Droga, lotta al potere e capi clan senza scrupoli
Ecco la fotografia della criminalità in Puglia
sabato 5 novembre 2016
Bari, Foggia ma anche Gravina, Altamura e Toritto. Queste le principali piazze del narcotraffico individuate dalla Direzione distrettuale Antimafia la cui attività è stata illustrata nel corso di un'audizione presso la Commissione antimafia per mettere in luce le dinamiche e le strategie della criminalità organizzata di tipo mafioso nel periodo luglio 2014 – giugno 2015.
Se nel foggiano sono droga e caporalato a preoccupare maggiormente, nel barese sono lo spaccio e le estorsioni i principali affari dei clan. E a far paura sono soprattutto le giovani leve.
La criminalità del circondario di Bari, sottolineano dall'Antimafia, si caratterizza per "intemperanza e rifiuto di regole comportamentali" che si evidenzia nei rapporti tra clan e dei clan con l'esterno, visto il deflagrare di fatti di sangue.
"La perdurante e ormai risalente carcerazione dei capi storici dei sodalizi induce le giovani leve, desiderose di affermarsi, a disconoscere le vecchie e storiche strategie del gruppo, fino ad arrivare a disconoscere la stessa autorità del capo clan. La situazione fin qui descritta non è comunque sufficiente a fermare i tentativi di espansione di questi gruppi nell' hinterland barese".
Il traffico di droga rappresenta anche per le organizzazioni pugliesi la maggior fonte di introito. A Bari la vendita viene assicurata da una fitta rete di spacciatori presente in maniera capillare sul territorio. A Lecce le organizzazioni controllano le forniture, ma la distribuzione è talmente diffusa da non essere controllabile, "sicché l'attività di spaccio è svolta spesso da soggetti che non appartengono alla compagine associativa e quest'ultima interviene solo per garantire il puntuale e corretto pagamento dei debiti".
Bari viene rifornita attraverso il porto dall'Albania (eroina e marijuana), dal Marocco e dal Sudamerica via Spagna. Arrivata al porto la droga segue le vie dell'entroterra per arrivare alle piazze dell'Alta Murgia.
Va meglio, sul fronte terrorismo poiché non si registra un radicamento di cellule clandestine. Dieci le indagini avviate tra luglio 2015 e il giugno scorso, tutte ancora coperte da segreto investigativo. Non è stata ancora accertata l'eventuale presenza di un'organizzazione terroristica. Da evidenziare gli arresti, nel maggio scorso, di due afghani e un pakistano sorpresi a fotografare e filmare obiettivi sensibili della città di Bare. Da rilevare, sempre nel capoluogo pugliese, il procedimento nei confronti di un presunto gruppo criminale somalo che sfruttava connazionali.
Una relazione precisa e puntuale che mette in evidenza le nuove alleanze tra clan resesi necessarie anche alla luce di importanti operazioni condotte dalle forze dell'ordine che hanno decimato i clan stessi. In una relazione ben dettagliata l'Antimafia barese (Dda) descrive quello che è l'attuale contesto criminale nel territorio barese e foggiano, ridisegnando la mappa dei gruppi criminali e i loro traffici.
Se nel foggiano sono droga e caporalato a preoccupare maggiormente, nel barese sono lo spaccio e le estorsioni i principali affari dei clan. E a far paura sono soprattutto le giovani leve.
La criminalità del circondario di Bari, sottolineano dall'Antimafia, si caratterizza per "intemperanza e rifiuto di regole comportamentali" che si evidenzia nei rapporti tra clan e dei clan con l'esterno, visto il deflagrare di fatti di sangue.
"La perdurante e ormai risalente carcerazione dei capi storici dei sodalizi induce le giovani leve, desiderose di affermarsi, a disconoscere le vecchie e storiche strategie del gruppo, fino ad arrivare a disconoscere la stessa autorità del capo clan. La situazione fin qui descritta non è comunque sufficiente a fermare i tentativi di espansione di questi gruppi nell' hinterland barese".
Il traffico di droga rappresenta anche per le organizzazioni pugliesi la maggior fonte di introito. A Bari la vendita viene assicurata da una fitta rete di spacciatori presente in maniera capillare sul territorio. A Lecce le organizzazioni controllano le forniture, ma la distribuzione è talmente diffusa da non essere controllabile, "sicché l'attività di spaccio è svolta spesso da soggetti che non appartengono alla compagine associativa e quest'ultima interviene solo per garantire il puntuale e corretto pagamento dei debiti".
Bari viene rifornita attraverso il porto dall'Albania (eroina e marijuana), dal Marocco e dal Sudamerica via Spagna. Arrivata al porto la droga segue le vie dell'entroterra per arrivare alle piazze dell'Alta Murgia.
Va meglio, sul fronte terrorismo poiché non si registra un radicamento di cellule clandestine. Dieci le indagini avviate tra luglio 2015 e il giugno scorso, tutte ancora coperte da segreto investigativo. Non è stata ancora accertata l'eventuale presenza di un'organizzazione terroristica. Da evidenziare gli arresti, nel maggio scorso, di due afghani e un pakistano sorpresi a fotografare e filmare obiettivi sensibili della città di Bare. Da rilevare, sempre nel capoluogo pugliese, il procedimento nei confronti di un presunto gruppo criminale somalo che sfruttava connazionali.
Una relazione precisa e puntuale che mette in evidenza le nuove alleanze tra clan resesi necessarie anche alla luce di importanti operazioni condotte dalle forze dell'ordine che hanno decimato i clan stessi. In una relazione ben dettagliata l'Antimafia barese (Dda) descrive quello che è l'attuale contesto criminale nel territorio barese e foggiano, ridisegnando la mappa dei gruppi criminali e i loro traffici.