Aperture domenicali dei negozi, c'è chi dice "no"
La Confesercenti avvia una raccolta firme. La campagna "Liberaladomenica"
giovedì 31 gennaio 2013
10.01
Negozi aperti anche di domenica a discrezione dei titolari. Ma sono davvero tutti concordi? Il decreto "Salva Italia" del governo Monti, da più di un anno, ha liberalizzato gli orari, c'è chi aderisce e chi no. Ma parte dalla "Confesercenti Terra di Bari" una raccolta firme per dire "no" alle domeniche lavorative. Si può sottoscrivere la petizione presso gli esercizi commerciali altamurani che hanno aderito all'iniziativa e presso la sede della Confesercenti.
La campagna si chiama "Liberaladomenica" e sostiene una legge di iniziativa popolare che riporti nell'ambito dei poteri delle Regioni le decisioni sulle aperture domenicali. Secondo la Confesercenti, la liberalizzazione degli orari ha "penalizzato i piccoli negozi, costringendo imprenditori e lavoratori a sacrificare valori importanti come la famiglia". Sulla stessa linea si pone la C.E.I. (Conferenza episcopale italiana) sostenendo che il riposo domenicale ha innanzitutto un valore sociale ed anche valide ragioni economiche: l'apertura domenicale deve essere eccezione, non regola. E' necessaria una regolamentazione degli orari dei negozi, non una liberalizzazione sfrenata del commercio domenicale".
Ad aderire anche Famiglia Cristiana, i sindacati Cisl, Uil e Cgil e alcune regioni italiane.
La campagna si chiama "Liberaladomenica" e sostiene una legge di iniziativa popolare che riporti nell'ambito dei poteri delle Regioni le decisioni sulle aperture domenicali. Secondo la Confesercenti, la liberalizzazione degli orari ha "penalizzato i piccoli negozi, costringendo imprenditori e lavoratori a sacrificare valori importanti come la famiglia". Sulla stessa linea si pone la C.E.I. (Conferenza episcopale italiana) sostenendo che il riposo domenicale ha innanzitutto un valore sociale ed anche valide ragioni economiche: l'apertura domenicale deve essere eccezione, non regola. E' necessaria una regolamentazione degli orari dei negozi, non una liberalizzazione sfrenata del commercio domenicale".
Ad aderire anche Famiglia Cristiana, i sindacati Cisl, Uil e Cgil e alcune regioni italiane.