Il parroco sfratta una famiglia per far posto ai senza tetto
La Confconsumatori lancia l’allarme: 50 famiglie altamurane prossime allo sfratto
sabato 6 febbraio 2016
Sembra un paradosso invece è il racconto di una storia tristemente vera.
Protagonista una famiglia altamurana, padre, madre disabile civile e due figli minori. Un uomo, ex falegname in cerca di un'occupazione, a cui un parroco ha offerto in locazione una abitazione di proprietà di una parrocchia altamurana a cui Domenico, questo il suo nome, ha sempre corrisponde il canone dovuto. Tutto è andato avanti, senza particolari intoppi sino a quando due anni fa l'amara sorpresa: il parroco chiede e pretende di tornare in possesso dell'immobile dove attualmente vive la famiglia al fine di creare una casa per senza tetto.
Dalle richieste alle vie legali il passo è breve e l'istanza del parroco è arrivata sulla scrivania di un giudice che ha disposto lo sfratto a far data dai primi giorni di aprile 2016.
A raccontare la vicenda alla stampa è Michele Micunco, presidente della Confconsumatori di Altamura.
Una storia assurda di cui sono stati informati il sindaco e alcuni consiglieri comunali oltre al vescovo della Diocesi a cui ora Micunco rinfaccia di "non hanno saputo, oltre le promesse di facciata, individuare una idonea e dignitosa alternativa allo sfratto".
Di qui l'appello ad aiutare questa sfortunata famiglia. " Domenico chiede un lavoro anche per poche ore al giorno che gli permetta di poter autonomamente ricercare una abitazione e dare adeguate garanzie ai proprietari in quanto attualmente l'unico reddito familiare è dato dalla pensione di invalidità civile della moglie di Domenico R. e qualche contributo assistenziale dei servizi sociali del Comune assolutamente insufficiente per poter consentire di locare una abitazione che possa definirsi tale perché fino ad oggi le uniche alternative a lui e alla sua famiglia proposte da vari soggetti si sono rivelate delle vere e proprie catapecchie fatiscenti che hanno altresì avuto l'effetto di caricare di ulteriore umiliazione la già precaria situazione generale".
Una storia uguale a tante altre storie di solitudine e umiliazione su cui la Confconsumatori torna ad accendere i riflettori a pochi giorni dall'incontro avvenuto a palazzo di città con il primo cittadino Giacinto forte a cui è stato chiesto di farsi carico di una iniziativa di sensibilizzazione pubblica del tema che interessa non meno di una 50 famiglie Altamurane di cui molte costrette a bivaccare in auto o situazioni di assoluta emergenza ai limiti della disumanità.
"Sorprende e non poco – denunciano ancora dall'associazione - che la "Chiesa locale" che ha sempre dimostrato livelli di grande e profonda solidarietà nei confronti dei più bisognosi in una città che è stata colpita particolarmente da lunghi anni di crisi economica ed occupazionale con gli oltre 5000 posti di lavoro persi nel settore manifatturiero del mobile ed imbottito, non riesca con la collaborazione delle istituzioni comunali ed il sindaco in primis a trovare una opportunità che renda doppiamente libera la famiglia di Domenico e non solo dall'abbandono sociale e l'estrema povertà prima che lo sfratto si concretizzi".
Dalla Confconsumatori di Altamura si leva l'appello rivolto all'intera comunità altamurana affinchè dia un segnale concreto di onesta e reale solidarietà a qualunque titolo, invitando cittadini, imprese ed istituzioni a voler dare un sostegno occupazionale o abitativo a questa famiglia attraverso i responsabili della Confconsumatori.
Protagonista una famiglia altamurana, padre, madre disabile civile e due figli minori. Un uomo, ex falegname in cerca di un'occupazione, a cui un parroco ha offerto in locazione una abitazione di proprietà di una parrocchia altamurana a cui Domenico, questo il suo nome, ha sempre corrisponde il canone dovuto. Tutto è andato avanti, senza particolari intoppi sino a quando due anni fa l'amara sorpresa: il parroco chiede e pretende di tornare in possesso dell'immobile dove attualmente vive la famiglia al fine di creare una casa per senza tetto.
Dalle richieste alle vie legali il passo è breve e l'istanza del parroco è arrivata sulla scrivania di un giudice che ha disposto lo sfratto a far data dai primi giorni di aprile 2016.
A raccontare la vicenda alla stampa è Michele Micunco, presidente della Confconsumatori di Altamura.
Una storia assurda di cui sono stati informati il sindaco e alcuni consiglieri comunali oltre al vescovo della Diocesi a cui ora Micunco rinfaccia di "non hanno saputo, oltre le promesse di facciata, individuare una idonea e dignitosa alternativa allo sfratto".
Di qui l'appello ad aiutare questa sfortunata famiglia. " Domenico chiede un lavoro anche per poche ore al giorno che gli permetta di poter autonomamente ricercare una abitazione e dare adeguate garanzie ai proprietari in quanto attualmente l'unico reddito familiare è dato dalla pensione di invalidità civile della moglie di Domenico R. e qualche contributo assistenziale dei servizi sociali del Comune assolutamente insufficiente per poter consentire di locare una abitazione che possa definirsi tale perché fino ad oggi le uniche alternative a lui e alla sua famiglia proposte da vari soggetti si sono rivelate delle vere e proprie catapecchie fatiscenti che hanno altresì avuto l'effetto di caricare di ulteriore umiliazione la già precaria situazione generale".
Una storia uguale a tante altre storie di solitudine e umiliazione su cui la Confconsumatori torna ad accendere i riflettori a pochi giorni dall'incontro avvenuto a palazzo di città con il primo cittadino Giacinto forte a cui è stato chiesto di farsi carico di una iniziativa di sensibilizzazione pubblica del tema che interessa non meno di una 50 famiglie Altamurane di cui molte costrette a bivaccare in auto o situazioni di assoluta emergenza ai limiti della disumanità.
"Sorprende e non poco – denunciano ancora dall'associazione - che la "Chiesa locale" che ha sempre dimostrato livelli di grande e profonda solidarietà nei confronti dei più bisognosi in una città che è stata colpita particolarmente da lunghi anni di crisi economica ed occupazionale con gli oltre 5000 posti di lavoro persi nel settore manifatturiero del mobile ed imbottito, non riesca con la collaborazione delle istituzioni comunali ed il sindaco in primis a trovare una opportunità che renda doppiamente libera la famiglia di Domenico e non solo dall'abbandono sociale e l'estrema povertà prima che lo sfratto si concretizzi".
Dalla Confconsumatori di Altamura si leva l'appello rivolto all'intera comunità altamurana affinchè dia un segnale concreto di onesta e reale solidarietà a qualunque titolo, invitando cittadini, imprese ed istituzioni a voler dare un sostegno occupazionale o abitativo a questa famiglia attraverso i responsabili della Confconsumatori.