Chiarezza sulle regole per la commercializzazione dei sacchetti negli esercizi commerciali
La nota congiunta di FIESA e Confesercenti
domenica 7 gennaio 2018
La FIESA - Federazione Italiana Esercenti Specialisti dell'Alimentazione insieme alla Confesercenti - Città Metropolitana di Bari, con una nota, fanno chiarezza su quelle che sono le nuove regole per la commercializzazione dei sacchetti negli esercizi commerciali, dal momento che "dal primo gennaio 2018 è entrata in vigore una legge, approvata lo scorso agosto per adempiere ad una Direttiva europea, che porta delle novità nell'uso dei sacchetti di plastica leggeri e ultraleggeri" ovvero quelli normalmente utilizzati nei negozi, nei supermercati e nei mercati per imbustare, pesare e prezzare alimenti sfusi come frutta, verdura, carne, pesce e affettati di salumi ecc. che, finora, venivano ceduti gratuitamente.
"La norma - precisano - ha previsto che i sacchetti siano biodegradabili e compostabili e che tali caratteristiche siano certificate dal loro produttore, che è obbligato ad apporre su ogni sacchetto i propri elementi identificativi, nonché diciture idonee ad attestare che le borse prodotte rientrino in una delle tipologie commercializzabili. La legge prevede, inoltre, che tali sacchetti dovranno essere composti da materiali biodegradabili per il 40%, che diventerà 50% dal primo gennaio 2020 e 60% dal primo gennaio 2021, per cui è consigliabile non acquistarne in grandi quantitativi che poi non potranno più essere commercializzati.
Questa tipologia di sacchetti leggeri ed ultraleggeri, infine, possono essere utilizzati e ceduti solo previo pagamento da parte dei consumatori, come già previsto per le normali buste della spesa e, comunque, purchè la loro cessione risulti dallo scontrino o fattura di vendita delle merci o dei prodotti imballati. Il costo dei sacchetti potrà variare da un negozio all'altro, ma è consigliabile che si aggiri tra 1 e 3 centesimi ciascuno.
Questi sacchetti, infine, come già quelli biodegradabili venduti alle casse dei negozi al dettaglio (esercizi di vicinato o supermercati e ipermercati) per contenere la spesa venduta confezionata, potranno essere usati successivamente - e concludono - per contenere i rifiuti organici per il loro smaltimento differenziato".
"La norma - precisano - ha previsto che i sacchetti siano biodegradabili e compostabili e che tali caratteristiche siano certificate dal loro produttore, che è obbligato ad apporre su ogni sacchetto i propri elementi identificativi, nonché diciture idonee ad attestare che le borse prodotte rientrino in una delle tipologie commercializzabili. La legge prevede, inoltre, che tali sacchetti dovranno essere composti da materiali biodegradabili per il 40%, che diventerà 50% dal primo gennaio 2020 e 60% dal primo gennaio 2021, per cui è consigliabile non acquistarne in grandi quantitativi che poi non potranno più essere commercializzati.
Questa tipologia di sacchetti leggeri ed ultraleggeri, infine, possono essere utilizzati e ceduti solo previo pagamento da parte dei consumatori, come già previsto per le normali buste della spesa e, comunque, purchè la loro cessione risulti dallo scontrino o fattura di vendita delle merci o dei prodotti imballati. Il costo dei sacchetti potrà variare da un negozio all'altro, ma è consigliabile che si aggiri tra 1 e 3 centesimi ciascuno.
Questi sacchetti, infine, come già quelli biodegradabili venduti alle casse dei negozi al dettaglio (esercizi di vicinato o supermercati e ipermercati) per contenere la spesa venduta confezionata, potranno essere usati successivamente - e concludono - per contenere i rifiuti organici per il loro smaltimento differenziato".