Italia in Comune: "La sindaca si è sfiduciata da sola"
Dure parole del movimento in replica a Melodia
venerdì 10 settembre 2021
10.32
Nemmeno ieri si è tenuto il consiglio comunale per mancanza del numero legale. Quindi a vuoto anche la terza seduta e, di conseguenza, non c'è stata l'approvazione dell'assestamento di bilancio, un atto importante per la vita amministrativa e per la stessa funzionalità del consiglio comunale. Tanto che pende una diffida del Prefetto ad adempiere. In caso contrario, potrebbe esserci la nomina di un commissario "ad acta". Nel frattempo stanno trascorrendo i venti giorni concessi dalla legge per il ritiro delle dimissioni, presentate dalla sindaca il 6 settembre.
Continuano i botta-e-risposta a distanza dopo le forti parole di Rosa Melodia. Risponde molto duramente il movimento Italia in Comune. In una lunga nota Italia in Comune rimarca: "La sindaca pertanto si è autosfiduciata per addebitare ad altri le ragioni delle sue dimissioni e indicare alla pubblica opinione i presunti responsabili della caduta dell'amministrazione di centro-sinistra". E spiega: "Nel presentare le sue dimissioni ha inaugurato il "bullismo politico" contro i due consiglieri di Italia in Comune, Anna Lillo e Vito Dibenedetto, e tre giovani consiglieri comunali del Pd, con l'aggravante di aver impedito agli interessati di poter replicare alle sue deliranti accuse. Il nostro partito, nell'esprimere totale solidarietà verso cinque persone perbene, resta sconcertato per il cumulo di falsità e bugie inanellate dalla sindaca e finite nell'infamia e nell'offesa personale. Vorremmo solo ricordare che ad aprire la crisi amministrativa era stata proprio la stessa sindaca che, a ridosso di ferragosto, aveva licenziato l'intera giunta con motivazioni altrettanto offensive verso i componenti dell'esecutivo. Quindi prima accusa un esecutivo, poi passa ai consiglieri".
Secondo il movimento la revoca della giunta "scaturiva semplicemente dalla mancata approvazione, da parte di ben quattro assessori, di una delibera decisamente opaca che elargiva, per una consulenza quinquennale, più di un milione di euro a una ben nota Fondazione Culturale del nord. Il tutto in barba a ben altre priorità decisamente più urgenti, ma soprattutto in assenza di un coinvolgimento e di una condivisione partecipata con tutti i soggetti legati alla nostra identità culturale presenti nella nostra Città e che da anni si impegnano nella promozione del territorio. In definitiva non era il soggetto ad essere in discussione, ma come al solito la modalità con cui si stava procedendo nel fare le scelte, e la discutibile proposta contrattuale posta in essere. Infatti a seguito della sua solitaria decisione di revocare l'intera Giunta, in prossimità dell'approvazione del bilancio di assestamento, tutti i gruppi di maggioranza si sono ritrovati ad essere costantemente impegnati a ricomporre una Giunta per individuare almeno gli obiettivi minimi da raggiungere nei rimanenti 18 mesi di mandato". Nella giunta Italia in Comune esprimeva l'assessore Loretta Moramarco, rimasta in carica poco più di un anno, con delega all'ambiente.
Circa il proprio operato, Italia in Comune sottolinea: "In tre anni e mezzo ogni provvedimento arrivato in Consiglio è stato votato da tutta la maggioranza. I consiglieri di Italia in Comune non hanno mai fatto mancare il loro apporto sia in Consiglio che nelle Commissioni dove sono stati sempre presenti. Non c'è traccia di un voto di sfiducia ovunque lo si cerchi. Quello di Italia in Comune è sempre stato un ruolo propositivo, certamente critico sulle questioni che non decollavano, e non erano poche, ma sempre nella direzione di migliorarle". E "mai nessun esponente di Italia in Comune ha bussato alla sua porta per chiedere neppure uno spillo".
