Crisi Ferrosud, approvato all’unanimità l’Ordine del Giorno

Nel pomeriggio seduta congiunta dei Consigli comunali di Matera e Altamura e del Consiglio provinciale di Matera. Le dichiarazioni dei presenti

martedì 19 aprile 2011 22.53
A cura di Anna Maria Colonna
È stato approvato all'unanimità dei presenti, nel tardo pomeriggio, l'Ordine del Giorno sulla situazione di crisi che lo stabilimento Ferrosud di Matera, situato nella zona industriale di Jesce, sta attraversando. I Consigli comunali di Matera e di Altamura ed il Consiglio provinciale di Matera si sono riuniti oggi presso il Cinema comunale della città lucana in seduta straordinaria e congiunta. Assenti per altri impegni istituzionali i Commissari straordinari di Santeramo in Colle e di Laterza. Sono 144 i lavoratori dipendenti presenti nello stabilimento, ma 100 risultano in cassa integrazione. La stessa scadrà il prossimo 30 aprile.

Con l'Ordine del Giorno approvato si chiede «la convocazione immediata di un incontro presso il Mise, con la necessaria partecipazione di Ansaldo Breda, per definire un percorso certo finalizzato a scelte strategiche nel settore ferroviario in particolare coinvolgendo Finmeccanica al fine di riportare tutti i lavoratori in produzione garantendo gli impegni assunti».

La Ferrosud, che produce da oltre 40 anni carrozze ferroviarie, originariamente apparteneva all'Ansaldo Breda. Nel 2002 il Gruppo decise di dismettere lo stabilimento. L'azienda fu acquistata dal Gruppo Mancini, che si impegnò a rilanciarla attraverso la sua ristrutturazione. «Nel corso degli ultimi 8 anni di nuova gestione - si legge nel documento approvato - il gruppo Mancini non è stato in grado di assicurare prospettive produttive ed occupazionali venendo meno a tutti gli impegni presi». In passato nell'azienda erano stati assunti fino ad 800 lavoratori. Ma «le difficoltà registrate ed acuite negli ultimi due anni hanno prodotto un pesante indebitamento», tanto che il Tribunale Civile di Matera, lo scorso 9 febbraio, ha optato per il concordato preventivo.

Durante le ultime settimane si sono tenuti diversi incontri presso la Regione Basilicata fra le organizzazioni sindacali ed il gruppo Mancini per valutare la necessaria ripresa produttiva dello stabilimento. E come è stato sottolineato più volte nella seduta consiliare, diversi imprenditori hanno espresso la loro disponibilità ad acquisire lo stabilimento materano con accollo di debiti certificati.

Con l'Ordine del Giorno si chiede «alla Regione Basilicata e alla Regione Puglia di promuovere un chiarimento definitivo con il gruppo Mancini anche prevedendo la individuazione di nuovi investitori interessati a rilevare la Ferrosud nell'interesse della salvaguardia dei lavoratori». Si sollecitano, inoltre, «i parlamentari lucani e pugliesi ad attivarsi perché il Governo assuma le iniziative necessarie a sbloccare la situazione». Presenti alla seduta numerosi dipendenti della Ferrosud, anche altamurani, oltre a rappresentanti delle organizzazioni sindacali.

«In seguito a scelte che noi tante volte abbiamo definito dannose per l'economia nazionale - ha affermato il sindaco di Matera Salvatore Adduce - sono state determinate carenza di commesse e caduta di produzione. Il gruppo Mancini ha maturato milioni e milioni di debiti non riuscendo a portare avanti gli obiettivi dell'intesa del 2002, puntualmente disattesi. Alla fine del 2010 ci sono state le prime fortissime tensioni da parte dei creditori, fino al concordato preventivo deciso dal Tribunale di Matera».

Intanto è previsto per il 21 aprile, presso il Dipartimento delle Attività Produttive della Regione Basilicata, un incontro a cui prenderà parte lo stesso Mancini. Il sindaco Adduce, inoltre, ha posto l'accento sulle 28 carrozze che la Ferrosud dovrebbe consegnare a Trenitalia entro il 31 dicembre 2011 e sulle 57 da consegnare entro dicembre 2013. «Sembra che il gruppo Mancini – ha detto – stia dando in subappalto le commesse che dovrebbero essere realizzate nel nostro stabilimento. La produzione non registra riprese e non vi sono prospettive che possano far sperare in un cambiamento di rotta. Penso che vadano coinvolti anche la Presidenza della Regione Puglia ed il Ministero dello Sviluppo Economico. Condividiamo con Altamura una fetta cospicua del nostro destino - ha concluso - dobbiamo mettere insieme le forze».

