Assistenza specialistica accreditata, "saremo costretti a chiudere"
Convocato per il 16 novembre un Consiglio comunale sul tema sanità. La Direzione della Asl/Ba: "Impegno per attivare il nuovo Ospedale della Murgia"
venerdì 12 novembre 2010
12.43
Il Piano di Rientro sanitario della Regione Puglia impone, per le strutture accreditate (Radiologia, Laboratori di analisi...), un tetto massimo di spesa. Dal 12 ottobre scorso, infatti, per effetto della deliberazione n. 1500 del 26 giugno 2009, sono cessati i rimborsi per l'assistenza specialistica accreditata. I cittadini esenti dal ticket, per le indagini per immagini (ad es. esami radiologici) e per i prelievi, hanno dovuto rivolgersi, con conseguenti disagi, alla struttura ospedaliera locale, insufficiente a soddisfare tutte le richieste. I tagli alla sanità sono stati oggetto di dibattito lo scorso 8 novembre, in un incontro ospitato presso la sala convegni Tommaso Fiore. Presenti diversi rappresentanti delle locali strutture convenzionate, che hanno rivendicato "il diritto del cittadino alla libera scelta del luogo di diagnosi e cura, fortemente limitato dalle nuove disposizioni regionali. Il Piano di rientro sanitario - hanno aggiunto - costringe a licenziare i dipendenti, le somme destinate al comparto rappresentano il 2,5% della totalità dei fondi spesi nell'ambito sanitario dalla Regione Puglia".
"La mia struttura percepiva 500mila euro all'anno per prestazione effettuate in regime di convenzionamento, la Regione Puglia ora ci ha assegnato 230mila euro", ha spiegato il dott. Vincenzo Panaro, organizzatore dell'incontro, "200mila euro all'anno li spendo in stipendi dei miei dipendenti. Dovrò, dunque, necessariamente licenziare, mettere in cassa integrazione. Non potrò, di conseguenza, soddisfare le esigenze della gente e questa sarà costretta a rivolgersi ad altre strutture convenzionate nella stessa condizione della mia. Sarà, quindi, costretta a rivolgersi all'ospedale, con prenotazioni inutili, incivili ed inumane. Ci siamo rivolti alla Giustizia, facendo ricorso al Tar, speriamo che il giudice possa dare una sospensiva perché, se ciò non dovesse accadere, sarò costretto a chiudere la struttura".
A rispondere, in rappresentanza della Regione, il consigliere Michele Ventricelli (Sel): "Il limite invalicabile è stato posto dal Governo nazionale, per cui, se non si approva il Piano di Rientro, ci sono 500 milioni di euro che non possono essere utilizzati per ospedali, ambulatori, servizi sociali". Ventricelli ha parlato di un budget di 13 milioni di euro da non poter ancora utilizzare. E ha annunciato che il prossimo 23 novembre ci sarà alla Regione un incontro sull'argomento a cui parteciperanno, oltre alle associazioni di categoria, anche l'assessore regionale alla Sanità Tommaso Fiore. "Mi auguro – ha aggiunto il Consigliere regionale – che in quest'incontro si possano rivedere i criteri previsti dalla deliberazione n. 1500 per consentire al nostro territorio di recuperare un po' di risorse finanziarie utili a dare risposte adeguate". "Da quattro mesi chiediamo un incontro con l'assessore Fiore e non ci degna neppure di una chiamata", ha, invece, affermato il sindaco Mario Stacca.
Presente anche il consigliere regionale del P.D.L. Ignazio Zullo, che ha evidenziato la necessità di "ridisegnare il servizio sanitario locale attraverso un potenziamento della prevenzione e dei mezzi di medicina generale, ma anche attraverso la giusta stabilizzazione di un servizio indispensabile come quello dell'assistenza domiciliare integrata".
