Ah le donne!
Quante e quali sono le presenze femminili nella politica altamurana?. Marzo, mese rosa, ci impone una riflessione
lunedì 14 marzo 2011
17.27
"Perfino nell'Europa del 2011, sembra che alla condizione di donna si accompagni un danno oggettivo, un'oggettiva difficoltà di vivere. Questo dicono i dati che l'Eurostat, l'istituto incaricato di tradurre in cifre la nostra vita, ha scodellato in vista dell'8 marzo, festa mondiale delle donne: in tutti i 27 Paesi dell'Unione Europea, il tasso di occupazione femminile diminuisce con l'aumentare del numero dei figli, mentre per gli uomini accade il contrario".
Così inizia un articolo del 7 marzo 2011 in prima pagina del Corriere della Sera a firma di Luigi Offeddu dal titolo "Le donne tra maternità e lavoro: tutti i numeri del ritardo italiano". Si legge che i due Paese che fanno da fanalino di coda, nella lista della difficoltà per una donna tra i 25 e 54 anni di lavorare, sono Malta e Italia. Sono statistiche che rivelano quanto lungo sia il percorso che le donne devono ancora affrontare per trovare e testimoniare l'affermazione del genere femminile e non semplicemente quella personale. Parole e dati.
Partiamo dalla nostra Altamura. Ci vorrà poco per contare, ad esempio, le presenze femminili in politica. In Giunta comunale si annoverano il sindaco Mario Stacca e otto assessori, tra questi, un solo nome femminile, Raffaella Petronelli (Servizi sociali, Contenzioso). E le cose vanno peggio se si considerano i componenti del Consiglio comunale. Su trenta membri spiccano i nomi di sole tre donne, Angela Miglionico (Altamura Città Futuro), Rosa Melodia (Altamura con Piglionica) e Rosanna Signorelli (Rinnovamento Altamura). A loro la nostra stima. Rappresentano la forza e il coraggio di mettersi in discussione là dove il territorio conosce le impronte maschili e lascia passare un messaggio falsato dalla consuetudine dei volti incorniciati dalla barba, incolta o perfettamente rasata, ma sempre da barba.
Festeggiamo dunque nel mese di marzo la donna. Ma la donna che (salvo alcuni limitati casi) ancora non c'è o ancora si nasconde. Perché trovi in sé la convinzione che la sua presenza sia di arricchimento al paese, alla società, alla storia tutta. E chissà se poi si assisterà ad un capovolgimento di tendenza, forti delle parole di Benigni quando afferma che in fondo nell'uguaglianza dei generi le donne "perdono qualcosa"... tanto sono grandi!
Così inizia un articolo del 7 marzo 2011 in prima pagina del Corriere della Sera a firma di Luigi Offeddu dal titolo "Le donne tra maternità e lavoro: tutti i numeri del ritardo italiano". Si legge che i due Paese che fanno da fanalino di coda, nella lista della difficoltà per una donna tra i 25 e 54 anni di lavorare, sono Malta e Italia. Sono statistiche che rivelano quanto lungo sia il percorso che le donne devono ancora affrontare per trovare e testimoniare l'affermazione del genere femminile e non semplicemente quella personale. Parole e dati.
Partiamo dalla nostra Altamura. Ci vorrà poco per contare, ad esempio, le presenze femminili in politica. In Giunta comunale si annoverano il sindaco Mario Stacca e otto assessori, tra questi, un solo nome femminile, Raffaella Petronelli (Servizi sociali, Contenzioso). E le cose vanno peggio se si considerano i componenti del Consiglio comunale. Su trenta membri spiccano i nomi di sole tre donne, Angela Miglionico (Altamura Città Futuro), Rosa Melodia (Altamura con Piglionica) e Rosanna Signorelli (Rinnovamento Altamura). A loro la nostra stima. Rappresentano la forza e il coraggio di mettersi in discussione là dove il territorio conosce le impronte maschili e lascia passare un messaggio falsato dalla consuetudine dei volti incorniciati dalla barba, incolta o perfettamente rasata, ma sempre da barba.
Festeggiamo dunque nel mese di marzo la donna. Ma la donna che (salvo alcuni limitati casi) ancora non c'è o ancora si nasconde. Perché trovi in sé la convinzione che la sua presenza sia di arricchimento al paese, alla società, alla storia tutta. E chissà se poi si assisterà ad un capovolgimento di tendenza, forti delle parole di Benigni quando afferma che in fondo nell'uguaglianza dei generi le donne "perdono qualcosa"... tanto sono grandi!