Costi della politica
Le considerazioni dell'UDC. "Non si può continuare a mettere le mani nelle tasche dei cittadini"
martedì 16 agosto 2011
In un comunicato l'UDC esprime la propria posizione sui costi della politica, "è un tema che va affrontato subito e non può essere rimandato".
Nella nota si specifica: "Nel momento in cui la manovra finanziaria varata dal Governo Berlusconi chiede sacrifici a tutti gli Italiani, è inaccettabile che la politica non li faccia e che non dia il buon esempio. Non è stato effettuato nessun taglio ai costi della politica diventata, ormai, una casta.La maggioranza di Governo ha bocciato tutti gli emendamenti sui tagli ai costi della politica, proposti dai Partiti di opposizione. E' sconcertante ed imbarazzante il comportamento del PD che da un lato chiede al Governo di ridurre i costi della politica, e dall'altro, con il voto di astenzione ha aiutato il Pdl e la Lega ad evitare l'abolizione delle 107 Province, come proposto da Idv, Udc, Mpa, Fli.
"E' inconcepibile – si continua a leggere - che PD, PDL e Lega non si rendono conto che le famiglie italiane non possono dare più niente. I conti sono presto fatti: costo delle 107 Province italiane circa 7 miliardi di euro; costo della politica nazionale (parlamento) di 6 miliardi e 500 milioni di euro; costo nel 2010 degli oltre 7.000 enti strumentali (Consorzi, Aziende, Società), che occupano circa 24 mila persone nei Consigli di Amministrazione (compensi, spese di rappresentanza, funzionamento dei consigli di amministrazione), 3 miliardi di euro".
"Noi riteniamo – conclude il documento - che è assolutamente necessario ridurre il costo della politica e proponiamo: l'eliminazione di Consorzi, Aziende, Società e Provincie; la riduzione del numero dei Parlamentari e dei Consiglieri Regionali; la riduzione degli stipendi dei Parlamentari ed Consiglieri Regionali; di rendere più efficiente la Pubblica amministrazione, riformando e razionalizzando il sistema delle autonomie locali. In Italia si sono persi 560 mila posti di lavoro, 260 mila operai sono stai posti in cassa integrazione e nelle prossime settimane sono a rischio licenziamento 190 mila operai. Questi sono problemi serissimi, le famiglie sono ridotto allo stremo ed il Governo Berlusconi con assoluta urgenza deve prendere provvedimenti. Bisogna guardare con lucidità e lungimiranza non si può rifuggire dalla necessità che la politica faccia la sua parte. Non si può continuare a mettere le mani nelle tasche dei cittadini per finanziare privilegi e sprechi".
Nella nota si specifica: "Nel momento in cui la manovra finanziaria varata dal Governo Berlusconi chiede sacrifici a tutti gli Italiani, è inaccettabile che la politica non li faccia e che non dia il buon esempio. Non è stato effettuato nessun taglio ai costi della politica diventata, ormai, una casta.La maggioranza di Governo ha bocciato tutti gli emendamenti sui tagli ai costi della politica, proposti dai Partiti di opposizione. E' sconcertante ed imbarazzante il comportamento del PD che da un lato chiede al Governo di ridurre i costi della politica, e dall'altro, con il voto di astenzione ha aiutato il Pdl e la Lega ad evitare l'abolizione delle 107 Province, come proposto da Idv, Udc, Mpa, Fli.
"E' inconcepibile – si continua a leggere - che PD, PDL e Lega non si rendono conto che le famiglie italiane non possono dare più niente. I conti sono presto fatti: costo delle 107 Province italiane circa 7 miliardi di euro; costo della politica nazionale (parlamento) di 6 miliardi e 500 milioni di euro; costo nel 2010 degli oltre 7.000 enti strumentali (Consorzi, Aziende, Società), che occupano circa 24 mila persone nei Consigli di Amministrazione (compensi, spese di rappresentanza, funzionamento dei consigli di amministrazione), 3 miliardi di euro".
"Noi riteniamo – conclude il documento - che è assolutamente necessario ridurre il costo della politica e proponiamo: l'eliminazione di Consorzi, Aziende, Società e Provincie; la riduzione del numero dei Parlamentari e dei Consiglieri Regionali; la riduzione degli stipendi dei Parlamentari ed Consiglieri Regionali; di rendere più efficiente la Pubblica amministrazione, riformando e razionalizzando il sistema delle autonomie locali. In Italia si sono persi 560 mila posti di lavoro, 260 mila operai sono stai posti in cassa integrazione e nelle prossime settimane sono a rischio licenziamento 190 mila operai. Questi sono problemi serissimi, le famiglie sono ridotto allo stremo ed il Governo Berlusconi con assoluta urgenza deve prendere provvedimenti. Bisogna guardare con lucidità e lungimiranza non si può rifuggire dalla necessità che la politica faccia la sua parte. Non si può continuare a mettere le mani nelle tasche dei cittadini per finanziare privilegi e sprechi".