Fra gli interventi, quello di Michele Lospalluto (Rappresentanze Sindacali di Base, Unione Sindacale di Base, Pubblico Impiego – Puglia): "Siamo in un sistema misto, dove addirittura c'è concorrenza fra pubblico e pubblico. È normale che in un sistema misto ci debba essere concorrenza per qualità fra cosiddetto privato accreditato e pubblico. Io sono per la centralità del pubblico, ma la Regione deve garantire che il pubblico soddisfi i bisogni. Quando non lo fa, non può prendere e buttare per strada. Decine e decine di anziani non sanno a chi rivolgersi. In questa Regione si spende appena il 2,5 % in prevenzione. Non c'è una politica sanitaria di filtro del territorio. Un'assistenza domiciliare che venga fatta dalle 8 alle 14 non esiste. Il malato di Alzheimer, che deve assicurarsi un'assistenza completa, è costretto a pagarsi gli infermieri 40 euro all'ora per integrare quel poco che riesce ad avere. Ad oggi non c'è nessun piano sanitario della Regione Puglia. Il problema è che fino ad ora è stato gestito tutto con la corruttela, è chiaro che c'è il debito".
Secondo le parole di Lospalluto, quello del Governo è "un atteggiamento politico che può mettere a repentaglio tutta una Regione. Occorre dare una risposta economica. Sono fortemente arrabbiato con l'assessore Fiore – ha aggiunto – perché sta attuando un piano ragionieristico. Nei fatti il Piano è ragionieristico. Bisogna cominciare a tagliare gli sprechi, i fitti passivi e le proprietà abbandonate delle Asl. Occorre cominciare a fare attività preventiva. Tutto questo sta succedendo perché c'è una cultura del consumismo nella sanità".
"Dal 1º gennaio - ha concluso Lospalluto - decine e decine di operatori saranno licenziati ed il rischio è di chiudere alcuni servizi. Ad Altamura la rianimazione rischia di soccombere perché mancano unità infermieristiche".
Intanto la Direzione Generale della Asl/BA fa sapere che "non è stato attuato un commisariamento dell'Ospedale di Altamura". Si procederà ad un "affiancamento della Direzione del Presidio Ospedaliero per rendere più incisiva un'azione di miglioramento e rilancio della Sanità Ospedaliera. Questa Direzione si sta fortemente impegnando, inoltre - si legge nella comunicazione - per conseguire l'obiettivo finale della attivazione del nuovo Ospedale della Murgia".
È stato convocato per martedì 16 novembre, alle ore 17, presso la Sala Consiliare del Palazzo di Città, un Consiglio comunale in sessione straordinaria urgente per discutere dei "gravi disservizi nella sanita' pugliese - diritto alla salute dei cittadini altamurani - esame dei problemi e proposte di risoluzione".
"La mia struttura percepiva 500mila euro all'anno per prestazione effettuate in regime di convenzionamento, la Regione Puglia ora ci ha assegnato 230mila euro", ha spiegato il dott. Vincenzo Panaro, organizzatore dell'incontro, "200mila euro all'anno li spendo in stipendi dei miei dipendenti. Dovrò, dunque, necessariamente licenziare, mettere in cassa integrazione. Non potrò, di conseguenza, soddisfare le esigenze della gente e questa sarà costretta a rivolgersi ad altre strutture convenzionate nella stessa condizione della mia. Sarà, quindi, costretta a rivolgersi all'ospedale, con prenotazioni inutili, incivili ed inumane. Ci siamo rivolti alla Giustizia, facendo ricorso al Tar, speriamo che il giudice possa dare una sospensiva perché, se ciò non dovesse accadere, sarò costretto a chiudere la struttura".
