Altamurani nel mondo, la testimonianza di un’oncologa
Palma Dileo si racconta in una sala consiliare gremita di gente. A promuovere l'incontro, il Club Federiciano
mercoledì 28 dicembre 2011
17.53
Una bambina che, alla domanda della maestra «Che cosa vorresti fare da grande?», disegna la sala operatoria di un ospedale, ha già le idee ben chiare sul suo futuro. Non ballerine, né passerelle, ma camici bianchi. E se quella stessa bambina, cresciuta, si ritrova a lavorare come oncologa all'University College of London Hospital, pur detestando le sale operatorie, vuol dire che di strada ne ha percorsa tanta.
La testimonianza di Palma Dileo è stata accolta con entusiasmo e con numerosi applausi ad Altamura. In una sala consiliare gremita di gente, nel giorno di Santo Stefano, il medico altamurano ha parlato della sua esperienza. Una lezione di vita, prima di tutto. Segno di quella umanità che non viene mai messa da parte quando si ama il proprio mestiere. Palma Dileo, come tanti giovani, ha lasciato l'Italia per cercare lavoro. Dopo gli studi universitari al San Raffaele di Milano, è stata medico contrattista e specializzando all'Istituto Nazionale Tumori di Milano. Dal 2003 al 2005 la sua carriera è proseguita a Boston, presso il Dana-Farber Cancer Institute, Harvard Medical School.
Perché proprio l'oncologia? «Perché è stato l'alieno che ha portato via la migliore amica di mia madre quando avevo 12 anni», spiega Palma Dileo riferendosi al cancro e citando Oriana Fallaci. Poi letture, studi e ricerca hanno alimentato la sua passione, rafforzando l'idea che questa era la strada giusta da percorrere. «Tutti siamo stati sfiorati dal "brutto male" - continua - che magari può aver colpito amici, parenti, conoscenti». Ma quello che viene definito "brutto male" è una malattia «sempre curabile e spesso guaribile».
Palma Dileo ora si occupa di tumori rari, in particolare dei sarcomi dei tessuti molli e ossei. Ha indirizzato il suo impegno anche verso i tumori nel giovane adulto. Ma sono solo alcune delle tappe della lunga carriera dell'oncologo altamurano. Nel frattempo la ricerca ha fatto passi da gigante soprattutto nel campo della farmacologia.
Un'altamurana nel mondo, Palma Dileo. Tornata ad Altamura per qualche giorno, ha messo a disposizione un po' del suo tempo per confrontarsi con la città. L'incontro, organizzato dal "Club Federiciano", rappresenta il quinto appuntamento del ciclo "Altamurani nel mondo". A precederla, l'architetto Innocenzo Rifino, industrial designer e docente di Progettazione al Politecnico di Milano e di Torino (2007), l'ingegner Gian Paolo Perrucci, docente e ricercatore di Telefonia Cellulare nella Aalborg University Danimarca (2008), la professoressa Francesca Debora Nuzzolese, docente di Psicologia e Teologia nell'Eastern University di Philadelphia (2009), il professor Giandonato Caggiano, ordinario di Diritto dell'Unione Europea all'Università di Roma 3 (2010).
Per il presidente del Consiglio comunale Nicola Dambrosio, che ha presenziato l'incontro, «Palma Dileo è candidata per il prossimo anno fra coloro che potrebbero ricevere il premio Leonessa di Puglia». Il presidente del Club Federiciano Bianca Tragni ha sottolineato come «l'associazione voglia essere presenza viva, attiva e aggregante nella città».
Il convegno è stato sostenuto da Ail (Associazione Italiana contro le Leucemie), Airc (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro), Ant (Associazione Nazionale Tumori) e Lilt (Lega Italiana per la lotta contro i Tumori).
La testimonianza di Palma Dileo è stata accolta con entusiasmo e con numerosi applausi ad Altamura. In una sala consiliare gremita di gente, nel giorno di Santo Stefano, il medico altamurano ha parlato della sua esperienza. Una lezione di vita, prima di tutto. Segno di quella umanità che non viene mai messa da parte quando si ama il proprio mestiere. Palma Dileo, come tanti giovani, ha lasciato l'Italia per cercare lavoro. Dopo gli studi universitari al San Raffaele di Milano, è stata medico contrattista e specializzando all'Istituto Nazionale Tumori di Milano. Dal 2003 al 2005 la sua carriera è proseguita a Boston, presso il Dana-Farber Cancer Institute, Harvard Medical School.
Perché proprio l'oncologia? «Perché è stato l'alieno che ha portato via la migliore amica di mia madre quando avevo 12 anni», spiega Palma Dileo riferendosi al cancro e citando Oriana Fallaci. Poi letture, studi e ricerca hanno alimentato la sua passione, rafforzando l'idea che questa era la strada giusta da percorrere. «Tutti siamo stati sfiorati dal "brutto male" - continua - che magari può aver colpito amici, parenti, conoscenti». Ma quello che viene definito "brutto male" è una malattia «sempre curabile e spesso guaribile».
Palma Dileo ora si occupa di tumori rari, in particolare dei sarcomi dei tessuti molli e ossei. Ha indirizzato il suo impegno anche verso i tumori nel giovane adulto. Ma sono solo alcune delle tappe della lunga carriera dell'oncologo altamurano. Nel frattempo la ricerca ha fatto passi da gigante soprattutto nel campo della farmacologia.
Un'altamurana nel mondo, Palma Dileo. Tornata ad Altamura per qualche giorno, ha messo a disposizione un po' del suo tempo per confrontarsi con la città. L'incontro, organizzato dal "Club Federiciano", rappresenta il quinto appuntamento del ciclo "Altamurani nel mondo". A precederla, l'architetto Innocenzo Rifino, industrial designer e docente di Progettazione al Politecnico di Milano e di Torino (2007), l'ingegner Gian Paolo Perrucci, docente e ricercatore di Telefonia Cellulare nella Aalborg University Danimarca (2008), la professoressa Francesca Debora Nuzzolese, docente di Psicologia e Teologia nell'Eastern University di Philadelphia (2009), il professor Giandonato Caggiano, ordinario di Diritto dell'Unione Europea all'Università di Roma 3 (2010).
Per il presidente del Consiglio comunale Nicola Dambrosio, che ha presenziato l'incontro, «Palma Dileo è candidata per il prossimo anno fra coloro che potrebbero ricevere il premio Leonessa di Puglia». Il presidente del Club Federiciano Bianca Tragni ha sottolineato come «l'associazione voglia essere presenza viva, attiva e aggregante nella città».
Il convegno è stato sostenuto da Ail (Associazione Italiana contro le Leucemie), Airc (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro), Ant (Associazione Nazionale Tumori) e Lilt (Lega Italiana per la lotta contro i Tumori).