Dal “Forcone alla Forchetta”, parliamo di filiera corta
Ad Altamura un orto scolastico e un “mercato della terra”
sabato 13 marzo 2010
10.51
Il tema "filiera corta" è stato al centro di un acceso dibattito svoltosi ieri presso la Sala Conferenze del Palazzo di Città. L'evento, organizzato da Aisic Puglia (Associazione Italiana contro lo Stress e l'Invecchiamento Cellulare), Alta Cultura e La Nuova Murgia, ha messo a confronto diverse esperienze. Tanti gli ospiti, eterogeneo e numeroso il pubblico.
"Dal Forcone alla Forchetta", ovvero dal produttore direttamente al consumatore. Si è parlato di salute, di gusto, di contatto diretto tra chi produce e chi acquista. Tra i partecipanti, anche alcuni soci dell'Aisic Puglia. Ad introdurre la serata, moderata dal giornalista Onofrio Bruno, il dott. Pietro Vicenti, omeopata, omotossicologo e presidente dell'Aisic Puglia, associazione che già da diversi anni si fa promotrice di una sana e corretta alimentazione.
Interessanti informazioni sono state fornite dalla dott.ssa Cinzia De Vendictis (presidente nazionale Aisic), arrivata da Roma in serata. Tra le questioni toccate, quella dei cibi OGM (geneticamente modificati), nocivi per la salute in quanto "causa di gravi intolleranze alimentari". La dott.ssa De Vendictis ha spiegato che "questi cibi causano nei bambini ipoallergie (allergie a tutto) e negli anziani un aumento di malattie degenerative e, quindi, di tumori". Non è mancato un accenno alle cosiddette "bevande di fantasia", completamente prive di frutta e costituite da coloranti e aromatizzanti. Il Senato avrebbe approvato la vendita di "bevande al gusto di arance senza le arance" (si attende solo il voto della Camera).
Illustrati anche i vantaggi del cosiddetto Km 0, ovvero dei cibi consumati in luoghi vicini a quelli di produzione. Tra questi, la freschezza del prodotto e l'assenza di inquinamento da trasporto. Ciò che ingeriamo quotidianamente, dunque, sarebbe un "ammasso di chimica", problema che si potrebbe evitare acquistando gli alimenti direttamente dai produttori, senza troppe intermediazioni commerciali. Di questo, durante la serata, ha parlato l'ingegnere Gianluigi Colonna (Alta Cultura). Il prof. Pasquale Centoducati (Università degli Studi di Bari) ha addotto degli esempi concreti spiegando che un litro di latte in stalla costa 0,33 centesimi, mentre sul banco di vendita arriva a 1,50 euro, guadagno che va agli intermediati tra produttore e consumatore (in poche parole, a chi si occupa del processo di lavorazione e confezionamento del latte).
Tra gli interventi che si sono alternati nel corso del convegno, quelli di Andrea Di Benedetto (agronomo Presidente Consorzio Campo), Valentino Dibenedetto (agronomo), Simone Natale (azienda agricola Simone), Giuseppe Clemente (Ergoneticon), Michele Cannito e Franco Incampo (La Nuova Murgia), Paolo Direnzo (agronomo), Giuseppe Benagiano (Pastificio Benagiano), Maria Campanile (Ordine Nazionale Biologi), Luigi Lorusso (perito agrario, produttore della lenticchia di Altamura), Michele Polignieri (Slow Food).
Il dibattito si è acceso dopo l'affermazione di Giuseppe Benagiano (Pastificio Benagiano), secondo il quale "il grano nostro non è adatto alla pastificazione. Non si può fare la pasta con il grano locale". Parole non approvate da diversi presenti.
Novità, in particolare, per Altamura. Michele Polignieri ha annunciato l'apertura di un orto scolastico presso la scuola dell'infanzia "Madre Teresa di Calcutta" (via Minniti). Il progetto dovrebbe partire a giorni con la firma del protocollo d'intesa tra Michele Polignieri, fiduciario Slow Food di Altamura, il Sindaco e la Dirigente dello stesso Plesso Scolastico.
Questo anche per incentivare una produzione ed un consumo autoctono, "altrimenti cadremmo nello stesso disastro del pane D.O.P., a cui si aggiunge lievito di birra come non da disciplinare e per il quale si utilizzano i grani d'importazione".
Lo stesso Polignieri ha accennato ai cosiddetti "Mercati della terra", una progettazione Slow Food Italia già presente in diverse regioni della penisola e, in futuro, forse anche ad Altamura: "Altamura rappresenta, in questo momento, un punto sensibile per la grande vitalità creatasi intorno alla rivolta buona di alcuni produttori cerealicoli. Costoro, infatti, non riescono a vendere il loro prodotto perché diffusa è la convinzione che il pane debba essere fatto con il lievito di birra".
