I parlamentari pugliesi dicono no alle trivellazioni nel Mediterraneo
L’appello unanime al Governo. Il segretario cittadino del Pd Michele Cornacchia: «Monito ed esempio»
giovedì 29 dicembre 2011
09.15
Una mozione che impegni il Governo «ad adottare le opportune iniziative volte ad annullare tutte le autorizzazioni in corso e ad effettuare la moratoria per le trivellazioni nel Mediterraneo in acque nazionali». È quella presentata dai parlamentari pugliesi per dire no all'estrazione del petrolio nei mari italiani. Primo firmatario, Antonio Di Pietro. Si chiede «di presentare nel più breve tempo possibile un provvedimento legislativo che apporti le idonee e necessarie modifiche alle disposizioni nazionali, in maniera da salvaguardare l'autonomia delle comunità interessate ed il loro reale coinvolgimento in progetti di tali dimensioni e incidenza territoriale».
La richiesta dei gruppi parlamentari è, inoltre, di «prevedere il parere obbligatorio e vincolante delle regioni, anche relativamente ad autorizzazioni già rilasciate, ed eventualmente di sospendere con urgenza, mediante atti di natura amministrativa, ove possibile, lo svolgimento delle attività di ricerca ed estrazione attualmente in fase di svolgimento».
Per i parlamentari pugliesi «l'alto numero di autorizzazioni rilasciate fa pensare ad un vero e proprio attacco al Mediterraneo nel tratto compreso tra Sicilia, Calabria e Puglia». Nel documento sottoscritto dai politici si mettono in evidenza i danni all'ambiente e all'uomo provocati dalle piattaforme petrolifere, causa anche di «incidenti estremamente gravi». Un coro unanime che sottolinea anche «la perdita di valore turistico per le zone che subiscono la presenza di questi impianti ed il conseguente danno per l'economia locale».
Cittadini e istituzioni locali hanno già manifestato il loro dissenso organizzando iniziative di protesta, come quella di Monopoli del 23 gennaio 2010, che ha visto la partecipazione di oltre 7mila persone, o quella a Termoli del 7 maggio 2011 contro le trivellazioni alle Isole Tremiti, alla quale hanno aderito 280 associazioni tra Puglia, Abruzzo e Molise e circa 3mila manifestanti. Le associazioni impegnate contro le trivellazioni, in un incontro con il Consiglio regionale della Puglia, hanno annunciato una mobilitazione che coinvolgerà istituzioni, enti locali, parlamentari, sindacati, sigle professionali, associazioni e tantissimi giovani.
Il 19 luglio scorso il Consiglio regionale della Puglia ha approvato all'unanimità una proposta di legge sul "Divieto di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi", tutelando dall'attività estrattiva tutta l'area adriatica.
Per il segretario cittadino del Pd Michele Cornacchia l'azione dei parlamentari pugliesi rappresenta «un monito e un esempio per tutte le aggregazioni politiche, movimenti ed associazioni varie, affinché il 2012 sia preludio di un nuovo "risorgimento" del nostro territorio e della nostra città. Sulle grandi questioni che interessano tutta la comunità pugliese - aggiunge - è soddisfacente vedere l'impegno collettivo, senza distinzione di appartenenza».
La richiesta dei gruppi parlamentari è, inoltre, di «prevedere il parere obbligatorio e vincolante delle regioni, anche relativamente ad autorizzazioni già rilasciate, ed eventualmente di sospendere con urgenza, mediante atti di natura amministrativa, ove possibile, lo svolgimento delle attività di ricerca ed estrazione attualmente in fase di svolgimento».
Per i parlamentari pugliesi «l'alto numero di autorizzazioni rilasciate fa pensare ad un vero e proprio attacco al Mediterraneo nel tratto compreso tra Sicilia, Calabria e Puglia». Nel documento sottoscritto dai politici si mettono in evidenza i danni all'ambiente e all'uomo provocati dalle piattaforme petrolifere, causa anche di «incidenti estremamente gravi». Un coro unanime che sottolinea anche «la perdita di valore turistico per le zone che subiscono la presenza di questi impianti ed il conseguente danno per l'economia locale».
Cittadini e istituzioni locali hanno già manifestato il loro dissenso organizzando iniziative di protesta, come quella di Monopoli del 23 gennaio 2010, che ha visto la partecipazione di oltre 7mila persone, o quella a Termoli del 7 maggio 2011 contro le trivellazioni alle Isole Tremiti, alla quale hanno aderito 280 associazioni tra Puglia, Abruzzo e Molise e circa 3mila manifestanti. Le associazioni impegnate contro le trivellazioni, in un incontro con il Consiglio regionale della Puglia, hanno annunciato una mobilitazione che coinvolgerà istituzioni, enti locali, parlamentari, sindacati, sigle professionali, associazioni e tantissimi giovani.
Il 19 luglio scorso il Consiglio regionale della Puglia ha approvato all'unanimità una proposta di legge sul "Divieto di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi", tutelando dall'attività estrattiva tutta l'area adriatica.
Per il segretario cittadino del Pd Michele Cornacchia l'azione dei parlamentari pugliesi rappresenta «un monito e un esempio per tutte le aggregazioni politiche, movimenti ed associazioni varie, affinché il 2012 sia preludio di un nuovo "risorgimento" del nostro territorio e della nostra città. Sulle grandi questioni che interessano tutta la comunità pugliese - aggiunge - è soddisfacente vedere l'impegno collettivo, senza distinzione di appartenenza».