Curarsi con la medicina naturale
Intervista a Pietro Vicenti, esperto in omeopatia. «Ad ogni caso, gli specifici rimedi»
martedì 26 aprile 2011
09.00
Dopo l'intervista a Gianni Fava, ex ricercatore scientifico nel campo del nucleare e terapista del rilassamento, pubblicata lo scorso 18 aprile, abbiamo deciso di approfondire l'argomento "salute" rivolgendo qualche domanda anche a Pietro Vicenti, medico specializzato in omeopatia, vicepresidente nazionale - e presidente per la Puglia - dell'A.I.S.I.C. (Associazione Italiana Contro lo Stress e l'Invecchiamento Cellulare).
Dott. Vicenti, qual è stato il percorso che ha seguito per specializzarsi in omeopatia?
Prima di tutto ho conseguito la laurea in medicina e chirurgia, con specializzazione accademica in farmacologia. Ho proseguito con il diploma triennale in omeopatia e omotossicologia e anche con quello in elettroagopuntura secondo Voll. Attualmente, oltre alla professione di medico omeopata, insegno anche presso l'Università della Calabria e sono docente Aiot (omotossicologia) e Amideay (elettroagopuntura secondo Voll).
Come mai ha deciso di perfezionarsi in omeopatia?
Esercito per scelta la professione di medico specializzato in medicina naturale, cioè mi "sforzo" di capire la persona, il malato, e non la malattia. Ognuno di noi reagisce diversamente alle patologie e ai diversi fattori di stress quotidiano che, come stimoli particolarmente forti o come stimoli deboli persistenti, costringono il nostro organismo ad adattarsi, mettendo in atto la malattia, vera e propria lotta del nostro sistema di difesa contro le omotossine, tossine tossiche per l'uomo. L'organismo cerca di eliminarle o di renderle il più innocue possibili. La malattia ed il sintomo sono un epifenomeno. Conviene guardare all'intera persona, capire il contesto genetico ed ambientale in cui viviamo.
Quali sono i fattori che il medico omeopata considera?
Nella mia visita mi preoccupo, avvalendomi di strumenti adeguati, di studiare la condizione energetica degli organi e degli apparati, di studiare il metabolismo, le proporzioni, di capire se quello che mangiamo è confacente al nostro sistema. Poi indico la terapia farmacologica più adatta e senza effetti collaterali. I rimedi omeopatici non hanno effetti collaterali, difficilmente creano problemi. Così come fanno bene, possono anche far male semplicemente se la gente assume rimedi che non sono adatti al caso in questione.
Dunque si può parlare di terapia mirata e specifica?
Sì, significa che più la terapia è personalizzata, più risulterà efficace. Significa affidarsi ad un medico esperto in queste discipline piuttosto che trarre consigli da libri, riviste o da internet.
Lei ha aderito al progetto Natura che cura. Di che cosa si tratta?
È una campagna di informazione nazionale che mira a sensibilizzare la gente sulle potenzialità della medicina omeopatica e sui suoi limiti, spiegando che cos'è un farmaco naturale, i motivi per i quali è giusto rivolgersi ad un medico omeopata, se i rimedi omeopatici possono essere assunti da bambini e donne in gravidanza. Il progetto nazionale è rivolto anche alle scuole elementari e medie inferiori. Dunque educazione alla salute ed un po' di attenzione a questa branca della medicina - l'omeopatia è un metodo di cura - poco conosciuta, osteggiata da una classe medica che non la conosce e che tende a sminuirla. La campagna, invece, attraverso professionisti diplomati e con una certa esperienza, ha proprio lo scopo di diffondere una cultura secondo la quale ci sono tante patologie che possono essere curate dalla medicina naturale prima di scomodare i farmaci. Ci sono, inoltre, tante persone purtroppo allergiche ai farmaci comuni che possono curarsi con i farmaci naturali.
Ha aderito anche ad altre iniziative?
Da qualche anno aderisco alla Giornata Internazionale dell'omeopatia GIMO, che si svolge il 10 aprile di ogni anno. In questa occasione gli omeopati aprono le porte dei loro studi alla gente per fare informazione, per offrire gratuitamente un check-up a chi ne fa richiesta. Lo scorso 11 aprile ho incontrato undici persone, alcune per consulenze vere e proprie finalizzate ad una terapia, altre semplicemente per una chiacchierata. Un bel riscontro, anche perché la medicina omeopatica funziona davvero. Ci sono molti studi che ne attestano l'efficacia in sinergia con le terapie tradizionali o in alternativa ad esse. Con l'A.I.S.I.C., poi, organizziamo incontri mensili per la gente, ma facciamo anche incontri di formazione per i professionisti del settore. A Roma, presso l'Ordine dei Medici, è stata costituita la prima Commissione Stress, coordinata dalla presidente nazionale A.I.S.I.C. dottoressa Cinzia De Vendictis. Vorremmo fare una cosa simile anche in Puglia, a Bari.
