Archeologia industriale: approvata la legge regionale
Previsti censimento, salvaguardia e riqualificazione dei siti
domenica 25 gennaio 2015
10.41
Non solo reperti storici e monumenti del lontano passato, ma anche opifici, manifatture, frantoi, mulini e fabbriche dell''800 e del '900.
Dopo il Piano paesaggistico e territoriale, un'altra legge approvata all'unanimità dal consiglio regionale mira alla la valorizzazione e la promozione del patrimonio di archeologia presente sul nostro territorio, riconoscendone l'importanza per la cultura e per lo sviluppo economico regionale: quello industriale contemporaneo.
Per patrimonio di archeologia industriale si intende il complesso dei beni immateriali e materiali, non più utilizzati per il processo produttivo, che costituiscono testimonianza storica del lavoro e della cultura industriale presenti sul territorio regionale. In particolare i complessi, le fabbriche e le relative strutture di servizio e di pertinenza, le macchine e le attrezzature, i prodotti originali dei processi industriali, gli archivi, le raccolte librarie e documentarie, comprese quelle relative a disegni, fotografie e filmati, le collezioni e le serie di oggetti riguardanti l'industria, nonché i siti estrattivi dismessi.
"Non è per ragioni propagandistiche, ma per ragioni di politica e di cultura che consideriamo necessario fare il punto sul complesso di tre leggi che sono state approvate questa mattina e che sanciscono un punto di svolta culturale nella nostra regione. Sono tre leggi infatti che ci aiutano a capire che siamo in un tempo differente in cui la cura del territorio, della bellezza, della storia e della memoria serve anche per produrre buona economia, un'altra idea di ricchezza che mette insieme i valori economici con i valori spirituali e i valori identitari". Così ha commentato il Presidente della Regione Nichi l'approvazione in consiglio regionale delle tre leggi (le altre due riguardano la conoscenza, la valorizzazione e il recupero dei trabucchi e la salvaguardia degli habitat costieri di interesse comunitario) che costituiscono il secondo caso in Italia, dopo quello dell'Umbria.
Un patrimonio che secondo la vicepresidente e assessore alla Qualità del territorio, Angela Barbanente, in Puglia "ha delle testimonianze di grandissimo valore, dai tabacchifici alle cave, agli opifici che non avevano alcuna forma di tutela né tantomeno una sede nella quale poter documentare gli avanzamenti della ricerca e della catalogazione in questo campo. La legge – ha specificato la Barbanente - è strettamente integrata alla legge regionale in materia di beni culturali".
Le attività di valorizzazione consisteranno nella ricognizione, nel censimento e nella catalogazione del patrimonio locale, anche attraverso accordi e intese con soggetti pubblici e privati, e successivamente nella salvaguardia, conservazione e fruizione, anche avvalendosi della legge regionale sulla riqualificazione urbana, la realizzazione di percorsi turistici e culturali e la divulgazione didattica.
Dopo il Piano paesaggistico e territoriale, un'altra legge approvata all'unanimità dal consiglio regionale mira alla la valorizzazione e la promozione del patrimonio di archeologia presente sul nostro territorio, riconoscendone l'importanza per la cultura e per lo sviluppo economico regionale: quello industriale contemporaneo.
Per patrimonio di archeologia industriale si intende il complesso dei beni immateriali e materiali, non più utilizzati per il processo produttivo, che costituiscono testimonianza storica del lavoro e della cultura industriale presenti sul territorio regionale. In particolare i complessi, le fabbriche e le relative strutture di servizio e di pertinenza, le macchine e le attrezzature, i prodotti originali dei processi industriali, gli archivi, le raccolte librarie e documentarie, comprese quelle relative a disegni, fotografie e filmati, le collezioni e le serie di oggetti riguardanti l'industria, nonché i siti estrattivi dismessi.
"Non è per ragioni propagandistiche, ma per ragioni di politica e di cultura che consideriamo necessario fare il punto sul complesso di tre leggi che sono state approvate questa mattina e che sanciscono un punto di svolta culturale nella nostra regione. Sono tre leggi infatti che ci aiutano a capire che siamo in un tempo differente in cui la cura del territorio, della bellezza, della storia e della memoria serve anche per produrre buona economia, un'altra idea di ricchezza che mette insieme i valori economici con i valori spirituali e i valori identitari". Così ha commentato il Presidente della Regione Nichi l'approvazione in consiglio regionale delle tre leggi (le altre due riguardano la conoscenza, la valorizzazione e il recupero dei trabucchi e la salvaguardia degli habitat costieri di interesse comunitario) che costituiscono il secondo caso in Italia, dopo quello dell'Umbria.
Un patrimonio che secondo la vicepresidente e assessore alla Qualità del territorio, Angela Barbanente, in Puglia "ha delle testimonianze di grandissimo valore, dai tabacchifici alle cave, agli opifici che non avevano alcuna forma di tutela né tantomeno una sede nella quale poter documentare gli avanzamenti della ricerca e della catalogazione in questo campo. La legge – ha specificato la Barbanente - è strettamente integrata alla legge regionale in materia di beni culturali".
Le attività di valorizzazione consisteranno nella ricognizione, nel censimento e nella catalogazione del patrimonio locale, anche attraverso accordi e intese con soggetti pubblici e privati, e successivamente nella salvaguardia, conservazione e fruizione, anche avvalendosi della legge regionale sulla riqualificazione urbana, la realizzazione di percorsi turistici e culturali e la divulgazione didattica.