Inchiesta antimafia "Kairos", gli arrestati salgono a 20
In manette un complice dell'omicidio di Domenico Fraccalvieri avvenuto nel 2011
mercoledì 8 agosto 2018
16.00
Stamane i Carabinieri del Comando Provinciale di Bari hanno arrestato ad Altamura il 36enne Francesco Mangiatordi in esecuzionedi un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Bari su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, a firma del procuratore aggiunto Roberto Rossi e del pm Renato Nitti. Lo rende noto un comunicato dell'Arma dei Carabinieri. Si tratta di uno sviluppo investigativo dell'inchiesta "Kairos" che ha sgominato il clan Nuzzi con un totale di 20 arresti.
I fatti contestati si riferiscono all'omicidio di Domenico Fraccalvieri, avvenuto nel pomeriggio del 27 giugno 2011 quando una persona armata a bordo di una autovettura rubata gli tese un agguato mortale nei pressi della sua abitazione mentre si accingeva ad aprire il garage. Stando alla ricostruzione, fu raggiunto dal killer, Nicola Sorbo, che venne scortato in loco da Francesco Mangiatordi che era a bordo della sua autovettura per garantire al sicario una sicura via di fuga. Il killer esplose diversi colpi di arma da fuoco e, dopo aver ferito Fraccalvieri, lo uccise mentre cercava rifugio nel garage, ormai riverso al suolo. Il delitto si inserisce in una serie di altri gravi fatti di sangue orditi ai danni di vari pregiudicati altamurani di spessore da una consorteria criminale emergente, il clan Nuzzi, allo scopo di realizzare la conquista violenta del mercato della droga. Fraccalvieri, sorvegliato speciale attivo nello spaccio degli stupefacenti ad Altamura, aveva iniziato ad acquistare la droga da un appartenente contrapposto al sodalizio Nuzzi.
Nella misura cautelare applicata a Mangiatordi per omicidio volontario e detenzione e porto dell'arma utilizzata per l'omicidio è stata riconosciuta dal gip l'aggravante di mafia.
Per questo delitto il capoclan Pietro Nuzzi è stato condannato in primo grado quale mandante.
I fatti contestati si riferiscono all'omicidio di Domenico Fraccalvieri, avvenuto nel pomeriggio del 27 giugno 2011 quando una persona armata a bordo di una autovettura rubata gli tese un agguato mortale nei pressi della sua abitazione mentre si accingeva ad aprire il garage. Stando alla ricostruzione, fu raggiunto dal killer, Nicola Sorbo, che venne scortato in loco da Francesco Mangiatordi che era a bordo della sua autovettura per garantire al sicario una sicura via di fuga. Il killer esplose diversi colpi di arma da fuoco e, dopo aver ferito Fraccalvieri, lo uccise mentre cercava rifugio nel garage, ormai riverso al suolo. Il delitto si inserisce in una serie di altri gravi fatti di sangue orditi ai danni di vari pregiudicati altamurani di spessore da una consorteria criminale emergente, il clan Nuzzi, allo scopo di realizzare la conquista violenta del mercato della droga. Fraccalvieri, sorvegliato speciale attivo nello spaccio degli stupefacenti ad Altamura, aveva iniziato ad acquistare la droga da un appartenente contrapposto al sodalizio Nuzzi.
Nella misura cautelare applicata a Mangiatordi per omicidio volontario e detenzione e porto dell'arma utilizzata per l'omicidio è stata riconosciuta dal gip l'aggravante di mafia.
Per questo delitto il capoclan Pietro Nuzzi è stato condannato in primo grado quale mandante.
L'operazione "Kairos", conclusa nella primavera del 2016 dal Nucleo Investigativo di Bari e svolta attraverso articolate e complesse attività tecniche e dinamiche, ha portato – tra il gennaio e l'agosto 2017 -all'esecuzione di 19 ordinanze di custodia cautelare (17 delle quali in carcere e 2 in regime domiciliare)nei confronti di altrettanti soggetti, tra i quali figurano gli elementi apicali, diversi affiliati e alcuni fiancheggiatori del clan Nuzzi operante ad Altamura, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso armata, omicidio consumato e tentato, estorsione, detenzione e porto illegale di armi ed esplosivi, nonché di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
L'attività investigativa ha fatto luce anche su un duplice omicidio (Lagonigro e Ciccimarra, nel 2010) e due omicidi tentati.
A maggio, all'esito del giudizio immediato, il GUP presso il Tribunale di Bari aveva condannato 15 dei 16 imputati ammessi al rito, comminando pene per complessivi anni 180 di reclusione, condannando altresì - quelli ritenuti responsabili di associazione mafiosa, associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti e in ordine ai reati con l'aggravante di mafia - al risarcimento in solido dei danni subiti dal Comune di Altamura - costituitosi parte civile - liquidato in complessivi euro 100.000.
L'attività investigativa ha fatto luce anche su un duplice omicidio (Lagonigro e Ciccimarra, nel 2010) e due omicidi tentati.
A maggio, all'esito del giudizio immediato, il GUP presso il Tribunale di Bari aveva condannato 15 dei 16 imputati ammessi al rito, comminando pene per complessivi anni 180 di reclusione, condannando altresì - quelli ritenuti responsabili di associazione mafiosa, associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti e in ordine ai reati con l'aggravante di mafia - al risarcimento in solido dei danni subiti dal Comune di Altamura - costituitosi parte civile - liquidato in complessivi euro 100.000.