Dott. Vicenti, qual è stato il percorso che ha seguito per specializzarsi in omeopatia?
Prima di tutto ho conseguito la laurea in medicina e chirurgia, con specializzazione accademica in farmacologia. Ho proseguito con il diploma triennale in omeopatia e omotossicologia e anche con quello in elettroagopuntura secondo Voll. Attualmente, oltre alla professione di medico omeopata, insegno anche presso l'Università della Calabria e sono docente Aiot (omotossicologia) e Amideay (elettroagopuntura secondo Voll).
Come mai ha deciso di perfezionarsi in omeopatia?
Esercito per scelta la professione di medico specializzato in medicina naturale, cioè mi "sforzo" di capire la persona, il malato, e non la malattia. Ognuno di noi reagisce diversamente alle patologie e ai diversi fattori di stress quotidiano che, come stimoli particolarmente forti o come stimoli deboli persistenti, costringono il nostro organismo ad adattarsi, mettendo in atto la malattia, vera e propria lotta del nostro sistema di difesa contro le omotossine, tossine tossiche per l'uomo. L'organismo cerca di eliminarle o di renderle il più innocue possibili. La malattia ed il sintomo sono un epifenomeno. Conviene guardare all'intera persona, capire il contesto genetico ed ambientale in cui viviamo.
Quali sono i fattori che il medico omeopata considera?
Nella mia visita mi preoccupo, avvalendomi di strumenti adeguati, di studiare la condizione energetica degli organi e degli apparati, di studiare il metabolismo, le proporzioni, di capire se quello che mangiamo è confacente al nostro sistema. Poi indico la terapia farmacologica più adatta e senza effetti collaterali. I rimedi omeopatici non hanno effetti collaterali, difficilmente creano problemi. Così come fanno bene, possono anche far male semplicemente se la gente assume rimedi che non sono adatti al caso in questione.
Dunque si può parlare di terapia mirata e specifica?
Sì, significa che più la terapia è personalizzata, più risulterà efficace. Significa affidarsi ad un medico esperto in queste discipline piuttosto che trarre consigli da libri, riviste o da internet.
Lei ha aderito al progetto Natura che cura. Di che cosa si tratta?
È una campagna di informazione nazionale che mira a sensibilizzare la gente sulle potenzialità della medicina omeopatica e sui suoi limiti, spiegando che cos'è un farmaco naturale, i motivi per i quali è giusto rivolgersi ad un medico omeopata, se i rimedi omeopatici possono essere assunti da bambini e donne in gravidanza. Il progetto nazionale è rivolto anche alle scuole elementari e medie inferiori. Dunque educazione alla salute ed un po' di attenzione a questa branca della medicina - l'omeopatia è un metodo di cura - poco conosciuta, osteggiata da una classe medica che non la conosce e che tende a sminuirla. La campagna, invece, attraverso professionisti diplomati e con una certa esperienza, ha proprio lo scopo di diffondere una cultura secondo la quale ci sono tante patologie che possono essere curate dalla medicina naturale prima di scomodare i farmaci. Ci sono, inoltre, tante persone purtroppo allergiche ai farmaci comuni che possono curarsi con i farmaci naturali.
Ha aderito anche ad altre iniziative?
Da qualche anno aderisco alla Giornata Internazionale dell'omeopatia GIMO, che si svolge il 10 aprile di ogni anno. In questa occasione gli omeopati aprono le porte dei loro studi alla gente per fare informazione, per offrire gratuitamente un check-up a chi ne fa richiesta. Lo scorso 11 aprile ho incontrato undici persone, alcune per consulenze vere e proprie finalizzate ad una terapia, altre semplicemente per una chiacchierata. Un bel riscontro, anche perché la medicina omeopatica funziona davvero. Ci sono molti studi che ne attestano l'efficacia in sinergia con le terapie tradizionali o in alternativa ad esse. Con l'A.I.S.I.C., poi, organizziamo incontri mensili per la gente, ma facciamo anche incontri di formazione per i professionisti del settore. A Roma, presso l'Ordine dei Medici, è stata costituita la prima Commissione Stress, coordinata dalla presidente nazionale A.I.S.I.C. dottoressa Cinzia De Vendictis. Vorremmo fare una cosa simile anche in Puglia, a Bari.