Così nacque il film Focaccia Blues

Un ricordo di Onofrio Pepe. Tanti i messaggi di cordoglio per la sua scomparsa

mercoledì 2 settembre 2020 0.22
A cura di Onofrio Bruno
Tanti sono i messaggi di cordoglio per la scomparsa di Onofrio Pepe. Ieri l'ultimo saluto al cimitero con il funerale e un ricordo degli amici più cari. Sui "social" c'è una marea di foto e di saluti commossi.

Un messaggio di cordoglio è giunto pure dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. "Onofrio Pepe - dice - è stato un vero testimonial della sua terra, ambasciatore della Murgia e delle sue eccellenze nel mondo, ha portato i prodotti tipici sui palcoscenici più importanti e prestigiosi. Difficile trovare persone così appassionate nella difesa e nella promozione del territorio come lui. Lo ricorderemo così: un vulcano di idee al servizio di Altamura e di una delle parti più belle e misteriose della Puglia: le Murge".

Alessandro Contessa (Bunker Film), produttore di "Focaccia Blues", con il suo ricordo racconta come nacque il film.

"Ognuno di noi - dice Contessa - ha un suo "Alfredo". Onofrio è stato in parte il mio. Grazie alla sua energia è nata una delle esperienze più coinvolgenti della mia vita. Focaccia Blues non è stato solo un film ma il risultato di emozioni, esperienze, visioni, follia e risate ...ma tante risate. Quando incontrai per la prima volta Onofrio a Torino in occasione del Salone del Gusto, fui attratto dalla grande confusione che si era creata in un angolo della fiera per la presentazione di un libro che descriveva le ricette dell'Alta Murgia.

Una banda di matti che parevano usciti da un fumetto, capeggiata dal Presidente dell'Associazione "Amici del Fungo Cardoncello" si aggirava disinvoltamente raccontando l'orgoglio Murgiano con il ricatto di un buffet da leccarsi i baffi. In quell'occasione ho conosciuto Onofrio, Peppino Colamonaco stimato medico altamurano esperto di cucina, Luca Digesù "il Focacciere" e poi Pat Girondi "l'Americano"', Pierino "Il Principe del Fungo Cardoncello" e ancora Renzo Arbore, Massimo D'Alema, Carlin Petrini a cui Focaccia Blues è dedicato e Eric Jozsef giornalista di Libération (tutti rigorosamente tesserati e amici del Cardoncello) e tanti altri personaggi che ogni volta riusciva a far apparire dal suo cilindro.

A Torino nacque la promessa di trasformare in film la storia della piccola focaccia che sconfisse il gigante del Fast Food, con l'aiuto fondamentale di un regista folle, visionario e speciale quanto Onofrio, Nico Cirasola. Onofrio ci chiedeva una storia che doveva girare il mondo raccontando la forza del Glocal pugliese, e così è stato! La Puglia Vendoliana iniziava a parlare al mondo, e noi decidemmo di far recitare Vendola trasformandolo in un esercente cinematografico con il sogno di offrire nella sua piccola sala brasciole, carciofini e un bel bicchiere di Negramaro. #weareinpuglia Da quel momento i miei incontri con Onofrio e Cirasola sono stati appuntamenti quotidiani memorabili. Io, un giovane deciso a produrre il suo primo film, grazie ad Onofrio ho imparato che tutto è possibile, anche riuscire a far conoscere la storia della Focaccia di Altamura al Presidente Obama.

E poi quando mancavano dei soldi per le riprese, Onofrio dalla sua agenda tirava fuori numeri di telefono di sponsor e amicizie di vecchia data, e poi dopo qualche minuto ti sollevava con un semplice...tutt' appost'! Devo molto ad Onofrio, il mio "Alfredo" malinconico, saggio, irascibile, elegante e burlone che mi costringerà a ritornare ad Altamura, il mio piccolo "Cinema Paradiso" in cui non volevo più mettere piede per il timore di non ritrovare intatto quel mondo di simpatici matti che oggi ha perso la sua anima più critica, rivoluzionaria e generosa. In questo momento, voglio immaginarlo in una sala d'attesa pronto per un'altra avventura che, come nella sua interpretazione in Focaccia Blues, si presenta dicendo con candore "My name is Onofrio",
conclude Contessa.