Aumento del prezzo di vendita del pane
L'Assopanificatori-Confesercenti di Altamura spiega le ragioni. Si tratta di "una scelta obbligata"
lunedì 27 giugno 2011
L'Assopanificatori-Confesercenti di Altamura esprime una considerazione a riguardo il recente aumento del prezzo di vendita del pane. Definito "scelta obbligata", l'aumento del costo è attribuito alle maggiori spese sostenute dai panificatori, quali farina, energia e costi di produzione.
"Essendo il mercato libero, - si legge in un comunicato - non ci sarà alcun prezzo imposto. In alcuni panifici della città il prezzo non è mai calato e si mantiene da anni sui 2 € al kg., in molti altri era sceso, in media, a 1,50 €. […] Il grano di nuova produzione è stato quotato a giugno a 32,5 € a quintale a fronte di 26,7 € di gennaio. Le semole sono quotate oggi a 44 € a quintale a fronte dei 35,5 € di gennaio".
Sono i risultati di una ricerca effettuata dall'Associazione Panificatori di Confesercenti sulla Borsa Merci della CCIAA di Bari.
"Il prezzo del pane prodotto dai panifici altamurani – continua la nota - è aumentato in media di 30 centesimi al chilo, con un incremento dell'20%, attestandosi a 1 euro e 80 al chilogrammo. Vale la pena ricordare che nel 2001, quando il prezzo fu convertito da lire in euro, il pane costava 2.500 lire il chilo, ovvero 1 euro e 55. Salvo il periodo 2007-2008 in cui, a causa del forte aumento delle materie prime dovuto alla crisi mondiale che colpì la cerealicoltura, il pane fu venduto per poco tempo a 2 euro, l'incremento del prezzo del pane, in 10 anni, è stato solo dell'20%, ma il prezzo della semola di grano duro per la panificazione (al quintale) è salito da 25 a 44 euro e si prevede che salga ancora.".
Per la Confesercenti, l'aumento del prezzo di vendita del pane è minore rispetto all'aumento di prezzo delle materie prime e dei costi di produzione.
Secondo Nicola Caggiano, Direttore Provinciale dell'Associazione Panificatori di Confesercenti, "i nostri panificatori lavorano la semola rimacinata e non il grano che, invece, viene lavorato dai molini. I cartelli, se esistono, vanno cercati altrove. I panificatori hanno mantenuto bassi i prezzi per tutti questi anni per tutelare i consumatori, che sono sempre stati e restano la loro unica ricchezza. Il panificatore altamurano gestisce un'azienda familiare, lavora di notte e guadagna onestamente su quello che produce senza sussidi statali, agevolazioni fiscali o altri aiuti di Stato".
In difesa dei panificatori altamurani, il Direttore Provinciale di Confesercenti, ha affermato che "la saggezza della categoria ha evitato aumenti vertiginosi dei prezzi, e questo perché le piccole e medie imprese conoscono il valore del rapporto di fiducia con il consumatore". Caggiano auspica, piuttosto, la "necessità di un'alleanza fra le piccole e medie imprese di panificazione, i produttori agricoli, le imprese molitorie e i consumatori per ridare fiato alla produzione di pane e prodotti da forno di Altamura e mettere ordine nel mercato dell'alimentare, che si configura sempre di più come un grande monopolio in mani straniere, soprattutto per l'importazione di grano estero."
Nel comunicato si reclama maggior rispetto per i panificatori, "la qualità del pane acquistato presso un forno artigianale di Altamura, merita molto più rispetto e valorizzazione, giacché i nostri panificatori, nonostante le grandi difficoltà imprenditoriali in cui versano, continuano a garantire ai consumatori il pane caldo, appena sfornato, nella panetteria sotto casa. Anche se è altrettanto indiscutibile che il cambiamento delle abitudini sociali e dell'alimentazione, hanno determinato una certa disaffezione al prodotto da parte soprattutto delle nuove generazioni. Certo è che il pane di Altamura continua a muovere un giro d'affari stimato nel 2009 in circa 600 milioni di euro l'anno, con circa 1.200 addetti e più di 40 imprese di panificazione. Ad Altamura si commercializza solo il 20% di tale produzione e solo qualche quintale giornaliero è Pane DOP di Altamura. E, a tale proposito, l'Assopanificatori-Confesercenti raccoglie l'invito a rilanciare la DOP, con una attenta verifica delle condizioni di produzione, e con una determinante attività promozionale dell'Amministrazione Comunale e del Consorzio di Tutela del Pane di Altamura".
