IDV, lettera aperta all’On. Alfredo Mantovano

“Tanto rumore per nulla”. Nella nota: "Qualche incarichetto di qua e uno di là"

lunedì 4 ottobre 2010 17.28
Venerdì 1 ottobre il coordinatore cittadino dell'Italia dei Valori di Altamura, Filippo Lemma, ha scritto una lettera aperta al sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano. «Ci eravamo sbagliati - si legge - tanto rumore per nulla. Altamura è davvero un'isola felice, dove tutto scorre magnificamente. Anzi, è la città dei balocchi, dove chi ci amministra gioca prima a parlare a vanvera, poi a dimettersi, e poi dopo a tornare nuovamente in sella attraverso un espediente degno della migliore tradizione di bizantinismo della politica. Questo ci viene da considerare dopo la rappresentazione farsesca che si è consumata nell'ultimo Consiglio comunale, che ha visto il ritiro delle dimissioni dei Sindaco Stacca (PDL), e l'approvazione di un illusorio e fumoso ordine del giorno, che invita tutta la maggioranza ad assumersi le proprie responsabilità scaturite dall'intera vicenda».

«Quali? - continua la lettera - Dambrosio è ancora il Presidente del Consiglio, eletto dalla maggioranza, se non ricordiamo male, dopo un una lunga e controversa gestazione. Ed ora cosa accadrà? Cambierà partito? Tutto risolto a giudicare dagli scroscianti applausi che sottolineavano la decisione del Sindaco di ritirare le sue, non tanto granitiche, dimissioni. La soluzione non era in una manichea scelta di responsabilità che si doveva operare, ma semplicemente in un riequilibrio all'interno della maggioranza e della compagine governativa. Insomma un problema di pesi e contrappesi. Un piccolo rimpastino in giunta, qualche incarichetto di qua e uno di là, per ottenere la quadratura del cerchio, per mettere a tacere qualche consigliere insoddisfatto. Insomma, attendiamo che venga presa questa generica assunzione di responsabilità. In che modo, se e quando, non è dato sapere agli altamurani. Sono tanti i dubbi che attraversano la nostra mente».

«Forse questa non è la città che ha visto l'omicidio di un capoclan mafioso - si legge - o persona votata ad eccessivo altruismo, dipende dai punti di vista. Parole in libertà si dirà, poi basta chiedere contritamente e cristianamente scusa, che tutto si accomoda. Forse Altamura non è quella città che ha visto la necessità di convocare un tavolo tecnico fra i vertici delle istituzioni e i più alti rappresentanti delle forze dell'ordine, da lei presieduto, per discutere di un'emergenza criminalità da non sottovalutare. Forse Altamura non è più la città dove si è reso necessario l'intervento di un magistrato esperto nel contrasto alla criminalità organizzata per fare piena luce non solo sull'ultimo fatto di sangue, ma su tutto l'intreccio mafioso-affaristico-politico che ha caratterizzato la vita della cittadina barese, come si legge in un comunicato della Dia e Dda. Intanto, un magistrato antimafia ad Altamura, per intenderci, inizia a ficcare il naso in parecchie vicende poco trasparenti».

«Forse, On. Mantovano - così si conclude la lettera - ci siamo sbagliati in tutto, in quanto chi amministra la città del pane e delle chiacchiere non ha nessuna voglia di assumersi le proprie responsabilità. Ma quali doveri istituzionali… mi consenta. Cose di altri tempi. Esiste un Presidente del Consiglio ancora in carica, non dimissionario, ovviamente? Ma, per non rassegnarci ad una città dove tutto è permesso, l'Italia dei Valori, il partito di Di Pietro, insomma, che strilla sempre in Parlamento, e che tanto fa sorridere il premier Berlusconi, sostiene una mozione di sfiducia presentata dall'opposizione consiliare nei confronti del Presidente del Consiglio Comunale Dambrosio, simbolo di un corto circuito istituzionale ancora irrisolto e di un equilibrio precario fra Politica e mondo economico ed imprenditoriale a dir poco discutibile. Qui, caro Onorevole, c'è poco da stare allegri, e non abbiamo nessuna voglia di stare a guardare, o ci stiamo sbagliando?»