Iniziato il processo antimafia per traffico di droga e delitti dell'ultimo decennio
A novembre c'è stata l'operazione Nemesi
giovedì 1 ottobre 2020
20.31
Sono 46 le persone a giudizio, con rito abbreviato, nel processo antimafia iniziato due giorni fa nell'aula bunker di Bitonto. E' lo sviluppo giudiziario dell'operazione del 15 novembre scorso in cui sono state eseguite 58 misure cautelari per l'indagine della Direzione distrettuale antimafia di Bari, condotta dai Carabinieri del comando provinciale di Bari, al sodalizio denominato "D'Abramo-Sforza".
Le accuse al clan, a vario titolo, sono l'associazione di tipo mafioso armata, detenzione e porto di armi, anche da guerra, traffico di sostanze stupefacenti, omicidio, tentato omicidio, estorsione, turbativa d'asta. L'operazione è stata denominata "Nemesi".
Nel giudizio si sono costituiti parti civili il Comune di Altamura e la Regione Puglia.
Dopo l'esecuzione delle misure si specificò che le accuse sono di associazione di tipo mafioso, anche armata, detenzione e porto di armi anche da guerra, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, omicidio, tentato omicidio, estorsione, turbativa d'asta. Eseguito anche il sequestro di quattro immobili, un esercizio commerciale del valore complessivo di oltre due milioni di euro nonché due autovetture di grossa cilindrata. Nel corso dell'indagine, i Carabinieri avevano già recuperato un considerevole quantitativo di droga pari a circa kg 5 di cocaina, kg 9 di marijuana e kg 16 di hashish. L'indagine è stata avviata nel 2017 dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Bari, sviluppata quasi esclusivamente mediante servizi di osservazione e pedinamento effettuati sul territorio, accompagnati da attività tecniche d'intercettazione telefonica ed ambientale.
Dall'indagine è emersa l'esistenza di un'organizzazione criminale legata al clan Parisi di Bari e attiva nel territorio di Altamura. Stando alle indagini, si riforniva di droga dal clan Parisi-Palermiti di Bari e da Cerignola. Tra i capi d'imputazione vengono contestati l'omicidio e la soppressione del cadavere di Angelo Popolizio, scomparso ad Altamura il 7 agosto 2014, e due tentativi di omicidio.
L'inchiesta della Dda (pm Marco D'Agostino) ha avuto anche altri sviluppi e sono stati indagati tre carabinieri che prestavano servizio ad Altamura e che sono stati indicati da alcuni collaboratori di giustizia per presunte condotte di favoreggiamento.
Le accuse al clan, a vario titolo, sono l'associazione di tipo mafioso armata, detenzione e porto di armi, anche da guerra, traffico di sostanze stupefacenti, omicidio, tentato omicidio, estorsione, turbativa d'asta. L'operazione è stata denominata "Nemesi".
Nel giudizio si sono costituiti parti civili il Comune di Altamura e la Regione Puglia.
Dopo l'esecuzione delle misure si specificò che le accuse sono di associazione di tipo mafioso, anche armata, detenzione e porto di armi anche da guerra, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, omicidio, tentato omicidio, estorsione, turbativa d'asta. Eseguito anche il sequestro di quattro immobili, un esercizio commerciale del valore complessivo di oltre due milioni di euro nonché due autovetture di grossa cilindrata. Nel corso dell'indagine, i Carabinieri avevano già recuperato un considerevole quantitativo di droga pari a circa kg 5 di cocaina, kg 9 di marijuana e kg 16 di hashish. L'indagine è stata avviata nel 2017 dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Bari, sviluppata quasi esclusivamente mediante servizi di osservazione e pedinamento effettuati sul territorio, accompagnati da attività tecniche d'intercettazione telefonica ed ambientale.
Dall'indagine è emersa l'esistenza di un'organizzazione criminale legata al clan Parisi di Bari e attiva nel territorio di Altamura. Stando alle indagini, si riforniva di droga dal clan Parisi-Palermiti di Bari e da Cerignola. Tra i capi d'imputazione vengono contestati l'omicidio e la soppressione del cadavere di Angelo Popolizio, scomparso ad Altamura il 7 agosto 2014, e due tentativi di omicidio.
L'inchiesta della Dda (pm Marco D'Agostino) ha avuto anche altri sviluppi e sono stati indagati tre carabinieri che prestavano servizio ad Altamura e che sono stati indicati da alcuni collaboratori di giustizia per presunte condotte di favoreggiamento.