Giornata del Ricordo, giovani in corteo per non dimenticare
Cerimonia finale nella via che ricorda le vittime delle foibe
mercoledì 11 febbraio 2015
10.06
"Foibe nella roccia… e di roccia era anche il cuore".
La metafora riportata da uno degli striscioni portati in corteo racchiude il senso della tragedia delle foibe, commemorata ieri con il corteo-fiaccolata che ha concluso le celebrazioni della Giornata del Ricordo, organizzate dal Comitato "10 febbraio", giuidato dal portavoce Carlo Moramarco.
Il freddo intenso non ha impedito a un centinaio di persone di percorrere il tragitto da Piazza Zanardelli fino a via Caduti delle Foibe, la strada del quartiere Trentacapilli intitolata nel 2009 alle vittime della pulizia etnica operata dai partigiani del Maresciallo Tito contro le popolazioni italiane di Venezia Giulia, Istria e Dalmazia.
Presenti alcuni esponenti politici di schieramenti diversi, a simboleggiare l'unità nel ricordo del dramma al di là delle contrapposizioni di parte, come voluto dalla legge che dal 2004 sancisce il ricordo dei tragici fatti avvenuti dal '43 al '47, ma soprattutto i giovani, che durante il tragitto hanno cantato l'inno di Mameli, sventolando bandiere tricolori.
Nel corteo anche meno giovani testimoni oculari di quegli anni difficili che videro Altamura ospitare diversi esuli delle terre nord-orientali, come il signor Nino Divella, allora ragazzo, che per conto dell'azienda paterna recava quotidianamente viveri ai profughi raccolti nel campo di raccolta di via Gravina.
La cerimonia si è conclusa con la deposizione di fiori, la lettura di alcune poesie e una preghiera per le vittime delle foibe.
La metafora riportata da uno degli striscioni portati in corteo racchiude il senso della tragedia delle foibe, commemorata ieri con il corteo-fiaccolata che ha concluso le celebrazioni della Giornata del Ricordo, organizzate dal Comitato "10 febbraio", giuidato dal portavoce Carlo Moramarco.
Il freddo intenso non ha impedito a un centinaio di persone di percorrere il tragitto da Piazza Zanardelli fino a via Caduti delle Foibe, la strada del quartiere Trentacapilli intitolata nel 2009 alle vittime della pulizia etnica operata dai partigiani del Maresciallo Tito contro le popolazioni italiane di Venezia Giulia, Istria e Dalmazia.
Presenti alcuni esponenti politici di schieramenti diversi, a simboleggiare l'unità nel ricordo del dramma al di là delle contrapposizioni di parte, come voluto dalla legge che dal 2004 sancisce il ricordo dei tragici fatti avvenuti dal '43 al '47, ma soprattutto i giovani, che durante il tragitto hanno cantato l'inno di Mameli, sventolando bandiere tricolori.
Nel corteo anche meno giovani testimoni oculari di quegli anni difficili che videro Altamura ospitare diversi esuli delle terre nord-orientali, come il signor Nino Divella, allora ragazzo, che per conto dell'azienda paterna recava quotidianamente viveri ai profughi raccolti nel campo di raccolta di via Gravina.
La cerimonia si è conclusa con la deposizione di fiori, la lettura di alcune poesie e una preghiera per le vittime delle foibe.