Importazioni di grano dall’estero

Aria Fresca chiede all’Amministrazione maggiore attenzione. "Più controlli e verifiche"

sabato 24 luglio 2010 09.38
Dopo il caso, nel 2005, del sequestro a Bari di una nave carica di grano cancerogeno, il Movimento cittadino Aria Fresca, con un appello pubblico, ha chiesto all'Amministrazione Comunale "di costituirsi parte civile" nel processo contro i responsabili "per difendere gli agricoltori e i consumatori truffati". Non avendo ricevuto risposta, è tornato a chiedere chiarimenti con un'interpellanza. In seguito alla risposta negativa ricevuta lo scorso 15 luglio, il Movimento ha sottolineato che "il gesto di costituirsi parte civile ha valenza soprattutto simbolica". Ha chiesto, inoltre, un costante controllo sul grano che circola nel territorio al fine di verificarne la qualità e la presenza di sostanze tossiche. Di seguito, l'intero comunicato.

La settimana scorsa gli agricoltori pugliesi hanno protestato nel porto di Bari per l'arrivo di due navi cariche di grano d'importazione. Le ennesime che arrivano nella nostra Regione. Da tempo si assiste alla sostituzione del prodotto cerealicolo pugliese con quello importato (da Canada, Arizona, Texas, Bangladesh), che poi finisce nella pasta e nel pane che mangiamo. Di certo tali importazioni selvagge si traducono in danni evidenti a carico degli agricoltori locali, che non riescono a spuntare prezzi equi e remunerativi; e a carico dei consumatori che non sanno con quale grano sono prodotti il pane e la pasta che acquistano. Nutrire dubbi sulla bontà del grano che viene importato è lecito. Ad esempio nel 2005, proprio a Bari, fu sequestrata una intera nave poiché il grano trasportato era contaminato con ocratossina, una sostanza cancerogena. Tale grano fu miscelato con altro grano e commercializzato a prezzi sensibilmente inferiori a quelli di mercato, nonostante fosse pericoloso per la salute. Di tutto ciò si sta occupando il Tribunale di Trani con un processo penale che ha preso avvio il 15 aprile scorso.

Il Movimento Aria Fresca, con un appello pubblico, aveva chiesto all'amministrazione comunale di costituirsi parte civile per difendere gli agricoltori e i consumatori truffati da tale pratica vergognosa, così come responsabilmente fatto dai comuni di Gravina in Puglia e Spinazzola, oltre che dalla CIA – Confederazione Italiana Agricoltori della Puglia. Ma dall'amministrazione nessuno rispose, tanto che siamo poi tornati a chiedere chiarimenti con una interpellanza. Evidentemente su in municipio erano in altre e privatissime faccende affaccendati, più importanti della tutela della salute pubblica. Come abbiamo scoperto poi, proprio in quell'8 aprile quando pubblicavamo il nostro invito a costituirsi in giudizio nel processo contro l'importazione di grano contaminato, erano impegnati a fare letteralmente una pompa.

Alla nostra interpellanza è stata data risposta solo il 15 luglio, in consiglio comunale. Con la solita "nonchalance", il sindaco Stacca ha detto che lui e la sua maggioranza non erano e non sono convinti della bontà del processo che si sta svolgendo a Trani, della sussistenza del reato e che si riservano, in caso di condanna, di agire in sede civile. Il nostro consigliere comunale Enzo Colonna ha fatto presente che la costituzione di parte civile ha una valenza soprattutto simbolica, di attenzione e tutela del bene comune, ma i "giureconsulti" al governo cittadino non si sono convinti. Infine, il nostro rappresentante ha sollecitato l'attivazione di controlli costanti sul grano che transita nel nostro territorio ed è oggetto di commercializzazione e trasformazione al fine di verificarne la natura e qualità e la presenza di sostanze tossiche, ricordando che l'obiettivo a cui dovrebbe dedicarsi l'amministrazione comunale è accorciare la filiera, promuovendo le produzioni agricole del territorio, la loro trasformazione in loco, un consumo finale attento e consapevole.

Ci ascolteranno almeno questa volta?