Il Comune ha revocato autorizzazione a un laboratorio di analisi
Dottor Panaro ad AltamuraLife: "Sono estraneo a questa vicenda"
lunedì 12 agosto 2019
16.00
Con determina dirigenziale del 4° settore competente sui servizi sociali, datata 9 luglio, il Comune di Altamura ha revocato ad una struttura operante ad Altamura l'autorizzazione "all'esercizio dell'attività di medicina di base per analisi ematochimiche, cliniche e batteriologiche". Il provvedimento è pieno di "omissis" e, anche se non espressamente indicato, è ormai di pubblico dominio e lo riportiamo per dovere e diritto di cronaca che si tratta del laboratorio che operava in via S. Ronchetti.
La revoca dell'autorizzazione fa seguito alle verifiche degli organi competenti. Come si legge testualmente nell'atto, la Asl Bari ha rilevato, a seguito di istruttoria, che presso la struttura "non venivano effettuate tutte le determinazioni analitiche previste" ma "prevalentemente prelievi citologici, prelievi di sangue capillare e venoso e prelievi microbiologici".
La struttura sottoposta a verifica era già stata diffidata dalla Regione Puglia alla "rimozione della criticità relativa all'esternalizzazione della totalità delle attività analitiche in relazione ai prelievi biologici effettuati in house fungendo di fatto da mero punto prelievo che, oltre alla carenza dei requisiti ai fini dell'autorizzazione in esercizio, configura sia la fattispecie della carenza requisiti di accreditamento che quella di violazione grave dell'accordo contrattuale" (si cita l'articolo 26 della Legge regionale 9/2017).
Bisogna precisare che la struttura ha fornito le proprie risposte e la documentazione richiesta, dichiarando il possesso dei requisiti. Però, stando agli atti, l'autorità sanitaria ha deciso di non accoglierle. L'iter si è quindi concluso con la revoca dell'autorizzazione da parte del Comune, competente per il rilascio o per la revoca. La società in questione può agire nelle opportune sedi per far valere le proprie ragioni.
In merito a tale questione, alla redazione di AltamuraLife si è rivolto il dottor Vincenzo Panaro, medico e analista che ha voluto rendere nota la propria "estraneità alla vicenda".
"Questa struttura in via Scipione Ronchetti 15 l'ho ceduta quattro anni fa - spiega -. Ne ero il titolare. Il Laboratorio era autorizzato e accreditato. Mi preme spiegare in breve come funziona l'iter procedurale. Per un laboratorio di analisi il primo requisito per quanto attiene il personale è quello di avere un direttore sanitario, vale a dire un medico che è specialista nella materia o specializzato. Questo è il primo tassello. Poi ci sono altre figure come i tecnici di laboratorio, gli ausiliari, ecc. Per quanto riguarda i requisiti strutturali ci sono i layout, le attrezzature, ecc. L'autorizzazione viene concessa dall'autorità comunale previa verifica del Sisp (servizio igiene e sanità pubblica) che prima si chiamava ufficio igiene. Una volta ottenuta l'autorizzazione, si chiede l'accreditamento alla Regione per svolgere prestazioni per il servizio sanitario".
"Ho venduto la struttura nel 2015 - conclude - sia per aver superato i limiti di età che per la progressiva riduzione dei budget assegnati dalla Asl. Su questo punto è doveroso un approfondimento. C'è stato un cambiamento istituzionale improvviso. Un giorno tutti i laboratori sono stati chiamati, uno per uno, ed a ciascuno è stato assegnato un budget. Per me, rispetto ai fatturati, significava il fallimento perché avevo fatto investimenti. Tutto ciò poi non in un arco temporale bensì in maniera perentoria. Ho anche denunciato che c'è stata gente che si è ritrovata ad avere un budget uguale al mio pur avendo un fatturato di poche decine di migliaia di euro. Non potendo dare la stessa qualità e aggiungendo la circostanza che stavo superando i limiti di età, ho deciso di vendere ad un'altra società".
"Per questo sono venuto nella redazione di Altamuralife - dice ancora Panaro - per far sapere ai cittadini di Altamura che il dottor Vincenzo Panaro era e resta una persona rispettabile perché da quattro anni estranea all'operato di questa struttura. Siccome il mio nome veniva sempre accostato ad essa, voglio ribadire questa estraneità. Sono stato infastidito da tale accostamento e a tante persone ho dovuto precisare questo, anche per quanto riguarda i miei figli. Ringrazio Altamuralife per avermi dato la possibilità di poter lanciare questo messaggio, vale a dire che non c'entriamo niente né io e nemmeno mio figlio che lavora presso un ospedale".
Infine un altro messaggio. "Colgo l'occasione - dichiara Panaro - anche per segnalare che ho inviato una nota al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano per esprimere la mia contrarietà, da cittadino e medico, all'ipotesi di cui si discute a livello regionale di una rete di laboratori che fungono solo da punti di prelievo e che dovrebbero dipendere da una struttura centralizzata. Quindi un punto prelievo che prende il sangue, lo trasporta a chilometri di distanza, non sappiamo come, non sappiamo chi controlla. Io direi: ma di cosa stiamo parlando? non ne soffre la qualità? Un'ipotesi che ad Altamura non servirebbe perché abbiamo un ospedale efficientissimo e con macchinari all'avanguardia e ci sono altri due laboratori accreditati, quindi c'è una capacità esaustiva. Questo è un tema su cui è importante parlare perché a mio avviso produrrebbe problemi ai laboratori locali della nostra regione".
