Antichi rinvenimenti nella chiesa della Trinità
“Stemmi illeggibili e cancellati da un restauro effettuato tra gli anni ’50 e ‘60”. Giovanni Mercadante ne parla ad Altamuralife. La risposta della Diocesi
mercoledì 16 giugno 2010
12.00
Sono i sentieri storici che svelano i segreti del territorio. Ignorata in molte guide cartacee della nostra città, la "vecchia" chiesa della Santissima Trinità, attualmente sostituita dalla nuova parrocchia della Trasfigurazione, costituisce un contenitore ricco di importanti testimonianze. Come, d'altronde, numerosi antichi edifici che onorano i diversi angoli di Altamura. Qualcuno ha voluto svelare i tesori nascosti di questo prezioso monumento. Si tratta dell'altamurano Giovanni Mercadante, giornalista e noto cultore di araldica, autore di numerose pubblicazioni, tra le quali "Altamura nobilissima. Le armi araldiche e la storia delle famiglie nobili notabili e feudatarie della città e del territorio". E se l'araldica è, per definizione, lo studio degli stemmi, di stemmi ancora poco conosciuti ci ha parlato il dott. Mercadante.
Secondo le sue parole, negli anni '50-'60 sarebbe stato compiuto uno "scempio storico" all'interno della stessa chiesa della Santissima Trinità. Oltre all'abbattimento dei due altari laterali in stile barocco, fu effettuato un rifacimento dell'altare maggiore che avrebbe causato la cancellazione degli stemmi originali sottostanti la tela raffigurante la gloria della SS. Trinità (datata 1586, gli stemmi risalgono alla seconda metà del XVI secolo). Lo stemma della Casa Farnese – costituito dai due simboli papalini, chiavi e tiara, e dai gigli farnesiani laterali - appare oggi illeggibile, simboli araldici e corona ducale sono stati deturpati. Lo stemma relativo al prelato Giovanni Geronimo De Mari è stato cancellato per far posto allo stemma di Papa Sisto V, in formato più grande e costituito da un leone rampante attraversato da una fascia. Il terzo stemma, quello di Altamura, è stato deturpato con la cancellazione della corona regia".
"In pratica – spiega Gianni Mercadante - il restauratore avrebbe affogato gli stemmi in una cornice dorata, ridipingendoli. La chiesa, allo stato attuale, presenta forti tracce di umidità in prossimità di un finestrone sotto il soffitto. Versa, dunque, in uno stato di totale abbandono".
"Già vent'anni fa – continua Mercadante - la Regione finanziò il recupero della chiesa con 30 milioni di vecchie lire, a cui si aggiunsero 5 milioni della Banca Popolare della Murgia ed il resto fu offerto dai fedeli per un totale di 45 milioni di lire". La domanda che Mercadante si pone è: "Che fine farà la vecchia chiesa della Trinità?". Una domanda che lo stesso Mercadante pone alla Diocesi di Altamura – Gravina – Acquaviva delle Fonti. "La chiesa deve continuare a svolgere la sua funzione di aggregazione nel Centro Storico. L'attuale parroco don Michele Lorusso purtroppo non può fare nulla". Lo studioso si appella alle Istituzioni locali chiedendo loro di intervenire.
E la Diocesi, nella persona di don Nunzio Falcicchio, risponde che "la Chiesa della Santissima Trinità attualmente è una rettoria, un luogo aperto al culto, con un rappresentante legale, il rettore don Michele Lorusso, che cura la stessa chiesa. Rientra nella zona pastorale del Centro Storico. Il Codice di Diritto Canonico prevede la funzione pastorale di una rettoria".