Inoltre, a seguito di un'Ordinanza Sindacale, i panifici e caseifici altamurani hanno facoltà di apertura domenicale dal 26 giugno al 31 ottobre, al fine di rispondere alla sempre più crescente richiesta turistica.
"Essendo il mercato libero, - si legge in un comunicato - non ci sarà alcun prezzo imposto. In alcuni panifici della città il prezzo non è mai calato e si mantiene da anni sui 2 € al kg., in molti altri era sceso, in media, a 1,50 €. […] Il grano di nuova produzione è stato quotato a giugno a 32,5 € a quintale a fronte di 26,7 € di gennaio. Le semole sono quotate oggi a 44 € a quintale a fronte dei 35,5 € di gennaio".
Sono i risultati di una ricerca effettuata dall'Associazione Panificatori di Confesercenti sulla Borsa Merci della CCIAA di Bari.
"Il prezzo del pane prodotto dai panifici altamurani – continua la nota - è aumentato in media di 30 centesimi al chilo, con un incremento dell'20%, attestandosi a 1 euro e 80 al chilogrammo. Vale la pena ricordare che nel 2001, quando il prezzo fu convertito da lire in euro, il pane costava 2.500 lire il chilo, ovvero 1 euro e 55. Salvo il periodo 2007-2008 in cui, a causa del forte aumento delle materie prime dovuto alla crisi mondiale che colpì la cerealicoltura, il pane fu venduto per poco tempo a 2 euro, l'incremento del prezzo del pane, in 10 anni, è stato solo dell'20%, ma il prezzo della semola di grano duro per la panificazione (al quintale) è salito da 25 a 44 euro e si prevede che salga ancora.".
Per la Confesercenti, l'aumento del prezzo di vendita del pane è minore rispetto all'aumento di prezzo delle materie prime e dei costi di produzione.
Secondo Nicola Caggiano, Direttore Provinciale dell'Associazione Panificatori di Confesercenti, "i nostri panificatori lavorano la semola rimacinata e non il grano che, invece, viene lavorato dai molini. I cartelli, se esistono, vanno cercati altrove. I panificatori hanno mantenuto bassi i prezzi per tutti questi anni per tutelare i consumatori, che sono sempre stati e restano la loro unica ricchezza. Il panificatore altamurano gestisce un'azienda familiare, lavora di notte e guadagna onestamente su quello che produce senza sussidi statali, agevolazioni fiscali o altri aiuti di Stato".
In difesa dei panificatori altamurani, il Direttore Provinciale di Confesercenti, ha affermato che "la saggezza della categoria ha evitato aumenti vertiginosi dei prezzi, e questo perché le piccole e medie imprese conoscono il valore del rapporto di fiducia con il consumatore". Caggiano auspica, piuttosto, la "necessità di un'alleanza fra le piccole e medie imprese di panificazione, i produttori agricoli, le imprese molitorie e i consumatori per ridare fiato alla produzione di pane e prodotti da forno di Altamura e mettere ordine nel mercato dell'alimentare, che si configura sempre di più come un grande monopolio in mani straniere, soprattutto per l'importazione di grano estero."
Nel comunicato si reclama maggior rispetto per i panificatori, "la qualità del pane acquistato presso un forno artigianale di Altamura, merita molto più rispetto e valorizzazione, giacché i nostri panificatori, nonostante le grandi difficoltà imprenditoriali in cui versano, continuano a garantire ai consumatori il pane caldo, appena sfornato, nella panetteria sotto casa. Anche se è altrettanto indiscutibile che il cambiamento delle abitudini sociali e dell'alimentazione, hanno determinato una certa disaffezione al prodotto da parte soprattutto delle nuove generazioni. Certo è che il pane di Altamura continua a muovere un giro d'affari stimato nel 2009 in circa 600 milioni di euro l'anno, con circa 1.200 addetti e più di 40 imprese di panificazione. Ad Altamura si commercializza solo il 20% di tale produzione e solo qualche quintale giornaliero è Pane DOP di Altamura. E, a tale proposito, l'Assopanificatori-Confesercenti raccoglie l'invito a rilanciare la DOP, con una attenta verifica delle condizioni di produzione, e con una determinante attività promozionale dell'Amministrazione Comunale e del Consorzio di Tutela del Pane di Altamura".
Inoltre, a seguito di un'Ordinanza Sindacale, i panifici e caseifici altamurani hanno facoltà di apertura domenicale dal 26 giugno al 31 ottobre, al fine di rispondere alla sempre più crescente richiesta turistica.