Il sindaco Mario Stacca ha insistito sull' «importanza della sinergia fra le comunità locali, da cui possono nascere progetti ambiziosi. Abbiamo voluto coinvolgere la Regione Puglia anche con i nostri rappresentati in Consiglio regionale. Il senatore della Repubblica Luigi D'Ambrosio Lettieri ha inviato un messaggio di vicinanza per la situazione che si sta vivendo. Con grande impegno seguiremo con voi l'evolversi della vicenda». Ad intervenire, anche il presidente del Consiglio comunale Nicola Dambrosio. «Occorre guardare la realtà da due punti di vista - ha affermato - quello sindacale e quello politico istituzionale. La nostra presenza qui significa che Sindaco e Consiglieri non possono più tirarsi indietro».

Fra i presenti, il già presidente del Consiglio regionale pugliese Pietro Pepe: «Resto perplesso sul percorso che viene individuato. Possiamo noi aiutare un'azienda in condizione fallimentare? Credo sia necessario spostare il tiro verso la Presidenza del Consiglio dei Ministri».

Per il presidente della Provincia di Matera Franco Stella «non si può assistere ad un atteggiamento specioso nei confronti degli operai. I problemi sono nati quando Ansaldo Breda ha ceduto l'azienda ad un privato».

Durante la seduta sono intervenuti anche il presidente del Consiglio provinciale di Matera Aldo Chietera e i consiglieri della Regione Basilicata Vincenzo Santochirico e Luca Braia.

Nel box di approfondimento alcune dichiarazioni.
Crisi Ferrosud, Consiglio comunale congiunto a Matera © Anna Maria Colonna
Crisi Ferrosud, Consiglio comunale congiunto a Matera © Anna Maria Colonna
Crisi Ferrosud, Consiglio comunale congiunto a Matera © Anna Maria Colonna
Crisi Ferrosud, Consiglio comunale congiunto a Matera © Anna Maria Colonna
Crisi Ferrosud, Consiglio comunale congiunto a Matera © Anna Maria Colonna
Crisi Ferrosud, Consiglio comunale congiunto a Matera © Anna Maria Colonna
Crisi Ferrosud, Consiglio comunale congiunto a Matera © Anna Maria Colonna
Crisi Ferrosud, Consiglio comunale congiunto a Matera © Anna Maria Colonna
Crisi Ferrosud, Consiglio comunale congiunto a Matera © Anna Maria Colonna
Crisi Ferrosud, Consiglio comunale congiunto a Matera © Anna Maria Colonna
Crisi Ferrosud, Consiglio comunale congiunto a Matera © Anna Maria Colonna
Crisi Ferrosud, Consiglio comunale congiunto a Matera © Anna Maria Colonna
Crisi Ferrosud, Consiglio comunale congiunto a Matera © Anna Maria Colonna
Crisi Ferrosud, seduta congiunta Consigli comunali © Anna Maria Colonna
Le dichiarazioni

Giuseppe Giannella, Fiom Cgil Matera
«Il lavoro nella Ferrosud ci potrebbe essere, anche se il lavoro che c'è non rappresenta il futuro dello stabilimento. Non capiamo l'atteggiamento di questo imprenditore, negli ultimi otto anni non ha saputo gestire l'azienda».

Giuseppe Grieco, Uilm Uil Matera
«I lavoratori percepiscono le retribuzioni con molto ritardo e questo li fa vivere in una situazione di precarietà. Ma il problema non è tanto la retribuzione, quanto la situazione che si vive nello stabilimento. Pur avendo le commesse, gli operai non lavorano perché mancano attrezzature, manca tutto, non si lavora in sicurezza, è una situazione catastrofica».

Marcella Conese, Segreteria Cgil Matera
«Si chiede più chiarezza da parte dell'azienda, il concordato che è stato omologato dai giudici non ci soddisfa affatto. Noi abbiamo bisogno di una prospettiva e di un futuro per questo stabilimento e soprattutto non possiamo accettare l'ennesimo scippo sul nostro territorio. Dopo la conclusione dell'esperienza produttiva della pasta, del mobile imbottito, della chimica, non possiamo permettere che ci sia un'ulteriore chiusura a danno di tutti i lavoratori di questa Provincia. Dobbiamo assolutamente rilanciare, non abbiamo altre possibilità».

Un lavoratore della Ferrosud
«Siamo partiti da una cassa integrazione di 10 settimane e siamo arrivati a circa due anni e mezzo. Si promette sempre, si rinvia, puntualmente ci ritroviamo in mano solo delle parole. Lavoro presso lo stabilimento da 36 anni. Questa situazione va avanti da quando è cambiata la proprietà. Abbiamo perso tutte le conquiste degli anni passati».