Coronavirus: test rapidi al personale dell'ospedale della Murgia
Si parte la prossima settimana. L'iniziativa riguarda tutta la Asl Bari
venerdì 24 aprile 2020
15.51
In tutta la Asl viene avviata una campagna di prevenzione e mappatura epidemiologica con test rapidi per il personale degli ospedali. La prossima settimana saranno coinvolti gli operatori dell'ospedale della Murgia.
La Asl parte con 5mila kit e 8 postazioni Poct (Point of care testing) per avviare la prima indagine epidemiologica anti-Sars Cov2 nella ASL Bari. Saranno test su base volontaria a tutto il personale degli ospedali, in modo da sondare e valutare l'effettiva circolazione del virus.
La prima postazione è stata collocata nell'ospedale "Di Venere" di Carbonara (anche a servizio del Ppa di Triggiano), mentre gli altri sette saranno consegnati la prossima settimana ai presidi San Paolo-Bari, Altamura, Molfetta, Corato, Monopoli, Putignano e Terlizzi. I POCT e i kit sono forniti dalla Protezione Civile regionale e con la prossima consegna di altri 5mila test, per un totale di 10mila, la ASL Bari potrà ampliare ulteriormente il campo d'indagine, coinvolgendo tutte le altre strutture sanitarie e, sempre su base volontaria, anche tutti i medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e medici di continuità assistenziale.
"Il test - sottolinea l'azienda sanitaria locale di Bari - è di facile e rapida esecuzione: basta una gocciolina di sangue posizionata su una piastrina, con l'apposito reagente e l'apparecchiatura ne dà "lettura" in dieci minuti. I risultati vengono poi controllati e validati dai responsabili dei laboratori analisi. Il test di natura sierologica consente di individuare le IgG e IgM nel sangue. Queste sigle indicano gli anticorpi prodotti nella fase iniziale dell'infezione o più tardivamente e si ritrovano nel sangue come "un'impronta" dell'avvenuto contatto con il virus. Grazie a questa indagine su vasta scala sarà possibile migliorare la sicurezza delle strutture e degli operatori sanitari".
L'Ospedale della Murgia è stato già interessato il mese scorso da un vasto monitoraggio con tamponi oro-faringei. Ben 770 quelli effettuati dopo il "focolaio" individuato nella prima metà di marzo. In tutto sono stati circa 40 i casi totali di contagio tra pazienti e operatori sanitari. Questi ultimi sono quasi tutti rientrati al lavoro. Ci sono state delle vittime, sia pazienti sia nel personale medico con il decesso dell'otorinolaringoiatra Antonio Le Rose.
La Asl parte con 5mila kit e 8 postazioni Poct (Point of care testing) per avviare la prima indagine epidemiologica anti-Sars Cov2 nella ASL Bari. Saranno test su base volontaria a tutto il personale degli ospedali, in modo da sondare e valutare l'effettiva circolazione del virus.
La prima postazione è stata collocata nell'ospedale "Di Venere" di Carbonara (anche a servizio del Ppa di Triggiano), mentre gli altri sette saranno consegnati la prossima settimana ai presidi San Paolo-Bari, Altamura, Molfetta, Corato, Monopoli, Putignano e Terlizzi. I POCT e i kit sono forniti dalla Protezione Civile regionale e con la prossima consegna di altri 5mila test, per un totale di 10mila, la ASL Bari potrà ampliare ulteriormente il campo d'indagine, coinvolgendo tutte le altre strutture sanitarie e, sempre su base volontaria, anche tutti i medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e medici di continuità assistenziale.
"Il test - sottolinea l'azienda sanitaria locale di Bari - è di facile e rapida esecuzione: basta una gocciolina di sangue posizionata su una piastrina, con l'apposito reagente e l'apparecchiatura ne dà "lettura" in dieci minuti. I risultati vengono poi controllati e validati dai responsabili dei laboratori analisi. Il test di natura sierologica consente di individuare le IgG e IgM nel sangue. Queste sigle indicano gli anticorpi prodotti nella fase iniziale dell'infezione o più tardivamente e si ritrovano nel sangue come "un'impronta" dell'avvenuto contatto con il virus. Grazie a questa indagine su vasta scala sarà possibile migliorare la sicurezza delle strutture e degli operatori sanitari".
L'Ospedale della Murgia è stato già interessato il mese scorso da un vasto monitoraggio con tamponi oro-faringei. Ben 770 quelli effettuati dopo il "focolaio" individuato nella prima metà di marzo. In tutto sono stati circa 40 i casi totali di contagio tra pazienti e operatori sanitari. Questi ultimi sono quasi tutti rientrati al lavoro. Ci sono state delle vittime, sia pazienti sia nel personale medico con il decesso dell'otorinolaringoiatra Antonio Le Rose.