Consiglio comunale, revocato l'assessore Disabato

Duro attacco di Giorgio al sindaco Stacca

martedì 28 ottobre 2014 9.04
A cura di Francesco Mastromatteo

Consiglio comunale con colpo di scena.

Nell'ultima seduta disponibile per l'approvazione del bilancio di previsione clamorose, anche se non del tutto inaspettate novità di natura squisitamente politica provocano un terremoto nella maggioranza, e l'importante punto all'ordine del giorno rimane sullo sfondo di uno scontro interno alla coalizione di governo.

All'inizio del consiglio il sindaco Mario Stacca rende nota l'avvenuta rimozione dell'assessore al bilancio Giuseppe Disabato, per un non meglio precisato venir meno della fiducia nel giovane titolare della delega a cui fa riferimento proprio il punto all'ordine del giorno, giunto all'ultima data utile per l'approvazione. Una decisione che pure era nell'aria, ma che giunge in un giorno cruciale per l'ambito di lavoro dell'ex esponente di giunta, anche per l'inaugurazione di "Altamura digitale".

Le rimostranze delle opposizioni per l'inammissibilità degli emendamenti vengono oscurate dalla veemente protesta del consigliere Pasquale Giorgio, nelle inedite vesti di contestatore di Stacca: "L'assessore al bilancio – attacca – è assente per decisione del sindaco, una cosa mai avvenuta in un momento simile. La revoca è immotivata, l'atto è scellerato e sembra scritto da un ignorante. Disabato, con due lauree e una militanza decennale alle spalle, mentre il sindaco cambia partito ogni due anni, è stato offeso come uomo, professionista e amministratore". Giorgio non esita a paragonare il primo cittadino al Saturno della mitologia greca: "Anche lui divorava i suoi figli, fino a quando non venne deposto. Quale crimine ha commesso Disabato? Si è forse opposto a qualche ordine di partito? Non basterà questo atto per ridurci al silenzio, i nostri valori sono intangibili e noi non siamo ricattabili: abbiamo le mani pulite e libere", conclude il capogruppo di Forza Italia stracciando platealmente il documento.

Il forte gesto incassa subito la solidarietà delle opposizioni, che per bocca di Marroccoli, Loiudice e Laterza puntano il dito contro "i compromessi di un sindaco ostaggio dei ricatti della sua maggioranza". La replica di Stacca non si fa attendere: "Ho firmato la revoca in piena coscienza – replica il primo cittadino – i problemi in Forza Italia andavano avanti da mesi, con discussioni sempre finite in un nulla di fatto, la maggioranza è estranea. E' giunta in merito una nota del coordinatore provinciale che Giorgio conosce bene, ha forse vissuto fuori dal mondo finora?" Infine, un affondo contro i dissidenti fuoriusciti dalla maggioranza: "Non sono ostaggio di nessuno, sono io che li ho allontanati, non sono usciti loro".

Inevitabile anche l'intervento di Nunzio Lagonigro, ormai dichiarato avversario interno di Giorgio e indicato da molti come possibile futuro assessore al posto di Disabato: "Il capogruppo dice falsità, ci sono regole nei partiti che prevedono di tenere conto di chi ha preso i voti, vogliono farci passare per delinquenti ma le mie mani sono immacolate. I dissidenti all'epoca sono fuoriusciti proprio perché hanno perso il loro assessore di riferimento".

"Apprezzo la nota sentimentale nell'intervento di Giorgio – è il commento di Enzo Colonna – ma la presa d'atto è tardiva. Ormai da questa maggioranza si entra e si esce, basti considerare la parabola del presidente del consiglio, prima diventato una sorta di appestato e ora tornato fedelissimo del sindaco". Ed è proprio nella possibile competizione per la guida del dopo Stacca che molti cercano di contestualizzare la rottura consumatasi tra i banchi della maggioranza.

La seduta continua stancamente con l'ennesima discussione sulla politica economica dell'amministrazione, ma è il momento del voto che tutti attendono per cercare di capire le prossime dinamiche politiche: alla fine, anche Giorgio darà il suo assenso al bilancio. Un voto motivato dal giovane capogruppo non solo in nome della responsabilità, stante l'importanza del provvedimento, ma soprattutto per ragioni politiche: "E' il sindaco – spiega dentro e fuori l'aula – che, se fosse coerente, dovrebbe votare contro un bilancio frutto del lavoro dell'assessore che ha appena sfiduciato".

L'amministrazione Stacca supera l'ennesimo scoglio, ma una verifica interna alla maggioranza appare ormai inevitabile…