Allarme lupi sull'Alta Murgia
L'appello di Cia Puglia per tutelare gli allevamenti
sabato 11 novembre 2017
I lupi della Murgia barese sono tornati e minacciano di mettere in ginocchio gli allevatori della zona. L'allarme arriva dalla Confederazione italiana agricoltori della Puglia (Cia). "Nel Sud-est barese, con episodi e avvistamenti anche nei pressi del centro abitato di Noci, si sono verificate diverse aggressioni agli allevamenti ovini e caprini da parte dei lupi. L'ultimo episodio, nell'agro di Putignano, ha causato danni ingenti, perché anche alcune pecore gravide sono state sbranate".
Raffaele Carrabba, il presidente di Cia Puglia fa appello alla Regione perché il problema sia "affrontato subito, a partire dal disegno di legge all'esame della quarta commissione consiliare". Secondo il numero uno dell'organizzazione servono regole per un "controllo efficace della fauna selvatica" e "tempi certi" per il risarcimento dei danni subiti dalle aziende del settore. Proprio il disegno di legge che è sui banchi della commissione presieduta da Donato Pentassuglia, a suo dire, è "una traccia". Ma il nodo è il tempo. Insomma, la fame dei lupi non aspetta la burocrazia regionale: "Si faccia presto", chiosa Carrabba.
Presto, perché gli allevatori soffrono due volte. "La prima quando perdono il loro patrimonio zootecnico - commenta ancora il presidente di Cia Puglia - la seconda nel momento in cui devono sobbarcarsi anche i costi per lo smaltimento degli animali sbranati". Da qui l'invito a tutelare le aziende "al pari della fauna selvatica", importante almeno quanto gli allevatori. "Restano l'ultimo presidio di alcuni territori e contribuiscono in maniera decisiva - conclude Carrabba - alla tenuta del tessuto sociale di quelle aree".
Della vicenda si è occupato anche il consigliere regionale Gianni Stea che ha chiesto all'Ente regionale di attivare provvedimenti atti a "tutelare la fauna selvatica protetta, ma al contempo salvaguardare le attività economiche che possono subire danni anche ingenti".
"Occorre agire al più presto con una mappatura dei lupi per verificare che non ci siano branchi di cani rinselvatichiti, prevedendo quindi un risarcimento per ogni capo di bestiame ucciso. Ma si potrebbe anche agevolare l'acquisto di cani da pastore, che spesso sono l'arma migliore per tenere lontano i lupi e, nel caso di alcune aree ad alta densità di popolazione, si potrebbe, in accordo con le istituzione preposte, intervenire con la cattura degli animali selvatici che poi sarebbero essere rimessi in libertà in zone più adatte e sicure".
Stea conclude augurandosi affinché si provveda in tempi brevissimi perché "il rischio reale è che gli allevatori, per tutelare la propria attività, siano costretti da soli a risolvere la questione. Ricordo che quella dell'allevamento del bestiame, in molti territori dell'Alta Murgia rappresenta una delle ultime attività tradizionali e che quindi va tutelata e incentivata tanto quanto la sopravvivenza della fauna selvatica".
Raffaele Carrabba, il presidente di Cia Puglia fa appello alla Regione perché il problema sia "affrontato subito, a partire dal disegno di legge all'esame della quarta commissione consiliare". Secondo il numero uno dell'organizzazione servono regole per un "controllo efficace della fauna selvatica" e "tempi certi" per il risarcimento dei danni subiti dalle aziende del settore. Proprio il disegno di legge che è sui banchi della commissione presieduta da Donato Pentassuglia, a suo dire, è "una traccia". Ma il nodo è il tempo. Insomma, la fame dei lupi non aspetta la burocrazia regionale: "Si faccia presto", chiosa Carrabba.
Presto, perché gli allevatori soffrono due volte. "La prima quando perdono il loro patrimonio zootecnico - commenta ancora il presidente di Cia Puglia - la seconda nel momento in cui devono sobbarcarsi anche i costi per lo smaltimento degli animali sbranati". Da qui l'invito a tutelare le aziende "al pari della fauna selvatica", importante almeno quanto gli allevatori. "Restano l'ultimo presidio di alcuni territori e contribuiscono in maniera decisiva - conclude Carrabba - alla tenuta del tessuto sociale di quelle aree".
Della vicenda si è occupato anche il consigliere regionale Gianni Stea che ha chiesto all'Ente regionale di attivare provvedimenti atti a "tutelare la fauna selvatica protetta, ma al contempo salvaguardare le attività economiche che possono subire danni anche ingenti".
"Occorre agire al più presto con una mappatura dei lupi per verificare che non ci siano branchi di cani rinselvatichiti, prevedendo quindi un risarcimento per ogni capo di bestiame ucciso. Ma si potrebbe anche agevolare l'acquisto di cani da pastore, che spesso sono l'arma migliore per tenere lontano i lupi e, nel caso di alcune aree ad alta densità di popolazione, si potrebbe, in accordo con le istituzione preposte, intervenire con la cattura degli animali selvatici che poi sarebbero essere rimessi in libertà in zone più adatte e sicure".
Stea conclude augurandosi affinché si provveda in tempi brevissimi perché "il rischio reale è che gli allevatori, per tutelare la propria attività, siano costretti da soli a risolvere la questione. Ricordo che quella dell'allevamento del bestiame, in molti territori dell'Alta Murgia rappresenta una delle ultime attività tradizionali e che quindi va tutelata e incentivata tanto quanto la sopravvivenza della fauna selvatica".