Ad Altamura le spoglie di S. Caterina Volpicelli

La città ospita eccezionalmente la Santa fino al 3 maggio. Un ricco calendario di eventi

lunedì 30 aprile 2012 09.00
Il 28 dicembre 1894 Caterina Volpicelli morì in fama di santità, fu dichiarata "venerabile" il 25 marzo 1945 da Papa Pio XII e beatificata il 29 aprile 2001, canonizzata poi, il 26 aprile da Benedetto XVI.

Altamura, oggi, ha il privilegio straordinario di ospitare le sue spoglie. In piazza Repubblica, sabato 28 aprile, in un momento di raccoglimento, una folla di fedeli ha applaudito l'arrivo dell'urna con il corpo della Santa proveniente dalla città di Napoli. Presenti i rappresentanti delle istituzioni. La Superiora generale dell'Istituto "Volpicelli" di Altamura, Carmela Vergara, ha esordito col ringraziare, oltre la comunità tutta, il comandante della Polizia Municipale, Michele Maiullari, per l'impegno profuso nella realizzazione impeccabile dell'evento. "Ricevere in visita le spoglie di S. Caterina è un orgoglio" ha affermato il sindaco Stacca. Ed è anche "opportunità di riflessione sul nostro essere cristiani", ha aggiunto il Vicario generale, ricordando cinque caratteristiche che ben dipingono la Santa: tenacia, nobiltà d'animo, santità ordinaria, concretezza e passione.

"Ti amo Signore, perché sei degno di essere amato". Con questa preghiera scritta da S. Caterina e da lei recitata per la prima volta il 17 aprile del 1864, il Vicario ha invitato tutti i presenti ad una silenziosa processione per accompagnare l'urna verso la Cappella dell'Istituto. Le spoglie della Santa saranno ospitate in Altamura fino al 3 maggio. In questi giorni i fedeli potranno offrire degna adorazione seguendo il ricco calendario di eventi organizzati in merito (in allegato l'intero programma). Il saluto solenne alla Santa è previsto alle 20.30 di giovedì 3 maggio in piazza Duomo dopo la celebrazione eucaristica presieduta da Sua Ecc. Rev.ma Mons. Mario Paciello. La cittadinanza è invitata.

In allegato, i dettagli del programma e nel "box approfondimenti" la biografia di S. Caterina Volpicelli.
Arrivo dell'urna con le spoglie di S. Caterina Volpicelli © Angela Colonna
Programma "Peregrinatio" AltamuraVisita di S. Caterina Volpicelli
Caterina Volpicelli è una figura singolare di apostolicità d'avanguardia nel suo originale porgersi a servizio della chiesa e della società, nell'individuazione dei segni dei tempi e nel creativo relazionarsi ad essi. Fattasi volontariamente povera, da ricca che era, divenne madre e maestra di tantissime anime, in un periodo storico in cui gli avvenimenti politici diedero un assetto nuovo al Regno di Napoli e alla Penisola: i moti del 1848, l'annessione al nuovo Regno d'Italia e la fine del potere temporale dei Papi. Napoli, improvvisamente declassata da capitale ad estrema periferia di un nucleo di interessi non più mediterraneo, ma centro europeo, viveva enormi conflitti da un punto di vista sociale e culturale. La fascia di povertà si era dilatata e il clima dominante, massonico e anticlericale, cercava di colpire definitivamente la tradizione cattolica in cui il popolo era radicato.

Caterina Volpicelli, nata a Napoli il 21 gennaio 1839 da una famiglia dell'alta borghesia, trascorse un'infanzia felice, ricevendo dai genitori esempi di onestà e generosità; "Siamo figli di santi" scriverà al fratello, in età matura. L'educazione familiare trovò il suo completamento nel collegio di San Marcellino, Reale Educandato "Maria Isabella di Borbone", dove dimorò da sette a dodici anni, guidata dall'eccellente maestra Margherita Salatino (che sarà poi confondatrice, insieme al Beato Ludovico da Casoria, delle Suore Francescane Elisabettine Bigie). Ivi apprese le lettere classiche, le lingue straniere, la musica, che proseguì in casa, successivamente, alla scuola di insigni precettori, fra i quali il famoso Rodinò. Nel 1849 Pio IX, esule a Gaeta, visitò quell'educandato, accolto dall'omaggio festoso delle alunne: un inno, composto per la circostanza, fu suonato su tre pianoforti da ragazze, a diciotto mani; una di quelle piccole pianiste era Caterina. Il Papa commosso, impartì loro una benedizione "di innocenza e santità". Verrà un giorno in cui la Volpicelli offrirà alla Chiesa e al Papa, le armonie apostoliche della sua famiglia religiosa: le Ancelle del sacro Cuore, le Piccole Ancelle e le Aggregate. Ma prima dovrà superare la crisi dell'adolescenza. Benessere, ingegno, cultura, bellezza: tutto le faceva presagire un avvenire brillante nella società, tuttavia il Signore aveva altri progetti su di lei. Il francescano Ludovico da Casoria le disse: " Il mondo ti attira, ma Dio la vince. Un giorno chiuderai i libri degli uomini e leggerai nel libro del Cuore di Cristo, dove ogni pagina parla di Amore". Ebbe ancora dubbi e tentennamenti, cadute e riprese, finché sentì un invito misterioso alla sequela di Cristo.

