Calo di vendite dei prodotti ortofrutticoli

La C.I.A. di Altamura esprime preoccupazione per i produttori. Il sindaco Mario Stacca invita i cittadini al consumo dei prodotti locali

mercoledì 22 giugno 2011 12.48
A cura di Angela Colonna
A partire dal mese di aprile si è diffuso a macchia d'olio un allarmismo riguardante il consumo di prodotti ortofrutticoli. A causare la larga preoccupazione, le notizie sul "batterio Killer", propriamente lo Shiga toxin-producing Escherichia coli, un batterio patogeno che porta infezioni e in alcuni casi anche la morte. L'allarme è stato lanciato dalla Germania, dove si sono registrati episodi di persone colpite da Sindrome emolitica-uremica (Seu) e l'Unione europea, raccomandando massima allerta, ha esortato a rispettare le basilari norme igieniche.

In Italia, il ministro della salute Ferruccio Fazio ha rassicurato l'opinione pubblica dichiarando che " i nostri cibi e le nostre verdure sono sicuri, laviamo sempre i cibi e le mani, dovremmo sempre farlo. Comunque non abbiamo problemi, la nostra sanità è sotto controllo, le nostre strutture sono allertate".

In Altamura si sta registrando il calo di vendita di frutta e verdura. Sui banchi dei mercati i prodotti restano invenduti e la sede locale della CIA (Confederazione Italiana dell'Agricoltura) ha espresso grande preoccupazione per le attività orticole e frutticole della zona.

Il sindaco Mario Stacca, a tal proposito, invita i cittadini al consumo del prodotto locale.

"Faccio mio l'appello rivolto dalla CIA ai consumatori - afferma il sindaco - a riprendere il consumo del prodotto locale, avendo cura di controllare bene l'etichetta di origine e poi di seguire le normali precauzioni igieniche. Gli allarmismi non sono giustificati, considerato che questa problematica sanitaria riguarda Paesi come la Germania mentre è stata completamente esclusa dalle Autorità sanitarie italiane a cui abbiamo l'obbligo di fare riferimento".

"I nostri agricoltori – conclude il primo cittadino – stanno subendo contraccolpi economici seri senza avere alcuna responsabilità e con la beffa che la loro frutta e la loro verdura sono prodotti controllati".