I falò altamurani di San Giuseppe
Fra tante bellezze, anche una nota stonata…
sabato 20 marzo 2010
Una tradizione che si rinnova ogni anno, quella dei "falò di san Giuseppe". Ieri sera, a guardarla dalla circonvallazione, Altamura sembrava puntellata da tante fiammelle sparse. È la voglia di fare qualche passo indietro nel tempo per ricordare le usanze di una volta, quando bastava poco per trascorrere una bella serata.
Ore 20.30. Per le strade ed i quartieri illuminati dai "fuochi dedicati al Santo falegname", la gente sembra passeggiare spensierata. Come non notare l'allegria e la spontaneità dei bambini, felici di vedere accesi i falò preparati da loro nei giorni precedenti il 19 marzo.
«I falò si accendono perché San Giuseppe era falegname», racconta qualche anziano, «la fiamma va data quando cala il sole».
Un gruppo di ragazzini di via Rocco Di Cillo afferma di aver impiegato una settimana per preparare il falò del quartiere: «Abbiamo lavorato tutti i giorni». Mostrano, sui loro telefonini, le foto e i video della serata.
Per le strade, odore di bruciato buono. È piacevole sostare davanti al fuoco. Falò in via Selva, in via Santeramo (uno nel cortile della Chiesa della Trasfigurazione), in via Carpentino, nei pressi di via Giovanni XXIII.
Nel quartiere Trentacapilli si respira aria di festa. Due grossi falò illuminano l'intera zona. Il cortiletto della chiesa Santissimo Redentore ospita una manifestazione organizzata dall'associazione Alta Cultura e Aisic (Associazione Italiana Stress e Invecchiamento Cellulare) Puglia. L'hanno chiamata "La luna e i falò", titolo di un romanzo di Cesare Pavese. A dare una mano, gli stessi parrocchiani. Il profumo di carne arrosto attira i cittadini. Alla gente vengono offerte bruschette, pane e ceci, panino con la salsiccia e vino. Non può mancare la "panedde di San Giuseppe". A "musicare l'atmosfera", il gruppo "Res Cogitans".
Nell'allegria della festa, anche una nota stonata. Tra una passeggiata e l'altra per le vie del quartiere Trentacapilli, a nessuno sarà sfuggita l'incivile presenza, per terra, di una grossa quantità (ammassata, tra l'altro) di manifesti elettorali strappati. Cosa avranno pensato i visitatori venuti ad Altamura per godersi la bellezza della città del pane in una serata di festa? Uno "spettacolo" davvero poco esemplare. Lo proponiamo in foto.
Ore 20.30. Per le strade ed i quartieri illuminati dai "fuochi dedicati al Santo falegname", la gente sembra passeggiare spensierata. Come non notare l'allegria e la spontaneità dei bambini, felici di vedere accesi i falò preparati da loro nei giorni precedenti il 19 marzo.
«I falò si accendono perché San Giuseppe era falegname», racconta qualche anziano, «la fiamma va data quando cala il sole».
Un gruppo di ragazzini di via Rocco Di Cillo afferma di aver impiegato una settimana per preparare il falò del quartiere: «Abbiamo lavorato tutti i giorni». Mostrano, sui loro telefonini, le foto e i video della serata.
Per le strade, odore di bruciato buono. È piacevole sostare davanti al fuoco. Falò in via Selva, in via Santeramo (uno nel cortile della Chiesa della Trasfigurazione), in via Carpentino, nei pressi di via Giovanni XXIII.
Nel quartiere Trentacapilli si respira aria di festa. Due grossi falò illuminano l'intera zona. Il cortiletto della chiesa Santissimo Redentore ospita una manifestazione organizzata dall'associazione Alta Cultura e Aisic (Associazione Italiana Stress e Invecchiamento Cellulare) Puglia. L'hanno chiamata "La luna e i falò", titolo di un romanzo di Cesare Pavese. A dare una mano, gli stessi parrocchiani. Il profumo di carne arrosto attira i cittadini. Alla gente vengono offerte bruschette, pane e ceci, panino con la salsiccia e vino. Non può mancare la "panedde di San Giuseppe". A "musicare l'atmosfera", il gruppo "Res Cogitans".
Nell'allegria della festa, anche una nota stonata. Tra una passeggiata e l'altra per le vie del quartiere Trentacapilli, a nessuno sarà sfuggita l'incivile presenza, per terra, di una grossa quantità (ammassata, tra l'altro) di manifesti elettorali strappati. Cosa avranno pensato i visitatori venuti ad Altamura per godersi la bellezza della città del pane in una serata di festa? Uno "spettacolo" davvero poco esemplare. Lo proponiamo in foto.