E' il Giorno del Ricordo
Per non dimenticare e per imparare a rispettare
sabato 10 febbraio 2018
«Da quella volta / non l'ho rivista più, / cosa sarà / della mia città...»
Sono queste le parole struggenti che oramai settant'anni fa Sergio Endrigo ha dedicato alla sua terra natia nel brano «1947», la sua canzone più struggente con cui piangeva l'addio della sua famiglia a Pola.
Da tempo i sopravvissuti all'esodo che vide 350mila italiani scappare dall'Istria, dal Quarnero, dalla Dalmazia hanno elaborato il lutto e vivono la ricorrenza del 10 febbraio, «Giorno del ricordo», con la malinconia, la tenerezza, il rimpianto di quella stupenda canzone.
I sopravvissuti ma anche l'Italia intera si ferma per celebrare il Giorno del Ricordo e per non dimenticare le vittime di una furia omicida senza eguali e senza colore politico.
Perché la violenza non ha colore politico. E' crudeltà fine a se stessa.
La giornata istituita con la legge 92 del 2004 invita le Istituzioni e soprattutto le scuole a celebrare il ricordo in memoria delle vittime dei massacri delle foibe e dell'esodo di istriani, fiumani e dalmati. Circa 350.000 persone furono costrette a fuggire da quel massacro voluto dalle milizie di Tito lasciando per sempre la propria casa, i propri affetti "di là dall'acqua". Alcuni furono rinchiusi nei campi profughi disseminati sul territorio nazionale di cui uno nel territorio di Altamura, proprio in via Gravina, che oggi verte in totale stato di abbandono.
Le celebrazioni in tutta Italia sono affidate al "Comitato 10 Febbraio" che da anni si batte per mantenere viva la fiamma del ricordo e del rispetto.
Sono queste le parole struggenti che oramai settant'anni fa Sergio Endrigo ha dedicato alla sua terra natia nel brano «1947», la sua canzone più struggente con cui piangeva l'addio della sua famiglia a Pola.
Da tempo i sopravvissuti all'esodo che vide 350mila italiani scappare dall'Istria, dal Quarnero, dalla Dalmazia hanno elaborato il lutto e vivono la ricorrenza del 10 febbraio, «Giorno del ricordo», con la malinconia, la tenerezza, il rimpianto di quella stupenda canzone.
I sopravvissuti ma anche l'Italia intera si ferma per celebrare il Giorno del Ricordo e per non dimenticare le vittime di una furia omicida senza eguali e senza colore politico.
Perché la violenza non ha colore politico. E' crudeltà fine a se stessa.
La giornata istituita con la legge 92 del 2004 invita le Istituzioni e soprattutto le scuole a celebrare il ricordo in memoria delle vittime dei massacri delle foibe e dell'esodo di istriani, fiumani e dalmati. Circa 350.000 persone furono costrette a fuggire da quel massacro voluto dalle milizie di Tito lasciando per sempre la propria casa, i propri affetti "di là dall'acqua". Alcuni furono rinchiusi nei campi profughi disseminati sul territorio nazionale di cui uno nel territorio di Altamura, proprio in via Gravina, che oggi verte in totale stato di abbandono.
Le celebrazioni in tutta Italia sono affidate al "Comitato 10 Febbraio" che da anni si batte per mantenere viva la fiamma del ricordo e del rispetto.