Effettuato trapianto di rene su paziente sveglio
Donazione da vivente. Il ricevente è altamurano, la moglie è la donatrice
giovedì 18 giugno 2020
09.30
Un trapianto di rene su un paziente sveglio, non sottoposto ad anestesia generale, è stato eseguito per la prima volta nel Policlinico di Bari. Una prova di eccellenza nella trapiantologia realizzata con un'anestesia spinale neuroassiale da due giovani anestesiste, Miriam Varvara e Claudia Piacente, dell'equipe diretta da Michele Battaglia.
Il paziente è un uomo di Altamura. A donare il rene è stata la moglie. Quindi una storia molto bella. Emozionante per la coppia e per lo straordinario gesto del dono. Innovativa per il progresso medico.
"L'intervento è perfettamente riuscito e il paziente è attualmente ricoverato nel reparto di urologia", comunica.
Si è trattato di una donazione da vivente. In questo caso è stata la moglie, 56 anni, che risultando idonea ha espresso il consenso al prelievo dell'organo per il trattamento della grave insufficienza renale di suo marito. Per effettuare l'intervento il paziente è stato sottoposto a un'anestesia spinale neuroassiale. Una tecnica eseguita in pochissimi centri in Italia per effettuare i trapianti di organo.
"I vantaggi di questa tecnica sono notevoli – spiegano le anestesiste – Il paziente ha una ripresa più agevole, non venendo intubato respira meglio, sono esclusi gli effetti collaterali di anestetici oppioidi come nausea, vomito e paralisi intestinale. Il paziente può riprendere subito a mangiare e bere autonomamente. E si riduce, così, anche la degenza post operatoria in reparto".
"Non ci siamo mai fermati – sottolinea Battaglia – abbiamo eseguito nei mesi dell'emergenza Covid una decina di trapianti e adesso sperimentiamo nuove tecniche con un team di giovani anestesiste dedicate alla trapiantologia". È calato, invece, il numero delle donazioni. "Voglio fare un appello – aggiunge Battaglia - perché la donazione di organi post mortem è importante, può contribuire a salvare e migliorare molte vite. È una scelta che dobbiamo con forza continuare a sensibilizzare e rendere consapevole".
Il paziente è un uomo di Altamura. A donare il rene è stata la moglie. Quindi una storia molto bella. Emozionante per la coppia e per lo straordinario gesto del dono. Innovativa per il progresso medico.
"L'intervento è perfettamente riuscito e il paziente è attualmente ricoverato nel reparto di urologia", comunica.
Si è trattato di una donazione da vivente. In questo caso è stata la moglie, 56 anni, che risultando idonea ha espresso il consenso al prelievo dell'organo per il trattamento della grave insufficienza renale di suo marito. Per effettuare l'intervento il paziente è stato sottoposto a un'anestesia spinale neuroassiale. Una tecnica eseguita in pochissimi centri in Italia per effettuare i trapianti di organo.
"I vantaggi di questa tecnica sono notevoli – spiegano le anestesiste – Il paziente ha una ripresa più agevole, non venendo intubato respira meglio, sono esclusi gli effetti collaterali di anestetici oppioidi come nausea, vomito e paralisi intestinale. Il paziente può riprendere subito a mangiare e bere autonomamente. E si riduce, così, anche la degenza post operatoria in reparto".
"Non ci siamo mai fermati – sottolinea Battaglia – abbiamo eseguito nei mesi dell'emergenza Covid una decina di trapianti e adesso sperimentiamo nuove tecniche con un team di giovani anestesiste dedicate alla trapiantologia". È calato, invece, il numero delle donazioni. "Voglio fare un appello – aggiunge Battaglia - perché la donazione di organi post mortem è importante, può contribuire a salvare e migliorare molte vite. È una scelta che dobbiamo con forza continuare a sensibilizzare e rendere consapevole".