Antica Tipografia Portoghese, volata finale per i luoghi del cuore
Ultimi giorni per la raccolta di firme o per i voti on line
domenica 25 novembre 2018
17.49
Volata finale per eleggere l'Antica Tipografia "Portoghese" di Altamura tra i luoghi del cuore più importanti d'Italia. Il 30 novembre si conclude l'iniziativa del Fai (Fondo Ambiente Italiano che sta effettuando un censimento dei luoghi da non dimenticare.
Anche oggi, nonostante il brutto tempo e la pioggia, è proseguita la raccolta di firme in piazza Duomo. In questi mesi, inoltre, sono state coinvolte scuole, associazioni culturali ed anche il Comune. Pure "Sereno Variabile" (Rai 2) l'ha scoperto come uno dei tesori di Altamura per una puntata che andrà in onda il 29 dicembre.
Attualmente nella classifica del FAI l'Antica Tipografia Portoghese è tra i primi 70 luoghi del cuore, con circa tremila preferenze. Si può ancora votare nella pagina dedicata a questo luogo unico. Il numero delle preferenze virtuali crescerà quando si aggiungeranno le migliaia di firme di cittadini e le tantissime altre raccolte nelle scuole.
La Tipografia Portoghese, fondata da Gaetano e Francesco Portoghese nel 1891, viene impiantata nel 1893 in alcuni ambienti dell'ex convento di Sant'Antonio dei Frati Conventuali, a ridosso di Porta Matera (via Ronchetti 2). Nell'edificio era stata istituita nel 1872 la Scuola Speciale di Agricoltura con un annesso Convitto per la formazione di agricoltori e fattori e successivamente l'Orfanotrofio Simone-Viti Maino con una scuola elementare di arti e mestieri.
Presso la Tipografia Portoghese, gli ospiti dell'orfanotrofio venivano avviati al lavoro e svolgevano il tirocinio. Molti di loro, infatti, intraprendevano l'attività tipografica. Questo stabilimento diventerà nel tempo uno strumento eccezionale per la comunicazione a mezzo stampa e contribuirà a vivacizzare la vita politica e culturale della città. Manifesti, locandine, ordinanze, annunci commerciali, culturali, civili e religiosi, rendiconti economici in parte affissi alle pareti consentono di ricostruire il clima culturale, il dibattito politico, l'attività amministrativa e la storia cittadina lungo tutto il Novecento. Per decenni il Municipio di Altamura e la Banca Mutua Popolare Cooperativa, nota come Banca di Sant'Antonio e oggi Banca Popolare di Puglia e Basilicata, saranno i principali committenti della Tipografia Portoghese diretta prima dai due fondatori e poi da Filippo Portoghese, seguito da suo figlio Nicola fino al 2000, anno in cui la tiporagfia interrompe la sua attività commerciale.
Nel 2010 la famiglia Portoghese, tutt'ora proprietaria del bene, ha istituito l'Associazione Culturale Museo d'Arte Tipografica Portoghese e ha avviato un'attività museale in convenzione con il Comune, durata un paio d'anni. Nel 2018 il Museo ha riaperto i battenti per le giornate FAI di Primavera e per altri eventi con cui si intende far ripartire l'attività di un Museo che diventi anche uno spazio di scambio culturale e una vera e propria officina che possa far riscoprire la vera arte della tipografia ai nativi digitali delle nuove generazioni. Tutte le macchine sono, infatti, perfettamente funzionanti e la tipografia è ricca di clichés e caratteri mobili, tutti utilizzabili per le composizioni a mano.
Anche oggi, nonostante il brutto tempo e la pioggia, è proseguita la raccolta di firme in piazza Duomo. In questi mesi, inoltre, sono state coinvolte scuole, associazioni culturali ed anche il Comune. Pure "Sereno Variabile" (Rai 2) l'ha scoperto come uno dei tesori di Altamura per una puntata che andrà in onda il 29 dicembre.
Attualmente nella classifica del FAI l'Antica Tipografia Portoghese è tra i primi 70 luoghi del cuore, con circa tremila preferenze. Si può ancora votare nella pagina dedicata a questo luogo unico. Il numero delle preferenze virtuali crescerà quando si aggiungeranno le migliaia di firme di cittadini e le tantissime altre raccolte nelle scuole.
La Tipografia Portoghese, fondata da Gaetano e Francesco Portoghese nel 1891, viene impiantata nel 1893 in alcuni ambienti dell'ex convento di Sant'Antonio dei Frati Conventuali, a ridosso di Porta Matera (via Ronchetti 2). Nell'edificio era stata istituita nel 1872 la Scuola Speciale di Agricoltura con un annesso Convitto per la formazione di agricoltori e fattori e successivamente l'Orfanotrofio Simone-Viti Maino con una scuola elementare di arti e mestieri.
Presso la Tipografia Portoghese, gli ospiti dell'orfanotrofio venivano avviati al lavoro e svolgevano il tirocinio. Molti di loro, infatti, intraprendevano l'attività tipografica. Questo stabilimento diventerà nel tempo uno strumento eccezionale per la comunicazione a mezzo stampa e contribuirà a vivacizzare la vita politica e culturale della città. Manifesti, locandine, ordinanze, annunci commerciali, culturali, civili e religiosi, rendiconti economici in parte affissi alle pareti consentono di ricostruire il clima culturale, il dibattito politico, l'attività amministrativa e la storia cittadina lungo tutto il Novecento. Per decenni il Municipio di Altamura e la Banca Mutua Popolare Cooperativa, nota come Banca di Sant'Antonio e oggi Banca Popolare di Puglia e Basilicata, saranno i principali committenti della Tipografia Portoghese diretta prima dai due fondatori e poi da Filippo Portoghese, seguito da suo figlio Nicola fino al 2000, anno in cui la tiporagfia interrompe la sua attività commerciale.
Nel 2010 la famiglia Portoghese, tutt'ora proprietaria del bene, ha istituito l'Associazione Culturale Museo d'Arte Tipografica Portoghese e ha avviato un'attività museale in convenzione con il Comune, durata un paio d'anni. Nel 2018 il Museo ha riaperto i battenti per le giornate FAI di Primavera e per altri eventi con cui si intende far ripartire l'attività di un Museo che diventi anche uno spazio di scambio culturale e una vera e propria officina che possa far riscoprire la vera arte della tipografia ai nativi digitali delle nuove generazioni. Tutte le macchine sono, infatti, perfettamente funzionanti e la tipografia è ricca di clichés e caratteri mobili, tutti utilizzabili per le composizioni a mano.