Trascorse sette mesi fra le Sacramentine, Monache Adoratrici perpetue in Napoli, ma per motivi di salute fu costretta a tornare in famiglia. L'esperienza claustrale l'aveva maturata profondamente, inducendola ad un esame attento del mondo che la circondava. L'unità d'Italia, per Napoli, non significò solo la fine di un'epoca, ma anche la soppressione di conventi. In casa, divenne l'affettuosa confortatrice del padre, gravemente ammalato, si fece maestra di catechismo delle persone di servizio. Si recava frequentemente all'Ospedale degli "Incurabili" in Napoli, portando sollievo agli infermi e preparandoli ai Sacramenti. Visitava i "bassi" della città, privi di aria e di luce, abitati dall'umile gente del popolo; il suo arrivo era come un raggio di sole e una ventata d'aria pura. Dava i suoi beni ai poveri con una generosità eroica. Più volte – come testimoniò la sua cameriera - , si privò anche degli abiti e delle scarpe dopo aver vuotato il suo borsellino. Si orientò sempre più verso una vita di piena consacrazione a Dio e di attività apostolica, circondandosi di valide collaboratrici che condividevano i suoi ideali. "Pescatrice di anime nel mondo" la definì P. Ludovico da Casoria.

Ella voleva una congregazione eterogenea nella sua composizione; un ramo di Religiose di vita comune con la professione dei voti di povertà, obbedienza e castità, senza alcuna divisa (le Ancelle del S. Cuore); e un ramo di anime consacrate, nubili, viventi nelle loro abitazioni (le Piccole Ancelle), con la possibilità di diventare Sorelle esterne dopo dieci anni; le Aggregate, spose e madri, per la santificazione della famiglia e l'evangelizzazione capillare. L'idea era nuova, e sembrò rivoluzionaria, profeticamente anticipatrice degli Istituti secolari, che troveranno la loro sanzione nel Concilio Vaticano II. Il Cardinale Sisto Riario Sforza, arcivescovo di Napoli, approvò le prime Regole del nascente Istituto poiché era convinto che "Caterina fosse un'anima ispirata da Dio, suscitata in tempi difficili per la Chiesa e la società, in seno alle quali ateismo e massoneria costituivano una forte opposizione. Il Papa Leone XIII espresse la sua ammirazione per l'opera della Volpicelli: " è quello che ci vuole per i nostri tempi"e il 13 giugno 1890 le accordò il Decreto di Lode.

Molto colta, Caterina organizzò una biblioteca circolante e corsi di cultura per combattere l'ignoranza e il dilagante anticlericalismo."Andiamo alle famiglie, attraverso l'intelletto", diceva. Istituì l'orfanotrofio delle Margherite e fondò l'associazione delle Figlie di Maria, la cui responsabile a Napoli fu la venerabile Rosa Carafa, Sorella esterna delle Ancelle, grande sua Consigliera e collaboratrice. Le Ancelle del S. Cuore si dedicarono a catechizzare fanciulli e adulti, a visitare gli infermi, a soccorrere i meno abbienti con il "prestito gratuito" per sottrarli alle grinfie degli usurai, a confezionare gli arredi delle chiese povere, mentre diffondevano l'amore al Cuore di Cristo, in modo particolare, con l'Apostolato della Preghiera, introdotto in Italia dalla Francia grazie alla Volpicelli, guidata dal gesuita P. Ramiére (quale prima zelatrice A.d.P in Italia)

Quando, nel 1884, a Napoli infierì il colera, mietendo migliaia di vittime, le Ancelle offrirono con entusiasmo la loro opera sia con l'assistenza spirituale sia organizzando le cucine gratuite per i poveri. Era l'anno in cui fu consacrato dal Cardinale Guglielmo Sanfelice il Santuario diocesano del S. Cuore alla Salute in Napoli, attiguo alla Casa Madre, fortemente voluto e fatto edificare dalla Volpicelli soprattutto per l'adorazione riparatrice e la consacrazione delle famiglie al Sacro Cuore. In esso fece la sua prima comunione San Giuseppe Moscati. Nel 1887 sbarcarono a Napoli i feriti, superstiti del massacro dei cinquecento a Dogali, "Portiamo Gesù ai nostri soldati", disse la Volpicelli e andò tra loro con le sue Religiose a confortare e preparare ai Sacramenti. Fu vivace protagonista del Congresso Eucaristico nazionale, tenutosi a Napoli dal 19 al 22 novembre 1891, con l'impegno di organizzare l'Adorazione in Cattedrale, la preparazione della Confessione e Comunione Generale e una ricca mostra di arredi sacri da donare alle chiese povere. Nel 1893, per il ripetersi di sommosse popolari, fu notevole la presenza dei militari nella cittadina partenopea. Le Ancelle accorsero nelle caserme, trattenendosi con loro, assetati della Parola di Dio.

Alla Volpicelli fecero saldo riferimento altre sante fondatrici, come la Beata Giulia Salzano, Isabella De Rosis, Claudia Russo e altre, nonché l'avvocato pugliese Bartolo Longo, quando ancora si definiva "sacerdote dello spiritismo"; questi divenne in seguito l'apostolo del Rosario e il fondatore del Santuario di Pompei; successivamente proclamato beato. Il 28 dicembre 1894 Caterina Volpicelli morì in fama di santità, fu dichiarata Venerabile il 25 marzo 1945 da Papa Pio XII e beatificata il 29 aprile 2001; sarà canonizzata il 26 aprile 2009 da Benedetto XVI. Il carisma fondazionale "incarnare Cristo amore" nelle tre dimensioni di "sacrificio, immolazione e riparazione", è stato portato dalle sue Figlie in diverse città italiane e all'estero, in Panama, Brasile e Indonesia. E, quale antico e inedito desiderio della Fondatrice, quindici anni fa è sorto il Ramo Maschile dei Servos do Sagrado Coração in America Latina per l'annunzio del Vangelo a tutte le genti.