Celebrati questo pomeriggio i funerali di padre Enzo Fiore
Il Vescovo nell’omelia: «Morire così è appropriarsi di un diritto che non si ha». Altamura e Poggiorsini strette attorno ad un incredulo dolore
mercoledì 16 marzo 2011
22.05
Sono stati celebrati questo pomeriggio i funerali di padre Enzo Fiore, il sacerdote di Altamura che si è tolto la vita lunedì sera a Poggiorsini, dove era amministratore parrocchiale dell'unica chiesa cittadina, quella dedicata a Maria Santissima Addolorata. Altamurani e poggiorsinesi si sono stretti attorno ad un incredulo dolore. Pienissima la chiesa. Proprio per questo la messa è stata celebrata nella palestra della scuola. C'erano i genitori, le autorità e anche molti cittadini di Terlizzi.
«Siamo alla ricerca di segni che ravvivino la nostra fede, la nostra speranza e ci aiutino a sopportare un dolore così grande e un avvenimento che ci ha privati in un istante della presenza di padre Enzo Fiore», ha detto il vescovo della Diocesi di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti monsignor Mario Paciello durante l'omelia. «A noi Gesù oggi dice di alzare lo sguardo verso il suo cuore trafitto e al suo sepolcro vuoto e glorioso per attingere luce e forza, necessarie per non restare schiacciati dal dolore, dallo smarrimento che è nel cuore di tutti».
«La Messa esequiale - ha continuato il Vescovo - è il momento sacramentale in cui la comunità cristiana chiede a Cristo morto e risorto di far passare dalla morte alla vita e di accogliere nel Regno del Padre suo chi si presenta a Lui. È vero che padre Enzo ha bussato alla Sua porta in una notte in cui Egli non lo aspettava; è vero anche che nemmeno padre Enzo aveva mai pensato di essere lui a decidere il giorno del suo incontro con il Signore. Ma ci sono momenti nella vita in cui, imprevedibilmente e inspiegabilmente, la mente umana cade nel buio, la persona diventa automa, entra in un tunnel che sembra senza vie di uscita. Non possiamo non riconoscere che morire così è fare un grave torto al Signore, datore e padrone della vita; è un'appropriarsi di un diritto che non si ha. Ma questo è vero per chi ha la mente lucida, per chi è in grado di non volere quel che sta facendo; per chi è capace e ha la forza di vincere l'istinto. Il Signore, che sa e comprende queste cose, guarda con occhi di Dio e di Padre misericordioso chi giunge a questi gesti. Io penso che padre Enzo, in quel momento, ha creduto più alla misericordia di Dio che alla illiceità del suo gesto».
«Padre Enzo, ad Altamura, a Poggiorsini e, prima, a Terlizzi, ha lavorato con gioia e dedizione nelle comunità dove il Signore lo ha mandato. Il Signore, che è amore, che conosce il cuore dell'uomo, che vede il bene compiuto, che è giusto e grande nell'amore, non gli negherà la gioia del paradiso».
Il Vescovo ha espresso la propria vicinanza e quella di tutti i sacerdoti alla famiglia di padre Enzo. «Dobbiamo pregare per la famiglia di padre Enzo e continuare a star loro vicini, grati per il bene ricevuto da padre Enzo. Tutti siamo smarriti e pietrificati da quanto è avvenuto; ma possiamo solo immaginare quale immenso dolore è nel cuore dei familiari. Chiediamo per loro il conforto della fede, la speranza cristiana, la presenza materna e confortatrice della Vergine Addolorata. Dobbiamo pregare per i sacerdoti perché lo Spirito Santo dia tanta luce hai loro occhi, dia tanta grazia al loro cuore, perché abbiano sempre chiara la consapevolezza per la loro alta missione in mezzo al popolo. Dobbiamo pregare per Poggiorsini. Io sento che padre Enzo mi sta chiedendo, in questo momento, di domandare perdono alla comunità di Poggiorsini, particolarmente ai giovani. Per il suo ultimo gesto non giudicatelo, ma affidatelo alla misericordia di Dio. Ricordate, invece, tutte le cose buone che ha fatto e i buoni esempi che vi ha dato».
La fotografia è di Immagini Sivilla.
«Siamo alla ricerca di segni che ravvivino la nostra fede, la nostra speranza e ci aiutino a sopportare un dolore così grande e un avvenimento che ci ha privati in un istante della presenza di padre Enzo Fiore», ha detto il vescovo della Diocesi di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti monsignor Mario Paciello durante l'omelia. «A noi Gesù oggi dice di alzare lo sguardo verso il suo cuore trafitto e al suo sepolcro vuoto e glorioso per attingere luce e forza, necessarie per non restare schiacciati dal dolore, dallo smarrimento che è nel cuore di tutti».
«La Messa esequiale - ha continuato il Vescovo - è il momento sacramentale in cui la comunità cristiana chiede a Cristo morto e risorto di far passare dalla morte alla vita e di accogliere nel Regno del Padre suo chi si presenta a Lui. È vero che padre Enzo ha bussato alla Sua porta in una notte in cui Egli non lo aspettava; è vero anche che nemmeno padre Enzo aveva mai pensato di essere lui a decidere il giorno del suo incontro con il Signore. Ma ci sono momenti nella vita in cui, imprevedibilmente e inspiegabilmente, la mente umana cade nel buio, la persona diventa automa, entra in un tunnel che sembra senza vie di uscita. Non possiamo non riconoscere che morire così è fare un grave torto al Signore, datore e padrone della vita; è un'appropriarsi di un diritto che non si ha. Ma questo è vero per chi ha la mente lucida, per chi è in grado di non volere quel che sta facendo; per chi è capace e ha la forza di vincere l'istinto. Il Signore, che sa e comprende queste cose, guarda con occhi di Dio e di Padre misericordioso chi giunge a questi gesti. Io penso che padre Enzo, in quel momento, ha creduto più alla misericordia di Dio che alla illiceità del suo gesto».
«Padre Enzo, ad Altamura, a Poggiorsini e, prima, a Terlizzi, ha lavorato con gioia e dedizione nelle comunità dove il Signore lo ha mandato. Il Signore, che è amore, che conosce il cuore dell'uomo, che vede il bene compiuto, che è giusto e grande nell'amore, non gli negherà la gioia del paradiso».
Il Vescovo ha espresso la propria vicinanza e quella di tutti i sacerdoti alla famiglia di padre Enzo. «Dobbiamo pregare per la famiglia di padre Enzo e continuare a star loro vicini, grati per il bene ricevuto da padre Enzo. Tutti siamo smarriti e pietrificati da quanto è avvenuto; ma possiamo solo immaginare quale immenso dolore è nel cuore dei familiari. Chiediamo per loro il conforto della fede, la speranza cristiana, la presenza materna e confortatrice della Vergine Addolorata. Dobbiamo pregare per i sacerdoti perché lo Spirito Santo dia tanta luce hai loro occhi, dia tanta grazia al loro cuore, perché abbiano sempre chiara la consapevolezza per la loro alta missione in mezzo al popolo. Dobbiamo pregare per Poggiorsini. Io sento che padre Enzo mi sta chiedendo, in questo momento, di domandare perdono alla comunità di Poggiorsini, particolarmente ai giovani. Per il suo ultimo gesto non giudicatelo, ma affidatelo alla misericordia di Dio. Ricordate, invece, tutte le cose buone che ha fatto e i buoni esempi che vi ha dato».
La fotografia è di Immagini Sivilla.