"Dal Forcone alla Forchetta", ovvero dal produttore direttamente al consumatore. Si è parlato di salute, di gusto, di contatto diretto tra chi produce e chi acquista. Tra i partecipanti, anche alcuni soci dell'Aisic Puglia. Ad introdurre la serata, moderata dal giornalista Onofrio Bruno, il dott. Pietro Vicenti, omeopata, omotossicologo e presidente dell'Aisic Puglia, associazione che già da diversi anni si fa promotrice di una sana e corretta alimentazione.
Interessanti informazioni sono state fornite dalla dott.ssa Cinzia De Vendictis (presidente nazionale Aisic), arrivata da Roma in serata. Tra le questioni toccate, quella dei cibi OGM (geneticamente modificati), nocivi per la salute in quanto "causa di gravi intolleranze alimentari". La dott.ssa De Vendictis ha spiegato che "questi cibi causano nei bambini ipoallergie (allergie a tutto) e negli anziani un aumento di malattie degenerative e, quindi, di tumori". Non è mancato un accenno alle cosiddette "bevande di fantasia", completamente prive di frutta e costituite da coloranti e aromatizzanti. Il Senato avrebbe approvato la vendita di "bevande al gusto di arance senza le arance" (si attende solo il voto della Camera).
Illustrati anche i vantaggi del cosiddetto Km 0, ovvero dei cibi consumati in luoghi vicini a quelli di produzione. Tra questi, la freschezza del prodotto e l'assenza di inquinamento da trasporto. Ciò che ingeriamo quotidianamente, dunque, sarebbe un "ammasso di chimica", problema che si potrebbe evitare acquistando gli alimenti direttamente dai produttori, senza troppe intermediazioni commerciali. Di questo, durante la serata, ha parlato l'ingegnere Gianluigi Colonna (Alta Cultura). Il prof. Pasquale Centoducati (Università degli Studi di Bari) ha addotto degli esempi concreti spiegando che un litro di latte in stalla costa 0,33 centesimi, mentre sul banco di vendita arriva a 1,50 euro, guadagno che va agli intermediati tra produttore e consumatore (in poche parole, a chi si occupa del processo di lavorazione e confezionamento del latte).
Tra gli interventi che si sono alternati nel corso del convegno, quelli di Andrea Di Benedetto (agronomo Presidente Consorzio Campo), Valentino Dibenedetto (agronomo), Simone Natale (azienda agricola Simone), Giuseppe Clemente (Ergoneticon), Michele Cannito e Franco Incampo (La Nuova Murgia), Paolo Direnzo (agronomo), Giuseppe Benagiano (Pastificio Benagiano), Maria Campanile (Ordine Nazionale Biologi), Luigi Lorusso (perito agrario, produttore della lenticchia di Altamura), Michele Polignieri (Slow Food).
Il dibattito si è acceso dopo l'affermazione di Giuseppe Benagiano (Pastificio Benagiano), secondo il quale "il grano nostro non è adatto alla pastificazione. Non si può fare la pasta con il grano locale". Parole non approvate da diversi presenti.
Novità, in particolare, per Altamura. Michele Polignieri ha annunciato l'apertura di un orto scolastico presso la scuola dell'infanzia "Madre Teresa di Calcutta" (via Minniti). Il progetto dovrebbe partire a giorni con la firma del protocollo d'intesa tra Michele Polignieri, fiduciario Slow Food di Altamura, il Sindaco e la Dirigente dello stesso Plesso Scolastico.
Questo anche per incentivare una produzione ed un consumo autoctono, "altrimenti cadremmo nello stesso disastro del pane D.O.P., a cui si aggiunge lievito di birra come non da disciplinare e per il quale si utilizzano i grani d'importazione".
Lo stesso Polignieri ha accennato ai cosiddetti "Mercati della terra", una progettazione Slow Food Italia già presente in diverse regioni della penisola e, in futuro, forse anche ad Altamura: "Altamura rappresenta, in questo momento, un punto sensibile per la grande vitalità creatasi intorno alla rivolta buona di alcuni produttori cerealicoli. Costoro, infatti, non riescono a vendere il loro prodotto perché diffusa è la convinzione che il pane debba essere fatto con il lievito di birra".
I MERCATI DELLA TERRA sono un progetto Slow Food. si tratta di una rete internazionale di mercati, di produttori e di contadini. Luoghi dove fare la spesa, incontrarsi, conoscersi, mangiare in compagnia. Un mercato gestito da una comunità, con valori e regole condivisi. Solo prodotti locali e di stagione, presentati solo da chi produce quello che vende.