Area archeologica via V. Buoncammino, l'impresa risponde
"Il progetto è di interesse pubblico". Eseguiti gli studi dell'area e acquisiti i pareri favorevoli delle Soprintendenze
martedì 26 giugno 2012
12.06
"Avevamo chiesto agli architetti (redattori della nota) un incontro, negatoci. Evidentemente non hanno voluto conoscere la verità e forse non si tratta di liberi pensatori, ma di gente ispirata da qualche portatore di non meglio specificati interessi economico – politici".
È questa la risposta dell'impresa di costruzioni, "Edil Project Simone s.r.l.", alle affermazioni dei 40 architetti uniti per dire "no" al progetto di riqualificazione dell'area archeologica sita in via Vecchia Buoncammino che conserva resti dell'età peuceta. L'azienda di costruzioni ha presentato al Comune di Altamura un accordo di programma che prevede la realizzazione di fabbricati per residenza e attività commerciali per 13.709 metri cubi. In cambio l'impresa ritiene di cedere l'area interessata al Comune unitamente ad un piccolo edificio di un solo piano di circa 300 metri quadri.
"L'area risulta al momento abbandonata da 40 anni - dichiara l'impresa - e di fatto è divenuta una discarica a cielo aperto (continui incendi estivi delle sterpaglie, ratti, serpenti, rifiuti e insetti di ogni genere". A ciò segue una precisazione da parte della "Edil Project Simone s.r.l." che riguarda il vincolo archeologico. Secondo la sentenza Tar Puglia n.3815 del 24.04.2002, proprio su ricorso dei proprietari dell'area, eredi Sabini, contro il Comune di Altamura, promosso in occasione della conferma della tipizzazione a zona archeologica, il vincolo non esclude la edificabilità, "essendo astrattamente concepibile un particolare tipo di costruzioni realizzato senza che i reperti archeologici subiscano un uso incompatibile".
L'impresa, da canto proprio, ha proceduto negli anni a promuovere dapprima prospezioni geofisiche dell'area a cura del prof. Marcello Ciminale, docente dell'Università di Bari, e sotto la direzione scientifica del prof. Giuliano Volpe, archeologo e Rettore dell'Università di Foggia, regolarmente autorizzate dalla Soprintendenza per i Beni archeologici. Ha anche effettuato una campagna di scavi archeologici, regolarmente autorizzati dalla Soprintendenza monitorando l'intero sito ed individuando i reperti non emersi in precedenza. Si è giunti così al progetto finale che mira a "salvaguardare i resti archeologici, finalmente valorizzandoli e rendendoli fruibili per la comunità e nel contempo a prevedere l'utilizzazione di parte delle volumetrie disponibili".
Per l'impresa la realizzazione del progetto (che ha ottenuto parere preliminare favorevole della Soprintendenza regionale e i pareri favorevoli delle Soprintendenze archeologica e paesaggistica) ha un sicuro interesse pubblico perché prevede un collegamento tra strade, ora senza uscita, la fruibilità del sito archeologico, nonché la realizzazione di un fabbricato da cedere al Comune e da destinarsi a museo o altra destinazione equipollente. L'auspicio da parte dell'impresa è che si dia atto della bontà del progetto, considerate le ricadute positive sull'economia della città e sul livello occupazionale.
È questa la risposta dell'impresa di costruzioni, "Edil Project Simone s.r.l.", alle affermazioni dei 40 architetti uniti per dire "no" al progetto di riqualificazione dell'area archeologica sita in via Vecchia Buoncammino che conserva resti dell'età peuceta. L'azienda di costruzioni ha presentato al Comune di Altamura un accordo di programma che prevede la realizzazione di fabbricati per residenza e attività commerciali per 13.709 metri cubi. In cambio l'impresa ritiene di cedere l'area interessata al Comune unitamente ad un piccolo edificio di un solo piano di circa 300 metri quadri.
"L'area risulta al momento abbandonata da 40 anni - dichiara l'impresa - e di fatto è divenuta una discarica a cielo aperto (continui incendi estivi delle sterpaglie, ratti, serpenti, rifiuti e insetti di ogni genere". A ciò segue una precisazione da parte della "Edil Project Simone s.r.l." che riguarda il vincolo archeologico. Secondo la sentenza Tar Puglia n.3815 del 24.04.2002, proprio su ricorso dei proprietari dell'area, eredi Sabini, contro il Comune di Altamura, promosso in occasione della conferma della tipizzazione a zona archeologica, il vincolo non esclude la edificabilità, "essendo astrattamente concepibile un particolare tipo di costruzioni realizzato senza che i reperti archeologici subiscano un uso incompatibile".
L'impresa, da canto proprio, ha proceduto negli anni a promuovere dapprima prospezioni geofisiche dell'area a cura del prof. Marcello Ciminale, docente dell'Università di Bari, e sotto la direzione scientifica del prof. Giuliano Volpe, archeologo e Rettore dell'Università di Foggia, regolarmente autorizzate dalla Soprintendenza per i Beni archeologici. Ha anche effettuato una campagna di scavi archeologici, regolarmente autorizzati dalla Soprintendenza monitorando l'intero sito ed individuando i reperti non emersi in precedenza. Si è giunti così al progetto finale che mira a "salvaguardare i resti archeologici, finalmente valorizzandoli e rendendoli fruibili per la comunità e nel contempo a prevedere l'utilizzazione di parte delle volumetrie disponibili".
Per l'impresa la realizzazione del progetto (che ha ottenuto parere preliminare favorevole della Soprintendenza regionale e i pareri favorevoli delle Soprintendenze archeologica e paesaggistica) ha un sicuro interesse pubblico perché prevede un collegamento tra strade, ora senza uscita, la fruibilità del sito archeologico, nonché la realizzazione di un fabbricato da cedere al Comune e da destinarsi a museo o altra destinazione equipollente. L'auspicio da parte dell'impresa è che si dia atto della bontà del progetto, considerate le ricadute positive sull'economia della città e sul livello occupazionale.