Emergenza Covid, s.o.s. dagli infermieri dell'area murgiana
Venti operatori chiedono un rafforzamento dell'assistenza dei pazienti a casa
martedì 17 novembre 2020
23.29
S.o.s. da venti infermieri professionali per la difficile gestione dei pazienti Covid e dei casi sospetti nei territori di Altamura, Gravina e Santeramo. Viene chiesto un rafforzamento dell'assistenza dei pazienti a casa, per evitare le chiamate al 118 e l'arrivo ai presidi ospedalieri della Asl.
Gli infermieri hanno scritto ai sindaci dei tre Comuni murgiani, al presidente della Regione Michele Emiliano e al direttore generale della Asl Antonio Sanguedolce. "Come infermieri di area critica - affermano - ci troviamo a soccorrere frequentemente pazienti covid accertati e sospetti, molto spesso senza supporto medico (ambulanze solo con infermiere) a causa di carenza di personale, che necessitano delle prime cure o di ricoveri nei pronto soccorso".
Ma si deve lavorare a monte, secondo gli operatori che danno voce proprio ai pazienti. "La stragrande maggioranza ricorre alla chiamata del 118 per mancanza di assistenza medica diretta e scarse informazioni da parte del sistema territoriale. Nello specifico - spiegano - i cittadini denunciano le lungaggini burocratiche e tempi di attesa "biblici", nel ricevere assistenza di base da parte delle Asl di competenza".
Per questo gli infermieri, "consapevoli dei rischi" e costretti a intervenire e assistere tutti coloro che arrivano, sollecitano un rafforzamento della medicina territoriale "con l'operatività completa dei medici di base (il triage telefonico non può sostituire l'osservazione diretta del malato) e l'incremento delle unità Usca (attualmente 1 su 50.000 abitanti), per le visite domiciliari dei pazienti covid accertati e sospetti". Inoltre occorre ripristinare il personale medico nelle postazioni 118 dove figurano ad oggi posti carenti così da evitare "inutili accessi nei pronto soccorso e conseguente intasamento dei centri regionali covid considerato che la diagnosi precoce ed il tempestivo approccio terapeutico, soprattutto nei pazienti più anziani, possono determinarne la prognosi".
"I malati di Covid - spiega Carlo Colonna, infermiere altamurano - sono sempre più numerosi ma sempre più soli. Unico riferimento per loro il 118 che in alcuni casi resta addirittura senza medico a causa di carenza di organico. È inaccettabile - continua - che la medicina di base sia latitante in questa fase così grave in cui tutte le forze sono chiamate a scendere in campo. La diagnosi e le terapie avviate in tempi brevi possono ridurre gli accessi ai pronto soccorso, oltre che salvare vite. Le Usca, poi, restano ancora dei 'fantasmi' che nessuno ha ancora mai visto".
Gli infermieri hanno scritto ai sindaci dei tre Comuni murgiani, al presidente della Regione Michele Emiliano e al direttore generale della Asl Antonio Sanguedolce. "Come infermieri di area critica - affermano - ci troviamo a soccorrere frequentemente pazienti covid accertati e sospetti, molto spesso senza supporto medico (ambulanze solo con infermiere) a causa di carenza di personale, che necessitano delle prime cure o di ricoveri nei pronto soccorso".
Ma si deve lavorare a monte, secondo gli operatori che danno voce proprio ai pazienti. "La stragrande maggioranza ricorre alla chiamata del 118 per mancanza di assistenza medica diretta e scarse informazioni da parte del sistema territoriale. Nello specifico - spiegano - i cittadini denunciano le lungaggini burocratiche e tempi di attesa "biblici", nel ricevere assistenza di base da parte delle Asl di competenza".
Per questo gli infermieri, "consapevoli dei rischi" e costretti a intervenire e assistere tutti coloro che arrivano, sollecitano un rafforzamento della medicina territoriale "con l'operatività completa dei medici di base (il triage telefonico non può sostituire l'osservazione diretta del malato) e l'incremento delle unità Usca (attualmente 1 su 50.000 abitanti), per le visite domiciliari dei pazienti covid accertati e sospetti". Inoltre occorre ripristinare il personale medico nelle postazioni 118 dove figurano ad oggi posti carenti così da evitare "inutili accessi nei pronto soccorso e conseguente intasamento dei centri regionali covid considerato che la diagnosi precoce ed il tempestivo approccio terapeutico, soprattutto nei pazienti più anziani, possono determinarne la prognosi".
"I malati di Covid - spiega Carlo Colonna, infermiere altamurano - sono sempre più numerosi ma sempre più soli. Unico riferimento per loro il 118 che in alcuni casi resta addirittura senza medico a causa di carenza di organico. È inaccettabile - continua - che la medicina di base sia latitante in questa fase così grave in cui tutte le forze sono chiamate a scendere in campo. La diagnosi e le terapie avviate in tempi brevi possono ridurre gli accessi ai pronto soccorso, oltre che salvare vite. Le Usca, poi, restano ancora dei 'fantasmi' che nessuno ha ancora mai visto".