Altamura per la Legalità, "una società civile che si muove"

Mons. Mario Paciello: "Sono venuto a gridare con voi fuori le mafie dalla Murgia". Circa 400 i partecipanti alla manifestazione

martedì 28 settembre 2010 09.00
A cura di Anna Maria Colonna
"Una manifestazione organizzata per dimostrare che c'è una parte della società civile che si muove, che non resta indifferente, che vuole distaccarsi e che attende ancora precise risposte. Un invito ad informarsi, a non lasciar passare ogni cosa come se non ci riguardasse, un invito alla libertà di idee, che non deve essere schiacciata dal denaro quando si vota. Un invito alla libertà fisica e morale, da non calpestare con il denaro speso per la droga, che finanzia, a sua volta, il circuito criminale". Circa 400 le persone che, lo scorso 26 settembre, hanno aderito all'iniziativa "Altamura per la Legalità – Fuori le mafie dalla Murgia", promossa e organizzata dal "Coordinamento Altamura per la Legalità". Molte, considerando lo spazio di Piazza Repubblica. Un numero esiguo rispetto ai circa 70.000 abitanti della città. Lo ha sottolineato anche il vescovo della Diocesi di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti, mons. Mario Paciello: "Ho visto poche magliette bianche e spero che non sia un segno. Quella maglietta bianca deve essere una promessa alla città e alle vittime, deve poter dire voglio essere leale e coraggioso costruttore di legalità". Il riferimento è all'invito, fatto dagli organizzatori, ad indossare magliette bianche per la serata.

"Vorrei tanto – ha continuato mons. Paciello durante il suo intervento (riportato integralmente in allegato) – che questa manifestazione sia una prova tecnica di impegno costante di un'Altamura migliore. La lotta per la legalità comincia dal rispetto delle persone. Legalità significa rispetto della dignità di ognuno. Non vi aspettate da me anatemi, condanne, scomuniche o invettive. La criminalità comune e organizzata, la mafia, meritano tutte le condanne del mondo. Se, però, le condanne non sono seguite da fatti concreti di lotta per la legalità, diventano alibi per acquietare la propria coscienza. Non basta dimostrare il proprio dissenso per i fatti delittuosi che si sono verificati".

Mons. Paciello ha posto l'accento anche sulla solitudine delle vittime di racket ed usura: "La forza delle cosche mafiose, prima che dalle armi, è rappresentata dalla paura, dal silenzio e anche dall'indifferenza della comunità. Sono venuto a gridare con voi fuori le mafie dalla Murgia. La legalità è un seme il cui sviluppo dipende da noi". Il Vescovo ha indicato "la formazione" come arma per lottare contro la criminalità e ha aggiunto: "Non guardiamo la malattia quando è giunta alla sua fase terminale. Ad Altamura non ci sono solo fatti di cronaca nera che interessano gli organi d'informazione. Fa male sentire parlare delle nostre città soltanto in queste circostanze. Accanto all'impegno costante ed instancabile delle Forze dell'Ordine, c'è l'impegno della Chiesa sul piano operativo ed educativo". Mons. Paciello ha parlato di una Convenzione della Diocesi con la "Fondazione Antiusura San Nicola e Santi Medici" e di un centro d'ascolto in Diocesi in collegamento con la Fondazione. Ha, inoltre, annunciato che "è allo studio una collaborazione con il Comune di Altamura, che desidera contribuire all'istituzione di un altro canale di aiuto per chi non deve cadere nell'usura o per chi ci è già dentro".

"Non vorrei concludere – ha aggiunto il Vescovo – con un pensiero che può apparire polemico. Quando la Chiesa parla per difendere la vita, la persona, i diritti umani, la legge naturale, la si mette a tacere. Anche a livello istituzionale o politico ci viene detto che non possiamo intervenire perché non è campo nostro. Quando, poi, si verificano fenomeni criminali, ci si chiede dov'è la Chiesa. Chi ne paga le conseguenze, viene a bussare alla nostra porta. E la Chiesa è felice di essere Madre e di curare le piaghe dei propri figli".

