Il "Parco dei templari" restituito alla famiglia Sorangelo
Dopo molti anni anni l'immobile torna al proprietario, assolto dalle accuse
martedì 29 gennaio 2019
È avvenuta ufficialmente nella mattinata di ieri la riconsegna del complesso Parco dei Templari nelle mani di Saverio Sorangelo, l'imprenditore gravinese indagato, processato e assolto per associazione mafiosa.
Concluso l'iter giudiziario. Dopo la pronuncia della Corte d'appello, che si è espressa in conformità con la Cassazione che già due anni fa ha dato ragione alla famiglia Sorangelo, l'Agenzia del Demanio ha restituito la sala ricevimenti al legittimo proprietario.
Sorangelo, che era ritenuto dalla Dda di Bari il cassiere del clan Mangione-Gigante-Matera, è stato assolto nel dicembre 2014 con sentenza ormai passata in giudicato dall'accusa di traffico di droga risalente alla fine degli anni novanta, ottenendo il diritto alla restituzione di tutti i suoi beni, anche perché acquistati dopo i fatti contestati.
Il complesso Parco dei Templari era stato sequestrato, in via definitiva il 4 febbraio 2011 dall'Agenzia Nazionale per i Beni Confiscati alla Criminalità Organizzata, al termine di una lunga vicenda giudiziaria che perdurava sin dal 2003, quando il Tribunale di Bari dispose il sequestro dell'immobile nei confronti del proprietario e della società Parco dei Templari.
Con un valore stimato di 16 milioni di euro, la sala ricevimenti fu costruita in territorio di Altamura lungo la strada "La Tarantina", su un insediamento fortificato del 1118 di cui è ancora possibile ammirare i resti. Una struttura faraonica, che la suo interno comprende, oltre alle sale da pranzo, anche un albergo e aree verdi destinate a parcheggio per una superficie totale di 75.102 mq.
Dopo il sequestro e lo sfratto esecutivo, l'Agenzia del demanio aveva affidato il resort allo chef Gianfranco Vissani a cui era assegnata l'intera gestione della struttura. Dopo una cerimonia inaugurale in pompa magna e un'annata poco gloriosa, questa gestione è terminata comportando la chiusura definitiva della struttura ribattezzata Antica Masseria dell'Alta Murgia.
Il 2 ottobre 2014 il bene confiscato è stato destinato dall'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC) e consegnato dall'Agenzia del Demanio - Direzione Regionale Puglia e Basilicata - al Ministero dell'Istruzione.
Pochi mesi dopo la Direzione Generale per lo Studente, l'integrazione e la Partecipazione del MIUR, attraverso un protocollo con l'Associazione Italiana Alberghi per la Gioventù (A.I.G.), ha consegnato il bene in comodato d'uso gratuito all'Associazione Temporanea di Scopo (ATS) denominata "Antica Masseria dell'Alta Murgia" costituita dall'A.I.G., ente capofila, e dagli istituti scolastici "Denora" di Altamura, "De Gimmis" di Terlizzi e "Lotti" di Andria con l'obiettivo di affidare il resort alle scuole del territorio bissando l'esperimento già avviato, e poi fallito, alla Dimora del Barone, altro bene confiscato e restituito nel 2016 alla famiglia Sorangelo.
L'ultimo atto pubblico risale al 2017 con un protocollo di intesa tra i Comuni di Gravina e Matera per la realizzazione del progetto F.O.R.T.E. - Formazione, Orientamento, Reinserimento, Tutorship, Empowerment sottoscritto con il Miur e che prevedeva la costituzione di un Centro per il contrasto alla dispersione scolastica, per la formazione in alternanza scuola-lavoro, per il supporto a giovani con disagio. Un progetto tuttavia rimasto solo su carta.
Lunedì, invece, l'Agenzia del Demanio ha posto la parola fine ad una vicenda ventennale di cui, tuttavia, tra fallimenti e nuove speranze non è mai stata raccontata tutta la verità.
Concluso l'iter giudiziario. Dopo la pronuncia della Corte d'appello, che si è espressa in conformità con la Cassazione che già due anni fa ha dato ragione alla famiglia Sorangelo, l'Agenzia del Demanio ha restituito la sala ricevimenti al legittimo proprietario.
Sorangelo, che era ritenuto dalla Dda di Bari il cassiere del clan Mangione-Gigante-Matera, è stato assolto nel dicembre 2014 con sentenza ormai passata in giudicato dall'accusa di traffico di droga risalente alla fine degli anni novanta, ottenendo il diritto alla restituzione di tutti i suoi beni, anche perché acquistati dopo i fatti contestati.
Il complesso Parco dei Templari era stato sequestrato, in via definitiva il 4 febbraio 2011 dall'Agenzia Nazionale per i Beni Confiscati alla Criminalità Organizzata, al termine di una lunga vicenda giudiziaria che perdurava sin dal 2003, quando il Tribunale di Bari dispose il sequestro dell'immobile nei confronti del proprietario e della società Parco dei Templari.
Con un valore stimato di 16 milioni di euro, la sala ricevimenti fu costruita in territorio di Altamura lungo la strada "La Tarantina", su un insediamento fortificato del 1118 di cui è ancora possibile ammirare i resti. Una struttura faraonica, che la suo interno comprende, oltre alle sale da pranzo, anche un albergo e aree verdi destinate a parcheggio per una superficie totale di 75.102 mq.
Dopo il sequestro e lo sfratto esecutivo, l'Agenzia del demanio aveva affidato il resort allo chef Gianfranco Vissani a cui era assegnata l'intera gestione della struttura. Dopo una cerimonia inaugurale in pompa magna e un'annata poco gloriosa, questa gestione è terminata comportando la chiusura definitiva della struttura ribattezzata Antica Masseria dell'Alta Murgia.
Il 2 ottobre 2014 il bene confiscato è stato destinato dall'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC) e consegnato dall'Agenzia del Demanio - Direzione Regionale Puglia e Basilicata - al Ministero dell'Istruzione.
Pochi mesi dopo la Direzione Generale per lo Studente, l'integrazione e la Partecipazione del MIUR, attraverso un protocollo con l'Associazione Italiana Alberghi per la Gioventù (A.I.G.), ha consegnato il bene in comodato d'uso gratuito all'Associazione Temporanea di Scopo (ATS) denominata "Antica Masseria dell'Alta Murgia" costituita dall'A.I.G., ente capofila, e dagli istituti scolastici "Denora" di Altamura, "De Gimmis" di Terlizzi e "Lotti" di Andria con l'obiettivo di affidare il resort alle scuole del territorio bissando l'esperimento già avviato, e poi fallito, alla Dimora del Barone, altro bene confiscato e restituito nel 2016 alla famiglia Sorangelo.
L'ultimo atto pubblico risale al 2017 con un protocollo di intesa tra i Comuni di Gravina e Matera per la realizzazione del progetto F.O.R.T.E. - Formazione, Orientamento, Reinserimento, Tutorship, Empowerment sottoscritto con il Miur e che prevedeva la costituzione di un Centro per il contrasto alla dispersione scolastica, per la formazione in alternanza scuola-lavoro, per il supporto a giovani con disagio. Un progetto tuttavia rimasto solo su carta.
Lunedì, invece, l'Agenzia del Demanio ha posto la parola fine ad una vicenda ventennale di cui, tuttavia, tra fallimenti e nuove speranze non è mai stata raccontata tutta la verità.