Falso pane al carbone vegetale, la preoccupazione della Cia
Tutelare il pane Dop e soprattutto i produttori della Murgia
sabato 9 gennaio 2016
10.31
"La Befana ha portato in regalo uno sventato attentato alla salute dei consumatori".
Così la Cia di Bari plaude all'iniziativa del Corpo Forestale dello Stato che ha sequestrato anche in provincia di Bari quantitativi di pane al carbone vegetale prodotto da panificatori, i quali aggiungevano una sostanza colorante E153 vietata dalle leggi nazionali ed europee.
"Il comportamento di taluni panificatori - denuncia il presidente della Cia di Bari Vito Scalera - fa ancora più danno ai produttori cerealicoli della provincia di Bari che soprattutto nell'area della Murgia sono impegnati a custodire le nobili varietà di grano duro utilizzate per la produzione del Pane di Altamura a Dop".
Scalera sottolinea che "le tipicità ed i valori delle nostre produzioni agroalimentari non hanno bisogno di queste forme di contraffazione che non fanno altro che creare danno alla salute dei consumatori e al reddito degli agricoltori che tra l'altro devono competere con le importazioni di grano estero, anche di bassa qualità. Fenomeno, quest'ultimo che sta strozzando i cerealicoltori pugliesi. Le quotazioni del nostro grano duro di ottima qualità sono ai minimi storici. Un quintale di grano viene pagato agli stessi prezzi degli anni '80, mentre i costi di produzioni aumentano. Le importazioni indiscriminate e senza controllo pongono in serio dubbio la qualità e la sanità del prodotto finito".
"Tali comportamenti – prosegue il presidente - pongono a rischio anche gli sforzi fatti dagli agricoltori che grazie agli investimenti effettuati con la programmazione comunitaria appena conclusa hanno creduto nella aggregazione e nella filiera cerealicola".
Sono oltre 5000 le aziende che producono grano duro in provincia di Bari su circa 50.000 ettari di superficie con una produzione di circa 2 milioni di quintali ed una pvl di circa 5 milioni di euro, per lo più concentrati nella zona della Murgia nord occidentale del territorio barese. "Il settore cerealicolo - continua Scalera - rappresenta per le zone interne della provincia una risorsa economica e sociale di primaria importanza. Un economia reale, legata al territorio che si fregia del famoso marchio Dop per la produzione del famoso pane di Altamura. Occorre quindi che si ponga fine alla distruttiva politica dell'economia dell'inganno che nuoce alla salute dei consumatori e al reddito dei produttori agricoli.
Il presidente Scalera plaude al rinnovato impegno del Consorzio di promozione e valorizzazione del pane di Altamura a Dop; ma anche qui dice: "C'è bisogno che ci sia un solo pane che è quello a Denominazione di Origine Protetta, l'unico in grado di garantire l'origine della materia prima e la qualità del prodotto finito per tutelare la salute dei consumatori".
Così la Cia di Bari plaude all'iniziativa del Corpo Forestale dello Stato che ha sequestrato anche in provincia di Bari quantitativi di pane al carbone vegetale prodotto da panificatori, i quali aggiungevano una sostanza colorante E153 vietata dalle leggi nazionali ed europee.
"Il comportamento di taluni panificatori - denuncia il presidente della Cia di Bari Vito Scalera - fa ancora più danno ai produttori cerealicoli della provincia di Bari che soprattutto nell'area della Murgia sono impegnati a custodire le nobili varietà di grano duro utilizzate per la produzione del Pane di Altamura a Dop".
Scalera sottolinea che "le tipicità ed i valori delle nostre produzioni agroalimentari non hanno bisogno di queste forme di contraffazione che non fanno altro che creare danno alla salute dei consumatori e al reddito degli agricoltori che tra l'altro devono competere con le importazioni di grano estero, anche di bassa qualità. Fenomeno, quest'ultimo che sta strozzando i cerealicoltori pugliesi. Le quotazioni del nostro grano duro di ottima qualità sono ai minimi storici. Un quintale di grano viene pagato agli stessi prezzi degli anni '80, mentre i costi di produzioni aumentano. Le importazioni indiscriminate e senza controllo pongono in serio dubbio la qualità e la sanità del prodotto finito".
"Tali comportamenti – prosegue il presidente - pongono a rischio anche gli sforzi fatti dagli agricoltori che grazie agli investimenti effettuati con la programmazione comunitaria appena conclusa hanno creduto nella aggregazione e nella filiera cerealicola".
Sono oltre 5000 le aziende che producono grano duro in provincia di Bari su circa 50.000 ettari di superficie con una produzione di circa 2 milioni di quintali ed una pvl di circa 5 milioni di euro, per lo più concentrati nella zona della Murgia nord occidentale del territorio barese. "Il settore cerealicolo - continua Scalera - rappresenta per le zone interne della provincia una risorsa economica e sociale di primaria importanza. Un economia reale, legata al territorio che si fregia del famoso marchio Dop per la produzione del famoso pane di Altamura. Occorre quindi che si ponga fine alla distruttiva politica dell'economia dell'inganno che nuoce alla salute dei consumatori e al reddito dei produttori agricoli.
Il presidente Scalera plaude al rinnovato impegno del Consorzio di promozione e valorizzazione del pane di Altamura a Dop; ma anche qui dice: "C'è bisogno che ci sia un solo pane che è quello a Denominazione di Origine Protetta, l'unico in grado di garantire l'origine della materia prima e la qualità del prodotto finito per tutelare la salute dei consumatori".