Al bando la povertà
Un incontro per discutere su n tema assai importante
sabato 5 ottobre 2013
8.19
Non si nasce poveri e tutti i diritti devono essere equi ed accessibili per tutti. Un'affermazione posta alla base della campagna "Dichiariamo illegale la povertà" sorta per ottenere più giustizia all'interno di una società con un numero sempre più alto di poveri. Un'iniziativa a carattere itinerante che ha toccato anche la tappa altamurana e successivamente presente in altre città pugliesi. Intervenuti all'incontro, organizzato dal gruppo Dip di Altamura, il prof. Riccardo Petrella (docente emerito di Economia all'Università Cattolica di Lovanio in Belgio) e già presidente dell'Acquedotto Pugliese, Demetrio Spanti (ass. Monasteo del Bene Comune) esperto in pedagogia dell'impoverimento. Tutti devono dare lo stesso contribuito per una maggiore equità, si è sostenuto nel dibattito, altrimenti saremmo una società classista dove pochi detengono il potere economico e nessuno condurrebbe una vita normale.
"Si ritiene che la povertà sia un fatto di natura – ha affermato il prof. Petrella – quindi nulla si potrebbe fare poiché, considerando che si nasca poveri, si tende ad accettare la perennità di questa condizione e ci si adatta". L'iniziativa, quindi, sorge come tentativo di attaccare le cause basilari dei processi di impoverimento del mondo. Una delle ragioni profonde, infatti, che spiegano il fallimento delle passate lotte di eliminazione della povertà risiede nel fatto che tali azioni non hanno saputo mai eliminare del tutto le cause generatrici agendo solo in superficie ad esempio elargendo aiuti e sostentamenti alle popolazioni più bisognose. La povertà è un fatto costruito dalla società specie quelle ingiuste che creano cause strutturali di tali stati di impoverimento. Ci sono 3 campagne individuate dal gruppo associativo per raggiungere l'obbiettivo "Banning Poverty 2018" vale a dire mettere fuori legge la finanza speculativa vera "fabbrica" della povertà nel mondo divenuta predatrice delle risorse naturali ed umane; dare forza all'economia dei beni comuni poiché tutto ormai è privatizzato per lottare contro ogni forma di mercificazione. Le città sono luoghi, ad oggi, di selezione e di esclusione: se si hanno soldi si può vivere, al contrario, il povero non ha diritto. Altro obiettivo è quello di costruire una comunità di cittadini e, per raggiungerlo, il gruppo propone interventi sulle leggi e le pratiche sociali contando con la preziosa partecipazione concreta della cittadinanza e della collaborazione di gruppi locali.
Gianni Scalera
"Si ritiene che la povertà sia un fatto di natura – ha affermato il prof. Petrella – quindi nulla si potrebbe fare poiché, considerando che si nasca poveri, si tende ad accettare la perennità di questa condizione e ci si adatta". L'iniziativa, quindi, sorge come tentativo di attaccare le cause basilari dei processi di impoverimento del mondo. Una delle ragioni profonde, infatti, che spiegano il fallimento delle passate lotte di eliminazione della povertà risiede nel fatto che tali azioni non hanno saputo mai eliminare del tutto le cause generatrici agendo solo in superficie ad esempio elargendo aiuti e sostentamenti alle popolazioni più bisognose. La povertà è un fatto costruito dalla società specie quelle ingiuste che creano cause strutturali di tali stati di impoverimento. Ci sono 3 campagne individuate dal gruppo associativo per raggiungere l'obbiettivo "Banning Poverty 2018" vale a dire mettere fuori legge la finanza speculativa vera "fabbrica" della povertà nel mondo divenuta predatrice delle risorse naturali ed umane; dare forza all'economia dei beni comuni poiché tutto ormai è privatizzato per lottare contro ogni forma di mercificazione. Le città sono luoghi, ad oggi, di selezione e di esclusione: se si hanno soldi si può vivere, al contrario, il povero non ha diritto. Altro obiettivo è quello di costruire una comunità di cittadini e, per raggiungerlo, il gruppo propone interventi sulle leggi e le pratiche sociali contando con la preziosa partecipazione concreta della cittadinanza e della collaborazione di gruppi locali.
Gianni Scalera