I segreti del nucleare in Puglia, Basilicata e Sicilia

Presentato il libro di Marisa Ingrosso

giovedì 11 aprile 2019 19.40
Il libro-inchiesta "Sud Atomico. Gli esperimenti, gli incidenti, le contaminazioni" della giornalista Marisa Ingrosso è arrivato proprio come una "bomba", ieri alla Feltrinelli Point di Altamura.
Il libro rompe il silenzio in cui per anni il nostro Paese ha vissuto e ricostruisce, sulla base di documenti ufficiali degli archivi storici delle maggiori organizzazioni internazionali e americane per il nucleare, una tristissima e scioccante testimonianza.
Cosa è accaduto nell'ambito della "filiera atomica" italiana? Quanto e come sono colpite Basilicata, Sicilia e Puglia dalle contaminazioni nucleari? Questo l'autrice cerca di spiegarlo, mettendo un punto a quella che viene definita "omertà di Stato" e che rende difficile, se non impossibile, recuperare documenti, informazioni utili per poter capire come il nostro Paese sia al servizio del nucleare, senza distinzione tra civile e militare. Del resto, che differenza c'è? Il nucleare civile e quello militare vanno di pari passo, non può esserci l'uno senza l'altro, purtroppo.
Il libro è un vero e proprio specchio della realtà, di una realtà fatta di depositi nucleari fatiscenti, al limite della legalità per le scarsissime condizioni di sicurezza in cui versano, occultati, nascosti, perché nessuno li veda, sappia, ne conosca le precarie misure di sicurezza, ne parli, protesti. Eppure, gli incidenti nucleari ci sono e ce ne sono tanti, tantissimi.
Non è pensabile che in un Paese democratico, come si suole definire l'Italia, questa democrazia "incompiuta", che non lascia spazio, ma anzi soffoca i pareri dissidenti, come si è cercato di fare con Scanzano Jonico, non ci sia la possibilità di replicare, di contestare. Non si deve pensare a questi come problemi lontani da noi perché, purtroppo, da un momento all'altro, lo Stato potrebbe imporre con le sue paradossali leggi e con la segretissima carta nazionale delle aree potenzialmente idonee, di piazzare un bel deposito nucleare a due passi da noi. Ebbene sì, perché, in caso di mancato accordo con i comuni, un "democraticissimo" decreto può imporre la presenza di questi depositi, come se fossero solo dei rumorosi vicini.
All'incontro ha partecipato anche il professor Piero Castoro che, dialogando con l'autrice, ha tracciato un excursus sulla storia del nucleare e dei disastri atomici e di quella paura delle armi nucleari tipica della "guerra fredda" e in cui, purtroppo, potremmo ritrovarci a vivere, questa volta non per colpa di una contrapposizione politica tra superpotenze, ma per interessi esclusivamente economici.

N.V.