Secondo le sue parole, negli anni '50-'60 sarebbe stato compiuto uno "scempio storico" all'interno della stessa chiesa della Santissima Trinità. Oltre all'abbattimento dei due altari laterali in stile barocco, fu effettuato un rifacimento dell'altare maggiore che avrebbe causato la cancellazione degli stemmi originali sottostanti la tela raffigurante la gloria della SS. Trinità (datata 1586, gli stemmi risalgono alla seconda metà del XVI secolo). Lo stemma della Casa Farnese – costituito dai due simboli papalini, chiavi e tiara, e dai gigli farnesiani laterali - appare oggi illeggibile, simboli araldici e corona ducale sono stati deturpati. Lo stemma relativo al prelato Giovanni Geronimo De Mari è stato cancellato per far posto allo stemma di Papa Sisto V, in formato più grande e costituito da un leone rampante attraversato da una fascia. Il terzo stemma, quello di Altamura, è stato deturpato con la cancellazione della corona regia".
"In pratica – spiega Gianni Mercadante - il restauratore avrebbe affogato gli stemmi in una cornice dorata, ridipingendoli. La chiesa, allo stato attuale, presenta forti tracce di umidità in prossimità di un finestrone sotto il soffitto. Versa, dunque, in uno stato di totale abbandono".
"Già vent'anni fa – continua Mercadante - la Regione finanziò il recupero della chiesa con 30 milioni di vecchie lire, a cui si aggiunsero 5 milioni della Banca Popolare della Murgia ed il resto fu offerto dai fedeli per un totale di 45 milioni di lire". La domanda che Mercadante si pone è: "Che fine farà la vecchia chiesa della Trinità?". Una domanda che lo stesso Mercadante pone alla Diocesi di Altamura – Gravina – Acquaviva delle Fonti. "La chiesa deve continuare a svolgere la sua funzione di aggregazione nel Centro Storico. L'attuale parroco don Michele Lorusso purtroppo non può fare nulla". Lo studioso si appella alle Istituzioni locali chiedendo loro di intervenire.
E la Diocesi, nella persona di don Nunzio Falcicchio, risponde che "la Chiesa della Santissima Trinità attualmente è una rettoria, un luogo aperto al culto, con un rappresentante legale, il rettore don Michele Lorusso, che cura la stessa chiesa. Rientra nella zona pastorale del Centro Storico. Il Codice di Diritto Canonico prevede la funzione pastorale di una rettoria".
Ubicata in prossimità di Piazza don Minzoni, un tempo Piazza Foggiali, la chiesa della Santissima Trinità risale alla prima metà del 1300 ed è documentatamente attiva nel 1480 per opera dell'allora Prelato mons. Rossi (1477-1527). Il 4 luglio 1515, sul sagrato della Chiesa, alla presenza di sacerdoti, testimoni, notaio, popolo, fu affidato il nascente Ospedale dei Pellegrini, a pochi metri dalla Chiesa, ai Padri Trinitari, che la gestivano con parecchie rendite. L'atto fu firmato in Castelnuovo di Napoli il 18 settembre 1522 dal viceré Ludovico di Montaldo e fu aggiunta la frase ut opera pia praedicta non distrahantur et prosperae possint ("perché le suddette opere pie non vadano disperse e possano prosperare"). Dall'Arciconfraternita della SS. Trinità, i cui locali furono incamerati, è derivato l'attuale Ospedale di Altamura, mentre la Scuola Infermieri è intitolata al Prelato mons. Rossi. Fu costruito, sotto il sagrato della Chiesa, un piccolo cimitero ove i pellegrini deceduti venivano sepolti. Esiste ancora oggi e vi si accede da una botola sotto la mattonata. L'anno 1730, la Chiesa della SS. Trinità divenne succursale della Cattedrale per l'assistenza ai malati. Venne eretta Parrocchia, solo canonicamente, con decreto di mons. Verrienti in data 22 agosto 1912.
Notizie storiche tratta dall'articolo di Michele de Stefano pubblicato sul periodico locale "Nella Città", maggio 1991.
Notizie storiche tratta dall'articolo di Michele de Stefano pubblicato sul periodico locale "Nella Città", maggio 1991.