Cava dei dinosauri, 1200 presenze alle visite guidate
Con l'iniziativa del "cantiere aperto" tanti hanno ammirato le orme. Pure i primi turisti
venerdì 10 gennaio 2020
Sono 1200 le persone che hanno visitato la cava delle orme dei dinosauri nei giorni di apertura straordinaria del "cantiere Pontrelli". Una grande curiosità da parte degli altamurani, dei turisti e delle varie scuole usufruendo di una visita guidata gratuita. Unico requisito era quello di prenotarsi.
A grande richiesta - dopo la "Settimana del Pianeta Terra" a ottobre (in quel caso 150 visitatori e prenotazioni esaurite in un battibaleno) - la cava ha ospitato altre tornate di visite guidate a fine novembre e nel mese di dicembre. E sono stati 360 i partecipanti alle tre giornate del sabato (ciascuna in tre turni), non solo di Altamura bensì anche di Bari, Polignano, Martina Franca, Bologna, Ferrara, Torino, Milano. Circa 750 sono stati gli alunni e gli studenti di scuola primaria, media e licei di Altamura, accompagnati dai loro insegnanti, e qualche scolaresca anche dalla provincia di Taranto.
In tutto oltre 1200 persone hanno avuto accesso gratuito alle iniziative organizzate per una prima fruizione di un luogo unico al mondo, scoperto nel 1999. Qui si viaggia con la fantasia. E non solo i bambini, pure gli adulti. I dinosauri sono una fonte inesauribile nell'immaginario collettivo. Ad Altamura ci sono soltanto impronte, non ci sono riproduzione da guardare dal basso verso l'alto. Viceversa si guarda l'orma o il camminamento "mano-piede" dei quadrupedi erbivori di 80 milioni di anni fa e ognuno si figura il dinosauro che potrebbe averle impresse. Sotto il profilo scientifico, si tratta dei "Tireofori". I "portatori di scudi", vale a dire quelli corazzati. Non molto alti, sviluppati in lunghezza, con le "armature".
Le orme sono 20.000 secondo una stima ricavata dopo aver interamente ripulito la paleosuperficie e averla interamente ripulita e rilevata palmo a palmo. Nel Cretaceo l'attuale Murgia (ed anche la Puglia) era una piattaforma carbonatica simile alle attuali "Bahamas". Cioè una laguna, con superfici acquitrinose e fangose che venivano calpestate dai dinosauri nei loro spostamenti e che si cibavano di ingenti masse vegetali.
Manca poco al termine degli interventi. Nella cava è in atto un progetto redatto dal Segretariato Regionale del Ministero per i beni culturali e dalla Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per la Città Metropolitana di Bari, in collaborazione con il Comune (ente proprietario della cava). Da quasi un anno è in corso l'appalto affidato all'associazione temporanea di impresa aggiudicataria con Cobar capofila, Università di Bari (Dipartimento di scienze della Terra e geoambientali), CoopCulture, En.Su. e Tesoro.
A grande richiesta - dopo la "Settimana del Pianeta Terra" a ottobre (in quel caso 150 visitatori e prenotazioni esaurite in un battibaleno) - la cava ha ospitato altre tornate di visite guidate a fine novembre e nel mese di dicembre. E sono stati 360 i partecipanti alle tre giornate del sabato (ciascuna in tre turni), non solo di Altamura bensì anche di Bari, Polignano, Martina Franca, Bologna, Ferrara, Torino, Milano. Circa 750 sono stati gli alunni e gli studenti di scuola primaria, media e licei di Altamura, accompagnati dai loro insegnanti, e qualche scolaresca anche dalla provincia di Taranto.
In tutto oltre 1200 persone hanno avuto accesso gratuito alle iniziative organizzate per una prima fruizione di un luogo unico al mondo, scoperto nel 1999. Qui si viaggia con la fantasia. E non solo i bambini, pure gli adulti. I dinosauri sono una fonte inesauribile nell'immaginario collettivo. Ad Altamura ci sono soltanto impronte, non ci sono riproduzione da guardare dal basso verso l'alto. Viceversa si guarda l'orma o il camminamento "mano-piede" dei quadrupedi erbivori di 80 milioni di anni fa e ognuno si figura il dinosauro che potrebbe averle impresse. Sotto il profilo scientifico, si tratta dei "Tireofori". I "portatori di scudi", vale a dire quelli corazzati. Non molto alti, sviluppati in lunghezza, con le "armature".
Le orme sono 20.000 secondo una stima ricavata dopo aver interamente ripulito la paleosuperficie e averla interamente ripulita e rilevata palmo a palmo. Nel Cretaceo l'attuale Murgia (ed anche la Puglia) era una piattaforma carbonatica simile alle attuali "Bahamas". Cioè una laguna, con superfici acquitrinose e fangose che venivano calpestate dai dinosauri nei loro spostamenti e che si cibavano di ingenti masse vegetali.
Manca poco al termine degli interventi. Nella cava è in atto un progetto redatto dal Segretariato Regionale del Ministero per i beni culturali e dalla Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per la Città Metropolitana di Bari, in collaborazione con il Comune (ente proprietario della cava). Da quasi un anno è in corso l'appalto affidato all'associazione temporanea di impresa aggiudicataria con Cobar capofila, Università di Bari (Dipartimento di scienze della Terra e geoambientali), CoopCulture, En.Su. e Tesoro.