Il "Coordinamento Altamura per la Legalità", formatosi in seguito e come reazione all'omicidio di Bartolo Dambrosio, avvenuto lo scorso 6 settembre, riunisce "semplici cittadini – come ha spiegato qualcuno dei membri – che già precedentemente si erano attivati sul territorio perché consapevoli del problema. È apartitico e apolitico". La serata è stata introdotta proprio da un testo del Coordinamento (riportato integralmente in allegato), letto da Valentina D'Aprile a nome dello stesso: "Le dichiarazioni dei nostri amministratori, pubblicate sui giornali, per quanto stralciate o decontestualizzate, lasciano trapelare un atteggiamento ambiguo nei confronti della personalità mafiosa che noi non accettiamo. Il criminale non va confuso con il resto della società che pone l'onestà, il rispetto dell'altro, la non violenza al centro dei propri valori".

"La mafia ad Altamura c'è – continua il testo - come provano le cronache giudiziarie degli ultimi 20 anni: anni di traffici illeciti, estorsioni, omicidi e lupare bianche. Non siamo noi a dirlo, ma le relazioni pubblicate dalla Dia (ndr, Direzione Investigativa Antimafia) e dalla Dda (ndr, Direzione Distrettuale Antimafia). (…) la Procura di Bari intende avvalersi di un magistrato esperto nel contrasto alla criminalità organizzata per fare piena luce non solo sull'ultimo fatto di sangue, ma su tutto l'intreccio mafioso-affaristico-politico che ha caratterizzato la vita della cittadina barese. Noi vorremmo, in primo luogo, che, oltre agli inquirenti, a fare luce su tale intreccio così esteso fosse chi ha gestito, nella fiducia di noi tutti, negli ultimi 20 anni, la nostra città. Noi rifiutiamo ogni forma di opacità perché non può confondersi la parte di società responsabile con la società criminale. Le intercettazioni di conversazioni tra esponenti politici e imprenditori locali dimostrano l'esistenza di rapporti amichevoli, scherzosi, di vicinanza che pongono in grave pericolo la legalità della nostra economia e che non devono passare inosservati. L'assunzione di responsabilità è il primo passo per far riemergere l'economia sana che, da anni, è piegata da quella illegale e che fa fatica ad inserire noi giovani. Imprenditori, forze dell'ordine, partiti, movimenti liberi o associati, la Chiesa, i liberi cittadini: tutti sono chiamati a non chiudere gli occhi e a denunciare. Siamo rammaricati delle modalità attraverso cui si è fatta disinformazione su quelle che erano le reali finalità ed energie di questa manifestazione. La strumentalizzazione incolore fattane da alcuni giornali e da alcuni politici mira ad alimentare quella cultura dell'indistinto che agevola il fare mafioso. E noi siamo qui per chiedere e fare chiarezza. Nessuno può permettersi di appropriarsi di questa manifestazione, neppure il Sindaco, semplicemente avvisato dell'iniziativa per rispetto dell'istituzione comunale in sé. Questa manifestazione non è di nessun battagliere personale, né di destra né di sinistra. È un momento di incontro e di riflessione che un comitato spontaneo ha voluto condividere con la gente di Altamura. È una manifestazione dello Stato, nel rispetto dello Stato. E che per questo si svolge nella Piazza della Repubblica, cioè dello Stato. Perché, se la mafia si qualifica come Anti-Stato, noi anche in questo vogliamo distinguerci".

Fra gli interventi susseguitisi nel corso della serata, anche quello dell'avvocato Maurizio Altomare, vicepresidente dell'Associazione Antiracket Puglia (Molfetta), responsabile dell'Ufficio legale della stessa Associazione, nata nel 1995. In un'intervista rilasciata ad Altamuralife, Altomare ha dichiarato che, "nel corso degli anni, anche sei o sette imprenditori altamurani si sono rivolti all'associazione. Qualcuno ha tramutato il proprio avvicinamento in una denuncia, qualcun altro, invece, è rimasto nel vago. Il problema è che il fenomeno c'è, ma non emerge. La cosa fondamentale è vincere la paura e la ritrosia a denunciare, perché il supporto delle Forze dell'Ordine è sempre più accurato e professionale. Lo Stato, inoltre, - ha aggiunto Altomare – mette a disposizione una serie di strumenti, come i Fondi di Solidarietà, che aiutano la vittima di racket e usura, qualora sia un imprenditore, a rimettere in sesto la propria attività. La criminalità esiste perché c'è qualcuno che si piega alla violenza e all'imposizione".

