegner part-time e fumettista, scrive anche libri per ragazzi. Il 5 marzo la presentazione del suo ultimo lavoro ad Altamura

lunedì 28 febbraio 2011 10.54
A cura di Anna Maria Colonna
L'altamurano Pino Creanza è un ingegnere part-time. Nel 2008 ha pubblicato il racconto per ragazzi Michelino e il tesoro dei briganti. Disegna fumetti umoristici e graphic reportage sia per il web (sillytragedies.it, blogcomicstrip.blogspot.com) che per la carta stampata (La Repubblica-XL, ANIMAls). È padre di due figli adolescenti. Sabato 5 marzo, alle ore 18.30, presso la Sala consiliare del Comune di Altamura, presenterà il suo ultimo lavoro, un racconto per ragazzi dal titolo L'ulivo scomparso (Fasi di Luna Edizioni), stampato su carta ecologica. Il volume è stato illustrato dall'artista piemontese Patrizia Comino. Introdurrà la scrittrice ed esperta di letteratura per l'infanzia Stefania Liverini. Abbiamo intervistato l'autore.

Chi è Pino Creanza?
Non sono uno scrittore professionista ma ho sempre amato i libri, soprattutto da fanciullo e da ragazzo, quando la lettura di romanzi e fumetti mi faceva molta compagnia, aprendomi mondi, orizzonti. Così scrivere è un po' come entrare in quel meccanismo magico.

Di che cosa si occupa nella vita?
Sono laureato in ingegneria elettronica e lavoro presso un'agenzia della Regione Puglia che si occupa di innovazione tecnologica. Fin qui il lavoro "ufficiale", in realtà mi occupo di molte altre cose, fra cui quelle che mi divertono di più sono disegnare fumetti e praticare e insegnare arti marziali.

Fasi di Luna Edizioni inaugura la collana Gli Aquiloni con il suo libro L'Ulivo scomparso. Che cosa racconta in questo libro e qual è il messaggio che vuole trasmettere?
L'idea era quella di costruire un racconto che, parlando della vita "intima" di un gruppo di ragazzine – le amicizie, la scuola, la famiglia, gli amori – riuscisse anche a tratteggiare un luogo, un territorio, quello pugliese per la precisione. La vicenda ruota attorno alla ricerca di un ulivo secolare trafugato, un evento che segna in qualche modo uno snodo nella vita della giovane protagonista, quasi una metafora della cesura tra l'infanzia e l'adolescenza incipiente.

Non è il suo primo libro per ragazzi. Lei ha già pubblicato Michelino e il tesoro dei briganti. Come mai ha deciso di scrivere libri per ragazzi?

Non che lo abbia proprio deciso, diciamo che è "capitato". Michelino e il tesoro dei briganti salda un debito verso la mia terra, l'Alta Murgia, e anche verso le mie lunghe estati di infanzia trascorse in una masseria nell'agro di Picciano. Avevo bisogno di oggettivare immagini e sentimenti e alla fine è nato quel libro. Percorso simile per L'ulivo scomparso. Avevo tutto sotto gli occhi, mia figlia e le sue due amichette del cuore, i camion che trasportavano enormi ulivi secolari spiantati più o meno illegalmente, la campagna intorno a Conversano, dove vivo…

Qual è la risposta dei giovanissimi lettori alle sue pubblicazioni?
Il mio primo libro per ragazzi non ha avuto una circolazione amplissima, ma dove è arrivato è piaciuto molto. Molti dei ragazzi che ho incontrato durante le presentazioni nelle scuole mi hanno chiesto di scrivere presto un seguito alle avventure di Michelino. Questo nuovo libro è un'altra cosa, ma credo piacerà ugualmente.

Si tratta di un libro illustrato. Quale importanza lei dà alla parola e quale all'immagine?

Michelino è un libro completamente illustrato. Devo dire che in quel caso sono nate prima le immagini e poi le parole, non è un caso che abbia realizzato io tutti le illustrazioni. Per il nuovo libro ho coinvolto una mia bravissima amica piemontese, con un tratto e una sensibilità che si adattano perfettamente alla fascia di età a cui esso è destinato. Parola e immagine per me sono come due amanti, a volte hanno bisogno di stare soli, altre non vedono l'ora di abbracciarsi.

In quanto tempo ha scritto il libro e a chi o a che cosa si è ispirato?

La gran parte nel corso di una estate, molti capitoli in una caletta di Polignano, sotto la supervisione di Silvia, mia figlia.

In un'epoca in cui i libri sono diventati e-book, quanto pensa sia importante per i ragazzi prendere confidenza con uno strumento ed un mezzo, quale il libro cartaceo, che in molti dicono destinato a scomparire?

No, il libro non scomparirà, neanche se la nuova generazione di e-book dovesse avere un dispositivo che emette quel fantastico odore di carta stampata di fresco…

Ci sono altri lavori in corso? Qualche anticipazione?

Lavori di scrittura in senso stretto no. Continuo a disegnare le mie strisce surrealistico-umoristiche e a sviluppare un progetto di "giornalismo disegnato", attualmente ospitato da un mensile poco noto ma molto bello che si chiama ANIMAls.

Secondo lei Altamura è una città di lettori?
Vivo a Conversano ormai da più di sedici anni, ma immagino che la situazione di Altamura sia allineata a quella più generale del Bel Paese. I lettori fedeli sono una minoranza, si dovrebbe leggere molto, molto di più. Leggere è il miglior antidoto contro la fiacchezza morale e civile che sembra contraddistinguere la nostra centocinquantenne Italia.