"Feltri chieda scusa o non venderemo il suo giornale"

Iniziativa di un edicolante di Altamura per protesta con il direttore di "Libero"

giovedì 23 aprile 2020 17.22
E' una valanga il moto di indignazione suscitato dalle dichiarazioni del direttore del quotidiano "Libero" Vittorio Feltri sui meridionali "inferiori" rilasciate alla trasmissione televisiva "Fuori dal coro" di Rete 4. Sommerso dalle polemiche e dalle minacce di querela, il giornalista bergamasco ha voluto spiegare le sue parole sostenendo che l'aggettivo "inferiori" fosse riferito al concetto di economia.

Una frase molto brutta, definita da molti anche "razzista". Nonostante la sua spiegazione Feltri ma non ha chiesto scusa a tutti coloro - e sono milioni di cittadini delle regioni del Sud - che si sono sentiti offesi.

A Napoli alcuni edicolanti e giornalai hanno deciso di non vendere più il quotidiano "Libero". E sui social gira moltissimo una locandina affissa all'esterno delle loro attività.

A questa forma di protesta aderisce pure un'edicola di Altamura. La locandina è stata affissa fuori dall'edicola-cartolibreria "Il gessetto" in via Matera. E Saverio Dambrosio spiega: "E' inaudito ciò che è stato detto da Vittorio Feltri sui meridionali. Farebbe bene a chiedere scusa perché sono offese pesanti. Se non chiede scusa, qui non venderemo il suo giornale Libero. Non si può andare in televisione e affermare queste parole. Qui vendiamo tutto ma non si può sopportare questa offesa".

Sulla locandina è riportata una frase molto ironica in cui gli edicolanti e giornalai sostengono di non poter vendere il giornale "Libero". "Essendo meridionali inferiori - si legge - non siamo in grado di comprendere gli arguti articoli di questa testata giornalistica indipendente. Ci voglia scusare il direttore Feltri".