Ezio Bosso, quanta gioia nella sua musica

Morto il pianista. Memorabile il suo concerto in Cattedrale ad Altamura

venerdì 15 maggio 2020 10.49
A cura di Onofrio Bruno
Quell'incanto, per la sua musica e per le sue parole, oggi torna alla mente dei tanti che lo hanno vissuto. Nel giorno in cui è arrivata la notizia della morte a 48 anni del maestro Ezio Bosso, pianista e direttore d'orchestra, Altamura ricorda l'evento del 28 giugno. Quando Bosso tenne le prove aperte e il concerto in Cattedrale.

Un'orchestra nel respiro della Cattedrale. Una festa di comunità nella piazza adiacente dove venne allestito un maxi schermo. Le unì la musica del maestro Ezio Bosso e della "Filarmonica Europea" per un concerto-evento molto atteso e con una grande partecipazione, nell'ambito del programma di "Viandanti Festival" organizzato ad Altamura e Santeramo dalla Regione Puglia.

Con Altamura è stato amore a prima vista e primo ascolto. Per Bosso un grande abbraccio collettivo. Piccola la Cattedrale federiciana per accogliere tutti, tanto che i 200 posti disponibili si erano esauriti in men che non si dica nella lotteria dei clic della prenotazione on line. Così si decise di allestire il maxischermo in piazza Duomo dove in quella bella serata si assieparono circa 2000 persone, stando ad alcune stime degli organizzatori.

Due volte si è ripetuto questo abbraccio. Non solo durante il concerto. Anche durante le prove libere che si erano tenute di mattina in Cattedrale, aperte a tutti - con il dovuto rispetto dei luoghi e dell'esecuzione artistica - per allargare ancora di più la possibilità dell'incontro.

Bosso trasmetteva gioia con grandi sorrisi che facevano da contrappunto ai virtuosismi, attirando l'attenzione con la sua gestualità che lo rendeva anche teatrale sulla pedana. Si girava e parlava con il pubblico. Perché la "musica abbatte le barriere, mette tutti sullo stesso piano". La musica di Bach e la struggente serenata di Cajkovskij per il distacco dalla sua patria richiamano il tema della migrazione su cui è stato incentrato il festival che ha voluto essere un "viaggio esperienziale".

Si disse stupito di tanta accoglienza, meravigliato della città e della Cattedrale, un "teatro" sacro in grado di attirare gli occhi ogni volta che la musica raggiungeva vette sublimi e la bacchetta del direttore puntava verso l'alto, a tracciare un'ideale linea tra la terra degli uomini e il cielo.