Presente anche la giovanissima Silvia Milani, coordinatrice regionale del movimento "Ammazzateci Tutti", nato in seguito all'omicidio del vicepresidente della Regione Calabria Francesco Fortugno - avvenuto il 16 ottobre 2005 - ed estesosi, poi, in tutta Italia. I giovani calabresi manifestarono la loro rabbia con lo striscione "E adesso ammazzateci tutti".

"La manifestazione di stasera è un miracolo – ha dichiarato Milani durante l'intervista rilasciataci – finalmente una società civile che si è svegliata e che ha assunto consapevolezza. Gli organizzatori sono stati davvero forti e coraggiosi, hanno avuto la determinazione di mettere in piedi qualcosa. La società deve dire no alla criminalità e a tutto ciò che riguarda la mentalità mafiosa. Abbiamo bisogno dell'aiuto delle buone istituzioni. Deve essere la società civile a sostenere la magistratura e le Forze dell'Ordine. Occorre un lavoro congiunto per riottenere la nostra terra e la nostra libertà". La serata si è conclusa con alcune riflessioni di Donato Laborante, che ha anche letto una poesia di Ezra Pound dal titolo "Contro l'usura".

I promotori dell'iniziativa, all'indomani della manifestazione, si sono detti "soddisfatti della riuscita delle stessa. Si tratta solo dell'inizio di un percorso".

Assente MeetUp il Grillaio, fra i promotori dell'iniziativa, che, in un comunicato stampa diffuso sabato, ha dichiarato: "Appresa la notizia che il sindaco Stacca è stato invitato alla manifestazione Per la Legalità da qualcuno degli stessi organizzatori, ritiene necessario dover prendere le distanze da questo invito e da una manifestazione a cui avevamo dato il nostro appoggio ma che rischia di contribuire ad accrescere l'ambiguità. L'idea, inizialmente condivisa, escludeva la partecipazione di alcun politico e meno che mai del Sindaco che rappresenta il governo di Altamura in questo momento buio". MeetUp il Grillaio, per lo stesso motivo, aveva chiesto di annullare la manifestazione. Il sindaco Mario Stacca, presente alla serata, non ha preso la parola. "Sono stato invitato e, semplicemente, ho partecipato", ha dichiarato in una breve intervista rilasciataci.


Fuori le mafie dalla Murgia © Lucrezia Baldassarra
Fuori le mafie dalla Murgia © Lucrezia Baldassarra
Fuori le mafie dalla Murgia © Lucrezia Baldassarra
Fuori le mafie dalla Murgia © Lucrezia Baldassarra
Fuori le mafie dalla Murgia © Lucrezia Baldassarra
Fuori le mafie dalla Murgia © Lucrezia Baldassarra
Fuori le mafie dalla Murgia © Lucrezia Baldassarra
Fuori le mafie dalla Murgia © Lucrezia Baldassarra
Fuori le mafie dalla Murgia © Lucrezia Baldassarra
Fuori le mafie dalla Murgia © Lucrezia Baldassarra
Fuori le mafie dalla Murgia © Lucrezia Baldassarra
Fuori le mafie dalla Murgia © Lucrezia Baldassarra
Fuori le mafie dalla Murgia © Lucrezia Baldassarra
Fuori le mafie dalla Murgia © Lucrezia Baldassarra
Fuori le mafie dalla Murgia © Lucrezia Baldassarra
Fuori le mafie dalla Murgia © Lucrezia Baldassarra
Fuori le mafie dalla Murgia © Lucrezia Baldassarra
Fuori le mafie dalla Murgia © Lucrezia Baldassarra
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