Italia in Comune, inoltre, segnala "manovre" politiche per ottenere i voti di esponenti dell'opposizione. E conclude: "È la sindaca che ha tradito e sfiduciato, prima i suoi assessori e poi i suoi consiglieri comunali. Ma soprattutto Rosa Melodia ha tradito il mandato ricevuto dagli elettori, certificando il fallimento di questa esperienza dai risultati scarsi e segnando la fine di un sogno di cambiamento".
(foto di archivio)
Continuano i botta-e-risposta a distanza dopo le forti parole di Rosa Melodia. Risponde molto duramente il movimento Italia in Comune. In una lunga nota Italia in Comune rimarca: "La sindaca pertanto si è autosfiduciata per addebitare ad altri le ragioni delle sue dimissioni e indicare alla pubblica opinione i presunti responsabili della caduta dell'amministrazione di centro-sinistra". E spiega: "Nel presentare le sue dimissioni ha inaugurato il "bullismo politico" contro i due consiglieri di Italia in Comune, Anna Lillo e Vito Dibenedetto, e tre giovani consiglieri comunali del Pd, con l'aggravante di aver impedito agli interessati di poter replicare alle sue deliranti accuse. Il nostro partito, nell'esprimere totale solidarietà verso cinque persone perbene, resta sconcertato per il cumulo di falsità e bugie inanellate dalla sindaca e finite nell'infamia e nell'offesa personale. Vorremmo solo ricordare che ad aprire la crisi amministrativa era stata proprio la stessa sindaca che, a ridosso di ferragosto, aveva licenziato l'intera giunta con motivazioni altrettanto offensive verso i componenti dell'esecutivo. Quindi prima accusa un esecutivo, poi passa ai consiglieri".
Secondo il movimento la revoca della giunta "scaturiva semplicemente dalla mancata approvazione, da parte di ben quattro assessori, di una delibera decisamente opaca che elargiva, per una consulenza quinquennale, più di un milione di euro a una ben nota Fondazione Culturale del nord. Il tutto in barba a ben altre priorità decisamente più urgenti, ma soprattutto in assenza di un coinvolgimento e di una condivisione partecipata con tutti i soggetti legati alla nostra identità culturale presenti nella nostra Città e che da anni si impegnano nella promozione del territorio. In definitiva non era il soggetto ad essere in discussione, ma come al solito la modalità con cui si stava procedendo nel fare le scelte, e la discutibile proposta contrattuale posta in essere. Infatti a seguito della sua solitaria decisione di revocare l'intera Giunta, in prossimità dell'approvazione del bilancio di assestamento, tutti i gruppi di maggioranza si sono ritrovati ad essere costantemente impegnati a ricomporre una Giunta per individuare almeno gli obiettivi minimi da raggiungere nei rimanenti 18 mesi di mandato". Nella giunta Italia in Comune esprimeva l'assessore Loretta Moramarco, rimasta in carica poco più di un anno, con delega all'ambiente.
Circa il proprio operato, Italia in Comune sottolinea: "In tre anni e mezzo ogni provvedimento arrivato in Consiglio è stato votato da tutta la maggioranza. I consiglieri di Italia in Comune non hanno mai fatto mancare il loro apporto sia in Consiglio che nelle Commissioni dove sono stati sempre presenti. Non c'è traccia di un voto di sfiducia ovunque lo si cerchi. Quello di Italia in Comune è sempre stato un ruolo propositivo, certamente critico sulle questioni che non decollavano, e non erano poche, ma sempre nella direzione di migliorarle". E "mai nessun esponente di Italia in Comune ha bussato alla sua porta per chiedere neppure uno spillo".
Italia in Comune, inoltre, segnala "manovre" politiche per ottenere i voti di esponenti dell'opposizione. E conclude: "È la sindaca che ha tradito e sfiduciato, prima i suoi assessori e poi i suoi consiglieri comunali. Ma soprattutto Rosa Melodia ha tradito il mandato ricevuto dagli elettori, certificando il fallimento di questa esperienza dai risultati scarsi e segnando la fine di un sogno di cambiamento".
(foto di archivio)