Cava dei dinosauri, «Do ut des? No, grazie»

La nota del capogruppo di “Movimentiamoci” Daniele Tresca. «L'Amministrazione non cada negli errori del passato»

mercoledì 21 dicembre 2011 09.00
Si torna a parlare della cava dei dinosauri. Il consigliere comunale Daniele Tresca, capogruppo di "Movimentiamoci", riprende l'argomento in una nota.

«Non c'è giorno in cui la stampa locale, con altri mezzi di informazione radio-televisivi, non parli della cava dei dinosauri. Non starò con la presente ad enumerare una storia fritta e rifritta che anche le formiche ormai conoscono a memoria. Come è noto, nell'anno 1999, in territorio di Altamura, precisamente in località Pontrelli (via Santeramo), furono scoperte, su un'area privata di dodicimila metri quadrati, 30.000 orme di dinosauri. Nel 2011 un noto deputato pugliese, su sollecitazione di alcuni cittadini del suo partito, presenta un'interrogazione parlamentare al ministro dei Beni Culturali, on. Galan, per rappresentare lo stato di abbandono di quest'area, ritenuta di importanza mondiale, che evidenzia le orme scoperte, nel frattempo, però, divenute 12.000. L'iniziativa appare lodevole - continua Tresca - ma, nella sostanza, mi sembra adombrata a sensibilizzare l'opinione pubblica per spronare l'Ente di competenza ad attivarsi per la procedura dell'esproprio».

«Lo scrivente - sottolinea Tresca - è stato uno dei 1700 firmatari della petizione a favore dell'esproprio, ma la questione è stata gestita male, tanto da diventare "causa di controversia" fra la proprietà (il privato) e la pubblica amministrazione (il Comune). È stata ad arte strumentalizzata da alcuni personaggi che, approfittando del momento, decidono di scendere nell'arena per iniziare un percorso politico e spostare l'argomento sulla carenza del turismo, che ad Altamura è come predicare nel deserto».

Tresca ritiene che «il problema, se esiste, va affrontato e valutato, invece, in modo totalmente diverso. La scoperta di queste orme, quale patrimonio di interesse scientifico, se vere, e di importanza mondiale, affiorate alla luce conseguentemente ad uno scavo, forse eseguito per altri scopi, diventano per legge, in quanto sancito dalla Costituzione Italiana, di proprietà dello Stato (Titolo III°, art. 42, comma 3). L'art. 43 e l'art. 44, peraltro, disciplinano, in ogni caso, il trasferimento e l'esproprio imponendo obblighi e vincoli alla proprietà terriera privata, per essere destinato agli scopi per i quali si invoca l'esproprio. Perché, poi, addossare all'Amministrazione comunale la responsabilità della mancanza di messa in sicurezza del sito non appena si incominciano ad intravedere i segni di danneggiamento delle orme per effetto di
agenti atmosferici e del ruscellamento delle acque piovane?».

«Orbene - continua Tresca - se questo straordinario giacimento paleontologico versa in totale stato di abbandono, la colpa non può essere affatto addebitata all'Amministrazione comunale, in quanto non ha competenza per le considerazioni innanzi esposte. In tempi non sospetti fu prospettata al proprietario l'idea di un lascito, di una donazione alla propria città, per il tramite dello Stato competente, tanto da potersi riscattare, ad honorem, per essere ricordato nei secoli come illustre e grande benefattore, e chissà, essere annoverato nella seconda edizione dell'opera "I nostri eroi" della scrittrice pugliese, già preside, Bianca Tragni, ma il vil denaro…, purtroppo, la fa sempre da padrone e l'operazione andò in fumo. Ancora oggi la cava dei dinosauri è in primo piano per richiamare l'attenzione della gente e turbare quanto più possibile la coscienza di molti cittadini. Si cerca in tutti i modi una soluzione, finanche da parte del proprietario, con la proposta, come riportato dalla stampa locale, della donozione-scambio, ovvero con pareggiamento della cessione di volumi. "Io proprietario della cava ti concedo gratuitamente l'area in cui sono localizzate le orme, tu Comune in cambio mi concedi, come premio, la variante di destinazione urbanistica in altra di proprietà, avente pari metri quadrati, affinché io possa costruire immobili commerciali e abitazioni": DO UT DES».

«A mio modesto parere - commenta Tresca - questa proposta non sta né cielo né in terra, anzi, dovremmo noi amministratori valutarla attentamente sia sotto il profilo di immagine ma, soprattutto, per non incorre in azioni pericolose come di seguito rappresentate: la soluzione proposta dal proprietario della "Cava dei Dinosauri" è a dir poco aberrante in quanto crea un precedente pericoloso riconducibile ad un circolo vizioso di richiesta-ricatto da parte di altri cittadini; l'esproprio proposto non rientra nella competenza del Comune di Altamura, ma dello Stato sovrano; in considerazione di quanto sopra, la messa in sicurezza della cava, per la protezione delle orme, è di totale competenza del proprietario; l'espropriazione non presenta alcun vantaggio per il Comune di Altamura in funzione della valutazione tecnica, economica e finanziaria e nell'osservanza del Patto di Stabilità imposto da norme governative; l'operazione "Cava dei Dinosauri" non è al momento preminente per il Comune di Altamura per la crisi
economica che attanaglia il paese, nonché per la disoccupazione galoppante che giorno per giorno aumenta e diventa sempre più pericolosa, rilegando molte famiglie in uno stato di profondo disagio, tanto da non poter le stesse arrivare a fine mese; l'Amministrazione comunale, per valorizzare la scoperta e renderla fruibile, non dispone di milioni, milioni e milioni di euro, tanti per portare a regime un impianto, certamente di grande importanza turistica; avventurarsi nella realizzazione di questo progetto, destinando cospicue somme di denaro pubblico, condannerebbe la nostra città ad un pericoloso fallimento totale».

«La nostra città per 5 lustri è stata vincolata dal problema dei rifiuti solidi urbani sin dal 1985 e spero che questa Amministrazione non si lasci ancora una volta massacrare da un ennesimo problema, quello del "Dinosauro"! Gino, quale nome di fantasia del "Dinosauro" riportato dal mensile LAB Anno III n.25-Ottobre 2011, insiste e cerca in tutti i modi di avere i soldi dall'Amministrazione, ma è il Comune che spera di far soldi dal Gino-Dinosauro creando un sito turistico per fronteggiare i problemi economici in un momento di congiuntura disastrosa».


«Spero che questa mia nota - conclude Tresca - possa essere condivisa dall'Amministrazione della quale sono parte integrante affinché sia vigile ed attenta a non cadere negli errori del passato come ad esempio per "l'Uomo Arcaico di Altamura" (vedi FREE, Magazine di informazione e cultura n° 9, anno V). Come non ricordare la scoperta di uno scheletro di uomo intrappolato in una grotta che, a distanza di 13 anni dal rinvenimento, avvenuto nel lontano 1993, ha rischiato di disintegrarsi insieme a stalattiti e stalagmiti a causa delle proliferazioni di alghe scaturite dal calore emesso dai fari d'illuminazione per far luce alle telecamere posizionate nella grotta, facente parte del "Progetto Sarastro". Un progetto ideato e voluto dal prof. Vittorio Pesce Delfino, rivelatosi un bluff (FREE n° 9, anno V), sconfessato poi anche da altri professori universitari che sentenziarono la colpa del disastro al progetto Sarastro per il calore scaturito dai fari d'illuminazione e dalle condizioni climatiche all'interno della grotta. Il progetto Sarastro è costato all'Amministrazione oltre due miliardi e mezzo di lire».