Dovrebbe essere a letto inerme e invece fa il bagnino

Un vigile, originario di Altamura, rischia il posto di lavoro. Si procurava cerificati medici falsi per prolungare la degenza

lunedì 1 novembre 2010 12.28
Saranno presi seri provvedimenti disciplinari nei confronti di M. D. il vigile urbano, originario di Altamura, che prestava servizio a Milano presso il comando di piazza Beccaria. La sua colpa sarebbe stata quella di aver fornito una serie di certificati medici per malattia e svolgere, invece, l'attività di bagnino sulle coste calabresi. La storia ha avuto inizio lo scorso 3 giugno quando in seguito ad una caduta dalla propria moto, M. D., soccorso da alcuni colleghi, rifiuta il ricovero in ospedale ma decide di recarsi, da solo, poco dopo presso un altro ospedale dove ottiene un certificato con 15 giorni di prognosi per «distorsione del rachide cervicale e del polso destro».

Da quel giorno una serie di certificati, rilasciati da vari medici fra cui uno di Altamura, città in cui M. D. era rientrato, gli hanno prolungato la degenza fino a fine agosto. Le cose per lui non sono andate bene. Infatti, in seguito alla pubblicazione di alcune foto sul suo profilo Facebook che lo ritraevano nei panni di bagnino a prestare servizio su una spiaggia calabrese, è scattata una segnalazione che ha portato nei giorni successivi ad un controllo sul posto. Una pattuglia degli Affari Interni si è recata direttamente in Calabria per filmare ed immortalare il vigile nella sua nuova veste. Dai filmati si evinceva chiaramente che l'uomo poteva muoversi e camminare tranquillamente, riordinando con facilità ogni giorno le sdraio del lido per cui lavorava, chiudendo ed aprendo gli ombrellonoi e, addirittura, tirando fuori dall'acqua un pattino.

Agli inizi di settembre la stagione balneare è ormai quasi conclusa e D. si presenta a Milano sul proprio posto di lavoro chiedendo, ignaro dei controlli effettuatri su di lui, altri tre mesi di esenzione dal servizio in strada a causa del polso ancora dolorante. L'uomo adesso è indagato per truffa aggravata allo Stato e falso ideologico.