Dambrosio ucciso da diversi colpi di arma da fuoco

A dare l'allarme i familiari. Oggi l'autopsia a Bari

martedì 7 settembre 2010 01.00
Era nato ad Altamura il 2 maggio del 1966. Bartolo Dambrosio, esperto di arti marziali, aveva cominciato a praticare Karate sin dal 1982, vincendo la prima cintura nera nel 1986. Poi la passione per la Kick Boxing e la conquista, nel 2004, del titolo intercontinentale di full contact contro il brasiliano Deyberson "lawn" Moreno.

Lascia moglie e due figli, uno di un anno e mezzo, l'altro di quattro. Ancora un delitto si è consumato ieri ad Altamura. A poche settimane di distanza dall'uccisione del sacerdote veneto nella notte fra il 21 ed il 22 agosto scorsi. A pochi mesi dall'omicidio, in pieno centro cittadino, di Rocco Lagonigro e di Vincenzo Ciccimarra. Lagonigro, sposato e con due figli, era un pluripregiudicato affiliato al clan dei "Palermiti", attivo nel rione Japigia di Bari, e controllava lo spaccio di droga sul territorio. In quell'occasione si parlò di "resa dei conti".

Anche l'assassinio di Dambrosio ha uno sfondo mafioso. L'uomo, infatti, in una relazione della D.I.A. (Direzione Investigativa Antimafia) risalente al 2008, viene definito "personaggio di spicco della criminalità organizzata" locale, risultando a capo del clan dominante ad Altamura.

Dambrosio aveva alle spalle numerosi precedenti penali. Nel 1988, 22enne, fu arrestato perchè implicato in un agguato della malavita organizzata potentina contro l'ex senatore democristiano Decio Scardaccione e presidente dell'Ente lucano di sviluppo agricolo. Il settantunenne esponente della Dc venne ferito alle gambe da colpi di arma da fuoco. Viaggiava a bordo di un'Alfa 75 sulla Statale 407 Basentana. La Golf degli attentatori tagliò la strada al veicolo. Alla guida della Golf, rubata qualche giorno prima, c'era Dambrosio. Per il tentativo d'omicidio, l'uomo venne condannato, nel 2002, a otto anni e sei mesi di reclusione.

Dambrosio è stato, inoltre, coinvolto in alcune operazioni antimafia tra la fine degli anni Novanta e gli inizi del 2000. Insieme ad altre 43 persone, fu accusato di aver preso parte ad un'associazione mafiosa della Murgia barese, ma venne assolto. Del caso si occupò il sostituto procuratore Desireè Digeronimo, lo stesso magistrato che sta curando le indagini sull'omicidio.

Dambrosio si recava abitualmente nei pressi del Pulo per fare footing. Anche ieri mattina era uscito presto di casa per il suo solito allenamento. Con lui non c'era nessuno. A dare l'allarme, i familiari, che non l'hanno visto rientrare. 33 sono i colpi di pistola esplosi. Due da fucile. Alcuni avrebbero colpito l'uomo. Un colpo lo ha raggiunto alla nuca.

Prevista per oggi l'autopsia a Bari, dove il cadavere è stato trasportato.