Agricoltura pugliese, 162 milioni di euro Ue a rischio
Cinque mesi per spendere i fondi altrimenti torneranno Bruxelles.
martedì 11 agosto 2015
9.09
Cinque mesi di tempo per spendere 162 milioni di euro provenienti dall'Unione Europea nell'ambito del Psr 2007-2013, altrimenti la Regione dovrà restituirli a Bruxelles. Sul tavolo del neo assessore all'agricoltura Leo Di Gioia la prima grana.
La Regione, infatti, al 30 giugno scorso risultava aver speso complessivamente 1,327 miliardi dei 1,595 miliardi del Psr 2007-2013, ovvero l'83,25% del totale. Con la programmazione che si chiude il 31 dicembre 2015, ci sono altri cinque mesi per mettere progetti sul piatto, pena il disimpegno automatico dei fondi. In buona sostanza ciò che non si spende deve essere rispedito al mittente, a Bruxelles.
Va ricordato che dei 1,595 miliardi di euro previsti nel Psr, 927 milioni si riferiscono alla quota comunitaria. Dunque per ogni euro speso per il secondo pilastro della politica agricola comune, il 57% arriva da Bruxelles mentre la restante parte è corrisposta da Stato e Regione. Ciò significa che i 162 milioni europei innescano 278 milioni di spesa pubblica, che con il cofinanziamento privato diventano 330.
Negli scorsi anni tutte le Regioni sono riuscite a evitare il disimpegno automatico di fine anno. Attualmente solo la Provincia autonoma di Bolzano è vicina al target di spesa. In questo contesto non brilla la Puglia: i pagamenti sono inferiori alla media nazionale (83,25% contro 84,95%) ed è alta la percentuale di disimpegno automatico (17,48%).
La Regione, infatti, al 30 giugno scorso risultava aver speso complessivamente 1,327 miliardi dei 1,595 miliardi del Psr 2007-2013, ovvero l'83,25% del totale. Con la programmazione che si chiude il 31 dicembre 2015, ci sono altri cinque mesi per mettere progetti sul piatto, pena il disimpegno automatico dei fondi. In buona sostanza ciò che non si spende deve essere rispedito al mittente, a Bruxelles.
Va ricordato che dei 1,595 miliardi di euro previsti nel Psr, 927 milioni si riferiscono alla quota comunitaria. Dunque per ogni euro speso per il secondo pilastro della politica agricola comune, il 57% arriva da Bruxelles mentre la restante parte è corrisposta da Stato e Regione. Ciò significa che i 162 milioni europei innescano 278 milioni di spesa pubblica, che con il cofinanziamento privato diventano 330.
Negli scorsi anni tutte le Regioni sono riuscite a evitare il disimpegno automatico di fine anno. Attualmente solo la Provincia autonoma di Bolzano è vicina al target di spesa. In questo contesto non brilla la Puglia: i pagamenti sono inferiori alla media nazionale (83,25% contro 84,95%) ed è alta la percentuale di disimpegno automatico (17,48%).