A rispondere, in rappresentanza della Regione, il consigliere Michele Ventricelli (Sel): "Il limite invalicabile è stato posto dal Governo nazionale, per cui, se non si approva il Piano di Rientro, ci sono 500 milioni di euro che non possono essere utilizzati per ospedali, ambulatori, servizi sociali". Ventricelli ha parlato di un budget di 13 milioni di euro da non poter ancora utilizzare. E ha annunciato che il prossimo 23 novembre ci sarà alla Regione un incontro sull'argomento a cui parteciperanno, oltre alle associazioni di categoria, anche l'assessore regionale alla Sanità Tommaso Fiore. "Mi auguro – ha aggiunto il Consigliere regionale – che in quest'incontro si possano rivedere i criteri previsti dalla deliberazione n. 1500 per consentire al nostro territorio di recuperare un po' di risorse finanziarie utili a dare risposte adeguate". "Da quattro mesi chiediamo un incontro con l'assessore Fiore e non ci degna neppure di una chiamata", ha, invece, affermato il sindaco Mario Stacca.
Presente anche il consigliere regionale del P.D.L. Ignazio Zullo, che ha evidenziato la necessità di "ridisegnare il servizio sanitario locale attraverso un potenziamento della prevenzione e dei mezzi di medicina generale, ma anche attraverso la giusta stabilizzazione di un servizio indispensabile come quello dell'assistenza domiciliare integrata".
Fra gli interventi, quello di Michele Lospalluto (Rappresentanze Sindacali di Base, Unione Sindacale di Base, Pubblico Impiego – Puglia): "Siamo in un sistema misto, dove addirittura c'è concorrenza fra pubblico e pubblico. È normale che in un sistema misto ci debba essere concorrenza per qualità fra cosiddetto privato accreditato e pubblico. Io sono per la centralità del pubblico, ma la Regione deve garantire che il pubblico soddisfi i bisogni. Quando non lo fa, non può prendere e buttare per strada. Decine e decine di anziani non sanno a chi rivolgersi. In questa Regione si spende appena il 2,5 % in prevenzione. Non c'è una politica sanitaria di filtro del territorio. Un'assistenza domiciliare che venga fatta dalle 8 alle 14 non esiste. Il malato di Alzheimer, che deve assicurarsi un'assistenza completa, è costretto a pagarsi gli infermieri 40 euro all'ora per integrare quel poco che riesce ad avere. Ad oggi non c'è nessun piano sanitario della Regione Puglia. Il problema è che fino ad ora è stato gestito tutto con la corruttela, è chiaro che c'è il debito".
Secondo le parole di Lospalluto, quello del Governo è "un atteggiamento politico che può mettere a repentaglio tutta una Regione. Occorre dare una risposta economica. Sono fortemente arrabbiato con l'assessore Fiore – ha aggiunto – perché sta attuando un piano ragionieristico. Nei fatti il Piano è ragionieristico. Bisogna cominciare a tagliare gli sprechi, i fitti passivi e le proprietà abbandonate delle Asl. Occorre cominciare a fare attività preventiva. Tutto questo sta succedendo perché c'è una cultura del consumismo nella sanità".
"Dal 1º gennaio - ha concluso Lospalluto - decine e decine di operatori saranno licenziati ed il rischio è di chiudere alcuni servizi. Ad Altamura la rianimazione rischia di soccombere perché mancano unità infermieristiche".
Intanto la Direzione Generale della Asl/BA fa sapere che "non è stato attuato un commisariamento dell'Ospedale di Altamura". Si procederà ad un "affiancamento della Direzione del Presidio Ospedaliero per rendere più incisiva un'azione di miglioramento e rilancio della Sanità Ospedaliera. Questa Direzione si sta fortemente impegnando, inoltre - si legge nella comunicazione - per conseguire l'obiettivo finale della attivazione del nuovo Ospedale della Murgia".
È stato convocato per martedì 16 novembre, alle ore 17, presso la Sala Consiliare del Palazzo di Città, un Consiglio comunale in sessione straordinaria urgente per discutere dei "gravi disservizi nella sanita' pugliese - diritto alla salute dei cittadini altamurani - esame dei problemi e proposte di risoluzione".