In via Vecchia Buoncammino non c'è pace

Il Comitato scrive alle istituzioni e alle forze dell'ordine. «Tante richieste, ma nessun risultato»

mercoledì 14 settembre 2011 09.37
A cura di Anna Maria Colonna
Non hanno trascorso un'estate tranquilla i residenti di via Vecchia Buoncammino. Il transito continuo e l'alta velocità dei mezzi pesanti lungo via Bari, via Falcicchio, via Fornace Corrente Le Fogge e la stessa via Vecchia Buoncammino stanno continuando a creare problemi. Il Comitato del quartiere aveva denunciato a giugno scorso una «situazione invivibile», accentuata dalla bella stagione, quando, per il caldo, si è costretti a tenere le finestre aperte. Polvere e rumori sono stati il tormentone delle scorse settimane. La questione, in realtà, fu sollevata ad aprile 2010, dopo l'apertura al traffico della bretella stradale che collega l'area con via Parisi e la Stazione. Da allora sembra non esserci più pace. Il Comitato cittadino di via Vecchia Buoncammino spiega di aver tentato più volte di interfacciarsi con l'Amministrazione comunale, ma senza aver ottenuto nulla di concreto. Così, pochi giorni fa, ha inviato una lettera al Ministero per i Beni e le Attività culturali, alla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia, al prefetto di Bari Mario Tafaro e ai Carabinieri - Nucleo Tutela del Patrimonio.

«A seguito dell'apertura di una nuova strada che di fatto avrebbe dovuto snellire il traffico cittadino - scrivono - accade che il traffico di tir e mezzi pesanti derivanti dalla circonvallazione Strada Statale 96 Bari-Gravina è deviato nella nostra zona di residenza poiché gli autisti di tali mezzi accorciano di qualche chilometro la loro corsa ed evitano semafori per raggiungere via Bari da via Gravina (zona industriale), nonostante esista l'ordinanza dirigenziale n. 62 del 31.03.2004 del Comune di Altamura che vieta l'ingresso a tir e mezzi pesanti nel centro abitato».

Il Comitato insiste sulla non idoneità di tali strade, abbastanza strette, al passaggio di mezzi pesanti. Gli autotreni, infatti, durante le manovre di svolta, invadono le corsie opposte creando intasamenti. «Un pericolo per pedoni e ciclisti», ribadiscono.

I marciapiedi, secondo quanto dichiarano i cittadini, sono stati divelti e poi ricostruiti numerose volte. «Tutto questo - spiegano nella nota inviata alle istituzioni - accade ogni giorno, ininterrottamente, dalla 5 alle 23. In queste strade circolano circa 350-400 unità anche il sabato e la domenica, creando problemi di salute per l'inquinamento atmosferico e difficoltà di riposo per il notevole inquinamento acustico. Il tutto è aggravato dal mancato rispetto dei limiti di velocità da parte di automobili e moto. Non di rado - sottolineano - si assiste a gare di velocità».

«Di tutto ciò - continuano - sono a conoscenza il Sindaco e i Vigili urbani, ai quali abbiamo inviato lettere di denuncia e fatto ripetute telefonate di richiesta di intervento. Abbiamo, inoltre, richiesto maggiori controlli, l'attuazione dell'ordinanza n. 62 del 31.03.2004, che sembra non venga rispettata da nessuno, e, soprattutto, la realizzazione di un ultimo tratto di strada che risolverebbe il problema. Fino ad oggi nulla è cambiato, anzi peggiorato».

Il 23 marzo scorso il Comitato di via Vecchia Buoncammino ha depositato presso la Procura della Repubblica di Bari anche una denuncia esposto. Ora chiede al prefetto di Bari Mario Tafaro un incontro urgente per poter meglio spiegare il problema con filmati e fotografie. Segnala, inoltre, al Ministero per i Beni e le Attività culturali e alla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia che il traffico di mezzi pesanti circola a pochi metri dalle Mura megalitiche, «importante sito archeologico risalente al IV secolo a. C. e classificato come monumento storico tutelato dalla legge 1089/1 giugno 1939. Per poter costruire - conclude - è stato chiesto il nulla osta dall'Ufficio ambiente della Regione e non si può permettere che lo scempio provocato dai mezzi pesanti, ovvero smog, vibrazioni da traffico, sporcizia, danneggi un bene storico importante per tutta la comunità».

Il Comitato chiede al nucleo carabinieri tutori dei beni archeologici e storici di intervenire «cercando di trovare una soluzione a quanto su esposto secondo i termini di legge».