La revoca dell'autorizzazione fa seguito alle verifiche degli organi competenti. Come si legge testualmente nell'atto, la Asl Bari ha rilevato, a seguito di istruttoria, che presso la struttura "non venivano effettuate tutte le determinazioni analitiche previste" ma "prevalentemente prelievi citologici, prelievi di sangue capillare e venoso e prelievi microbiologici".
La struttura sottoposta a verifica era già stata diffidata dalla Regione Puglia alla "rimozione della criticità relativa all'esternalizzazione della totalità delle attività analitiche in relazione ai prelievi biologici effettuati in house fungendo di fatto da mero punto prelievo che, oltre alla carenza dei requisiti ai fini dell'autorizzazione in esercizio, configura sia la fattispecie della carenza requisiti di accreditamento che quella di violazione grave dell'accordo contrattuale" (si cita l'articolo 26 della Legge regionale 9/2017).
Bisogna precisare che la struttura ha fornito le proprie risposte e la documentazione richiesta, dichiarando il possesso dei requisiti. Però, stando agli atti, l'autorità sanitaria ha deciso di non accoglierle. L'iter si è quindi concluso con la revoca dell'autorizzazione da parte del Comune, competente per il rilascio o per la revoca. La società in questione può agire nelle opportune sedi per far valere le proprie ragioni.
In merito a tale questione, alla redazione di AltamuraLife si è rivolto il dottor Vincenzo Panaro, medico e analista che ha voluto rendere nota la propria "estraneità alla vicenda".
"Questa struttura in via Scipione Ronchetti 15 l'ho ceduta quattro anni fa - spiega -. Ne ero il titolare. Il Laboratorio era autorizzato e accreditato. Mi preme spiegare in breve come funziona l'iter procedurale. Per un laboratorio di analisi il primo requisito per quanto attiene il personale è quello di avere un direttore sanitario, vale a dire un medico che è specialista nella materia o specializzato. Questo è il primo tassello. Poi ci sono altre figure come i tecnici di laboratorio, gli ausiliari, ecc. Per quanto riguarda i requisiti strutturali ci sono i layout, le attrezzature, ecc. L'autorizzazione viene concessa dall'autorità comunale previa verifica del Sisp (servizio igiene e sanità pubblica) che prima si chiamava ufficio igiene. Una volta ottenuta l'autorizzazione, si chiede l'accreditamento alla Regione per svolgere prestazioni per il servizio sanitario".
"Ho venduto la struttura nel 2015 - conclude - sia per aver superato i limiti di età che per la progressiva riduzione dei budget assegnati dalla Asl. Su questo punto è doveroso un approfondimento. C'è stato un cambiamento istituzionale improvviso. Un giorno tutti i laboratori sono stati chiamati, uno per uno, ed a ciascuno è stato assegnato un budget. Per me, rispetto ai fatturati, significava il fallimento perché avevo fatto investimenti. Tutto ciò poi non in un arco temporale bensì in maniera perentoria. Ho anche denunciato che c'è stata gente che si è ritrovata ad avere un budget uguale al mio pur avendo un fatturato di poche decine di migliaia di euro. Non potendo dare la stessa qualità e aggiungendo la circostanza che stavo superando i limiti di età, ho deciso di vendere ad un'altra società".
"Per questo sono venuto nella redazione di Altamuralife - dice ancora Panaro - per far sapere ai cittadini di Altamura che il dottor Vincenzo Panaro era e resta una persona rispettabile perché da quattro anni estranea all'operato di questa struttura. Siccome il mio nome veniva sempre accostato ad essa, voglio ribadire questa estraneità. Sono stato infastidito da tale accostamento e a tante persone ho dovuto precisare questo, anche per quanto riguarda i miei figli. Ringrazio Altamuralife per avermi dato la possibilità di poter lanciare questo messaggio, vale a dire che non c'entriamo niente né io e nemmeno mio figlio che lavora presso un ospedale".
Infine un altro messaggio. "Colgo l'occasione - dichiara Panaro - anche per segnalare che ho inviato una nota al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano per esprimere la mia contrarietà, da cittadino e medico, all'ipotesi di cui si discute a livello regionale di una rete di laboratori che fungono solo da punti di prelievo e che dovrebbero dipendere da una struttura centralizzata. Quindi un punto prelievo che prende il sangue, lo trasporta a chilometri di distanza, non sappiamo come, non sappiamo chi controlla. Io direi: ma di cosa stiamo parlando? non ne soffre la qualità? Un'ipotesi che ad Altamura non servirebbe perché abbiamo un ospedale efficientissimo e con macchinari all'avanguardia e ci sono altri due laboratori accreditati, quindi c'è una capacità esaustiva. Questo è un tema su cui è importante parlare perché a mio avviso produrrebbe problemi ai laboratori locali della nostra regione".